Monthly Archives: maggio 2013

La TAVOLOZZA di LICIA

La scritta del cartiglio : “Aut tace aut loquere meliora silentio” (taci, oppure dì cose che siano migliori del silenzio).

Sardegna e Cagliari: troppo poco per l’innovazione!

di Aladin
In tema di innovazione i dati del Registro Imprese, riportati nel sito registroimprese.it, aggiornati al 6 maggio, danno conto di 14 start up innovative registrate nelle apposite sezioni dei Registri Imprese delle Camere di Commercio sarde,  precisamente 10 in quello della Camera di Commercio di Cagliari e 4 in quello della Camera di Sassari. In un’ipotetica graduatoria tra le 20 regioni italiane, la Sardegna risulta dodicesima (con le 14 start up iscritte, rispetto alle 668 di tutta Italia). Quantunque occorre tener conto delle dimensioni economiche delle diverse regioni e del loro tessuto produttivo complessivo, che comparativamente fa apprezzare il dato sardo, diciamo ANCORA TROPPO POCHE! Occorre un maggiore impegno di informazione-comunicazione-sensibilizzazione da parte di tutti coloro che si considerano innovatori. Anche se il dato della diffusione delle start up innovative non rappresenta esaustivamente il tasso di innovatività del territorio, tuttavia ne è un importante indicatore. Dunque bisogna migliorarlo. Diamoci da fare! Ovviamente sollecitiamo le Istituzioni competenti a impegnarsi maggiormente. Scrolliamole dal torpore! Non che non stiano facendo nulla, ma occorre fare di più! Per esempio: a che punto il protocollo d’intesa per il tavolo dell’innovazione di Cagliari Territorio Intelligente? Leader istituzionali dell’iniziativa sono (dovrebbero essere) il Comune di Cagliari e la Camera di Commercio. La Regione si muove con le iniziative di Sardegna Ricerche: troppo poco. E poi perdurano i compartimenti stagni. Ci si parla poco. Incomprensibile  il silenzio dell’Università di Cagliari (dell’Istituzione non di singoli docenti attivisti), carenza in certa misura compensata dal protagonismo di altri Atenei, come l’Università di Pisa. Bene alcuni privati, soprattutto Tiscali e The Net Value. Sullo stesso terreno ottima l’iniziativa di Sardegna 2050. Ma c’è molto, tantissimo da fare. Per favore entriamo in uno spirito di emulazione, collaborazione, confronto rispetto alle migliori pratiche in altre parti d’Italia, d’Europa e del Mondo! Aspettiamo risposte senza lungaggini e rinvii!

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Per quanto riguarda il patto Università di Pisa – Tiscali proponiamo il comunicato stampa e il servizio video ( http://www.youtube.com/watch?v=6eWOCAHhrc4&feature=player_embedded), del 9 maggio 2013 a cura dei servizi comunicazione SUP.

Gli OCCHIALI di PIERO

GIUSEPPE GIUSTI
Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco
per quei pochi scherzucci di dozzina
e mi gabella per antitedesco
perchè metto le birbe alla berlina…


                                                                                      Continua con Spirito di servizio balneare…

La LAMPADA di ALADIN

SEGNALAZIONI
- Cagliari mercoledì 15 maggio: Luigi Pintor, un intellettuale scomodo
- Cagliari venerdì 31 maggio: presentazione del 20° Rapporto CRENoS sull’Economia della Sardegna

Gli OCCHIALI di PIERO

OGGI E’ SANT’IGNAZIO DA LACONI
11 maggio 1781. Muore a Cagliari fra Ignazio da Laconi, al secolo Vincenzo Peis.
Nato il 17 dicembre 1701, quasi ventenne chiede di farsi frate. Frate questuante per quasi quarant’anni (Iglesias, Snaluri, Domusnovas, Quartu), amato dal popolo cagliaritano. Proclamato santo, non subito, anzi senza fretta, il 21 ottobre 1951.
11 maggio 1453. A Cagliari si proibisce agli abitanti dei quartieri popolari (Stampaxi, Sa Marina, Biddanoa) di circolare nel quartiere di Castedd’e susu dopo il tramonto.
11 maggio 1588. Girolamo Garzìa, nominato vescovo di Bosa da Papa Sisto V, muore nel naufragio della nave che lo porta a prendere possesso della sua diocesi. Il suo corpo fu ritrovato in una delle spiagge della Nurra. L’arciprete Giovanni Francesco Fara (storico della Sardegna) ne ordinò solenni funerali a Sassari.
Il cognome Garzìa (o Gargia, Garcia) equivale allo spagnolo Garçia, il più diffuso in Spagna. La parola garzìa in sardo, ma anche nel Salento, significa mimosa (acacia farnesiana),detta anche gaggìa d’Egitto, in greco acachìa.
Münchhausen, Schifani ed altro ancora…

Sardegna 2050: nuovo protagonista per l’innovazione

Sardegna 2050: senza visione non c’è futuro, senza idee non c’è avvenire – Intervista a Nicola Pirina
Senza il cuore, la generosità degli amici, senza le loro competenze… nulla si sarebbe realizzato (Nicola Pirina)
di Alessandro Ligas, TTecnologico
Il 9 Maggio a Cagliari presso il “Ghetto degli Ebrei” in Via Santa Croce  si è tenuta la presentazione di Sardegna 2050: Associazione no-profit indipendente, laboratorio di innovazione e di sviluppo di politiche territoriali, che porta avanti una serie di progetti locali finalizzati al miglioramento della qualità della vita in Sardegna.
“… non è possibile non essere attori del cambiamento.
innovazione è coesione non generazione di conflitto.
c’è bisogno di ritornare alle politiche, noi tutti siamo agenti di cambiamento.
facciamo Sardegna 2050 perchè siamo pionieri, perchè non fare nulla è un lusso che non possiamo più permetterci.
non si ferma il maestrale con le mani. non ci sono più scuse. AVANTI TUTTA!
la Sardegna del 2050 siamo noi”
Abbiamo incontrato il vicepresidente e coordinatore operativo Nicola Pirina

La LAMPADA di ALADIN

SEGNALAZIONI
- Patto per l’innovazione tra Tiscali e l’Università di Pisa
- Antiche tecnologie per una nuova architettura in tempi di decrescita
- Giulio Sapelli: Solo la ripresa della domanda può riavviare la crescita
- Gonario Sedda: l’organizzazione non è solo “strumento”. Una riflessione per evitare banalizzazioni
- Luca Camurri nuovo segretario generale della Camera di Commercio di Cagliari
- Cagliari Monumenti aperti 2013

Alle origini dell’imprenditoria sarda

DIZIONARIO STORICO DEGLI IMPRENDITORI IN SARDEGNA
di Vanni Tola
E’ stato presentato a Sassari, nella sede dell’Associazione degli Industriali, il primo volume del Dizionario storico degli imprenditori in Sardegna (Aipsa edizioni). L’opera, curata da Cecilia Dau Novelli e Sandro Ruju, è il risultato di una ricerca, ancora in corso, realizzata con un finanziamento della Fondazione Banco di Sardegna. Un’opera che, colmando una lacuna della storiografia, indaga il mondo dell’imprenditoria sarda dell’Ottocento e del Novecento partendo dalle conoscenze biografiche dei diversi protagonisti e analizzando, nello stesso tempo, il ruolo svolto dagli imprenditori nella nascita e nell’evoluzione del sistema industriale sardo. Lo strumento del Dizionario è apparso agli autori il più efficace per riportare alla luce personaggi poco conosciuti o dimenticati del mondo imprenditoriale.

Gli OCCHIALI di PIERO

GIORNALISMO IN ITALIA
Apprendiamo con sollievo che la gravidanza di Michelle Hunziker prosegue serena.
Niente si segnala sulla tragica morte di Paolo Petruccioli.

STORIA SARDA
Il 10 maggio 1778 si inaugura a Cagliari il nuovo seminario tridentino.
Ricordato in Sa dì de s’acciappa.
Vicerè – Giusto voi! si può sapere chi avete arrestato?
Maggiore – Eccellenza,io? Non credevo di dover arrestare bambini.
Vicerè – Quali bambini? di che parlate?
Maggiore – Eccellenza, sono qui a riferire che la rivolta si allarga.
I chierichetti del Seminario Tridentino stanno bombardando coi sassi
i nostri artiglieri del Bastione del Balice. La voce della sommossa ha
invaso la città

FRED ASTAIRE, 10 maggio 1899 – 22 giugno 1987), “il ballerino del secolo”, ma anche coreografo, attore, cantante. 76 anni di carriera, 31 film musicali, 10 di questi in coppia con Ginger Rogers, coppia artistica del secolo, cui Fellini intitolò il suo “Ginger e Fred”.

Innovazione vò cercando ch’è si cara

Un “salone dell’innovazione” punto d’incontro ricerca-impresa nella Fiera della Sardegna
Le cose che diciamo da molto e che abbiamo ribadito nel convegno su Innovazione e start up del 19 aprile. Finalmente qualcosa si muove! Ripubblichiamo un editoriale di Aladinews del 29 aprile 2012

di Franco Meloni
Organizzare nella Fiera di Cagliari un “Salone dell’Innovazione”, spazio adeguatamente attrezzato dove i centri di ricerca, le università e i singoli ricercatori possano incontrare (per un periodo da tre giorni a una settimana) le imprese esistenti e quanti hanno l’idea di fare impresa e fare affari. E’ questa una delle più importanti proposte scaturite dal confronto tra ricercatori, imprenditori e esponenti della pubblica amministrazione in occasione del Seminario sul rapporto “ricerca-imprese” organizzato il 28 dalla Camera di Commercio.

Resistendo alla tentazione di una bella passeggiata lungo i viali della Fiera in una soleggiata mattina di aprile, circa trenta persone si sono rinchiuse per tre ore nello stand F per mettere insieme idee ed esperienze sul come contribuire allo sviluppo del territorio. E’ possibile fare nuova impresa o riorientare le imprese esistenti attraverso i risultati della ricerca scientifica, in gran parte prodotta dall’università? Certo che sì. Lo hanno detto tutti i quindici intervenuti nel dibattito, coordinato dal direttore di aladinpensiero news, raccogliendo le sollecitazioni del prof. Franco Nurzia, il quale ha invitato i ricercatori a porre le proprie competenze al servizio del territorio. Si dirà: lo hanno sempre fatto, ma indirettamente. Oggi il ricercatore e le organizzazioni nelle quali presta la propria attività devono collegarsi sistematicamente alle esigenze del proprio territorio. Una parte consistente della ricerca scientifica deve proprio porsi direttamente ed esplicitamente al servizio del territorio per contribuire a risolverne i problemi e determinarne lo sviluppo. Concetto che dall’altra parte della barrricata, cioè dalla parte delle imprese ha ripreso il dott. Cristiano Erriu, che si è detto convinto della disponbilità delle imprese ad innovare, con l’aiuto dell’università, ma ha lamentato le poche occasioni di incontro vero, fuori cioè dalle cerimonie di sia pur utili convegni. Occorre imitare con intelligenza le esperienze positive in giro per il mondo, come, per esempio, quelle della vicina Barcellona, che ha saputo cogliere il pretesto della “zona franca” per creare un poderoso centro di innovazione al servizio della città e dell’intera Catalogna. Il prof. Francesco Ginesu ha confermato la totale disponibilità della ricerca universitaria al riguardo, avvertendo però che i mestieri di ricercatore e di imprenditore sono differenti, anche nelle modalità di lavorare e nei tempi di realizzazione delle proprie missioni, per cui è necessario integrarsi nel rispetto delle diversità, ma occorre elaborare un linguaggio comune che consenta di capirsi. La dott. Lucetta Milani ha fatto un quadro ottimista del mondo imprenditoriale isolano, in verità più in termini di potenziale che di effettive attuali presenze, che però ci sono in carne e ossa, spesso condizionate da un’eccessiva burocrazia e da “lacci e lacciuoli” imposti dalla pubblica amministrazione. Il prof. Alberto Concu ha rivelato il suo sogno quasi al termine della sua carriera universitaria: quello di “aprire i cassetti dei ricercatori”, pieni di ricerche facilmente “cantierabili”, cioè trasformabili in progetti di business e di impresa e agire di conseguenza con l’aiuto delle istituzioni (l’assessorato all’industria si era dichiarato disponibile, aspettiamo un impegno della Camera di Commercio). Ne ha dato immediatamente prova il prof. Andrea Manuello, che ha presentato un’applicazione tecnologica per la raccolta e la conservazione dello zafferano, vero oro rosso della Sardegna (lo zafferano sardo è il migliore del mondo e quota 30.000 euro al kilo), che potrebbe consentire un notevole sviluppo del settore. Il prof. Alberto Angioni ha lamentato come le imprese sarde del comparto agricolo siano eccessivamente piccole e incapaci di innovare in misura adeguata non solo perchè difficilmente riescono a consorziarsi, ma perchè non utilizzano le opportunità offerte dalla ricerca delle università locali (spesso si rivolgono a caro prezzo ai consulenti della penisola). Esperienze positive di grandi prospettive, ma che non trovano l’accoglienza che meriterebbero da parte delle istituzioni, sono state portate dal direttore della società onlus San Lorenzo Giuseppe Madeddu (prodotti innovativi per la bioedilizia, che utlizzano le risorse locali, come la lana di pecora e le argille sarde) e dall’ing. Leonardo Ghisu, quest’ultimo impegnato allo sviluppo dei sistemi satellitari (che nell’isola possono trovare base operativa d’interesse internazionale, nella fase applicativa che deve seguire a quella in corso, prevalentemente di studio e ricerca). Il dott. Antonio Fadda ha dato conto della nascita di una nuova impresa spin off dell’università di Cagliari, che si occuperà di trattamento dati e che allo stato utilizza le incentivazioni dei fondi europei messi a disposizione da Sardegna Ricerche. I proff. Gianfranco Fancello e Felice Di Gregorio hanno parlato dei rispettivi settori di ricerca (Trasporti il primo, Ambiente il secondo), sostenendo come la ricerca universitaria abbia messo a disposizione da tempo strumenti utili rispetto a gravi problemi attuali, purtroppo sconosciuti ai decisori politici. Ci si è riferiti a questioni come la riorganizzazione dei porti e la problematica dell’erosione delle spiagge. Ciò richiama all’esigenza di trovare sedi di confronto o, come sono stati chiamati: appositi “tavoli istituzionali”, che coinvolgano la politica, l’impresa e la ricerca. Ma tutte queste riflessioni in fondo non sono già in atto da tempo? E perchè ogni volta sembra doversi ricominciare da capo? E’ una domanda che si è posta la dott.ssa Michela Loi, che ha richiamato al fatto che esistano precise linee di indirizzo europeo e coerenti programmi attuativi in materia di innovazione e aiuti all’impresa perchè si utilizzi la ricerca scientifica per innovare e creare nuove occasioni di sviluppo e di lavoro. Nelle università si sono creati gli uffici dedicati al trasferimento tecnologico (i liaison office), ma tutto viene mantenuto al livello di “minima utilia”, senza cioè adeguarsi alle dimensioni dei problemi, delle esigenze e delle stesse aspettative del territorio. Collegandosi a questo intervento la dott.ssa Stefania Tidu, collaboratrice del Centro di competenza Cemapros, ha richiamato la proposta di realizzare gli “incubatori d’impresa”, indispensabili per favorire la creazione di impresa innovativa, per aiutare i giovani imprenditori. C’è un problema di mentalità da superare per essere all’altezza dei tempi. Il prof. Nurzia in chiusura si è chiesto, retoricamente, se la Camera di Commercio di Cagliari con le sue Aziende Speciali (Fiera e Centro Servizi per le Imprese) possa costituire un soggetto di riferimento affidabile per costruire l’auspicata alleanza che integri, nel perseguimento di una missione congiunta, la ricerca e l’impresa. La risposta del sistema camerale, rappresentato dal dott. Erriu, è stata ovviamente positiva. Il nuovo presidente del Centro Servizi all’Impresa, Cristian Atzori, presente alla chiusura della manifestazione, ha confermato questa impostazione con gli impegni conseguenti, che saranno oggetto di un apposito prossimo incontro. Nel mentre ci si è dati appuntamento alla Decima Giornata Nazionale dell’Economia, che la Camera di Cagliari celebra il 4 maggio p.v., dedicandola al tema della “Zona franca di Cagliari: un’opportunità di sviluppo per il territorio”.

La LAMPADA di ALADIN

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A luglio il 1° Salone dell’Innovazione al servizio dell’impresa.
Lo spazio fieristico di Cagliari sarebbe una sede ottimale (vedasi la proposta a suo tempo avanzata da Cristiano Erriu, direttore del Centro Servizi della Camera di Commercio).
- Intervento del prof. Franco Nurzia sul rapporto ricerca/impreseEditoriale di Aladinews

Gli OCCHIALI di PIERO

ALMANACCO DEL GIORNO

9 maggio festa dell’Europa che vogliamo diversa dall’attuale

bandiera sardaeuropa

Vogliamo l’Europa dei popoli con gli Stati Uniti d’Europa in cui possa iscriversi anche la sovranità della nostra Sardegna!


Europa con Bomeluzo

La violenza maschile sulle donne non è una questione privata, ma politica. Un appello di Serena Dandini che invitiamo a sottoscrivere

Ciao,

A volte le cose sono più semplici di quello che sembrano. Non servono investimenti mastodontici e non c’è bisogno di chiamare l’esercito o invocare la pena di morte. In Italia ci sono già leggi, esempi virtuosi, energie locali e esperienze professionali che lavorano da anni contro la violenza alle donne: vanno ascoltate, coordinate, finanziate e collegate in un nuovo piano nazionale.

Una donna maltrattata, minacciata, molestata, umiliata da violenze fisiche o psicologiche è un dramma e un danno per la società intera, non un trascurabile effetto collaterale di una storia d’amore andata a male.

Ricordando Peppino Impastato, assassinato dalla mafia 35 anni fa

Questo non è mio figlio.
Queste non sono le sue mani
questo non è il suo volto.
Questi brandelli di carne
non li ho fatti io. Mio figlio era la voce
che gridava nella piazza
era il rasoio affilato
delle sue parole
era la rabbia
era l’amore
che voleva nascere
che voleva crescere. Questo era mio figlio
quand’era vivo,
quando lottava contro tutti:
mafiosi, fascisti,
uomini di panza
che non valgono neppure un soldo
padri senza figli
lupi senza pietà. Parlo con lui vivo
non so parlare
con i morti.
L’aspetto giorno e notte,
ora si apre la porta
entra, mi abbraccia,
lo chiamo, è nella sua stanza
a studiare, ora esce,
ora torna, il viso
buio come la notte,
ma se ride è il sole
che spunta per la prima volta,
il sole bambino.Questo non è mio figlio.
Questa bara piena
di brandelli di carne
non è di Peppino.

Qui dentro ci sono
tutti i figli
non nati
di un’altra Sicilia.

Foto: Questo non è mio figlio.<br /><br /><br /><br />  Queste non sono le sue mani<br /><br /><br /><br />  questo non è il suo volto.<br /><br /><br /><br />  Questi brandelli di carne<br /><br /><br /><br />  non li ho fatti io.</p><br /><br /><br />  <p>Mio figlio era la voce<br /><br /><br /><br />  che gridava nella piazza<br /><br /><br /><br />  era il rasoio affilato<br /><br /><br /><br />  delle sue parole<br /><br /><br /><br />  era la rabbia<br /><br /><br /><br />  era l’amore<br /><br /><br /><br />  che voleva nascere<br /><br /><br /><br />  che voleva crescere.</p><br /><br /><br />  <p>Questo era mio figlio<br /><br /><br /><br />  quand’era vivo,<br /><br /><br /><br />  quando lottava contro tutti:<br /><br /><br /><br />  mafiosi, fascisti,<br /><br /><br /><br />  uomini di panza<br /><br /><br /><br />  che non valgono neppure un soldo<br /><br /><br /><br />  padri senza figli<br /><br /><br /><br />  lupi senza pietà.</p><br /><br /><br />  <p>Parlo con lui vivo<br /><br /><br /><br />  non so parlare<br /><br /><br /><br />  con i morti.<br /><br /><br /><br />  L’aspetto giorno e notte,<br /><br /><br /><br />  ora si apre la porta<br /><br /><br /><br />  entra, mi abbraccia,<br /><br /><br /><br />  lo chiamo, è nella sua stanza<br /><br /><br /><br />  a studiare, ora esce,<br /><br /><br /><br />  ora torna, il viso<br /><br /><br /><br />  buio come la notte,<br /><br /><br /><br />  ma se ride è il sole<br /><br /><br /><br />  che spunta per la prima volta,<br /><br /><br /><br />  il sole bambino.</p><br /><br /><br />  <p>Questo non è mio figlio.<br /><br /><br /><br />  Questa bara piena<br /><br /><br /><br />  di brandelli di carne<br /><br /><br /><br />  non è di Peppino.</p><br /><br /><br />  <p>Qui dentro ci sono<br /><br /><br /><br />  tutti i figli<br /><br /><br /><br />  non nati<br /><br /><br /><br />  di un’altra Sicilia.