Monthly Archives: aprile 2013
Le nuove cinque domande. ORA SARDEGNA!
Cando si tenet su bentu
Est prezisu bentulare.
E ORA IMPEGNAMOCI PER NOI SARDI E PER LA NOSTRA SARDEGNA!
SA DIE DE SA SARDIGNA 2013: “Sas chimbe preguntas” sabato 27 aprile a Palazzo Viceregio
di Piero Marcialis
Importante incontro questa mattina al Palazzo Viceregio per celebrare Sa Die.
Importante per non aver lasciato cadere nel silenzio le voci di quell’aprile 1794 che fu e rimane l’evento che dimostra che il popolo sardo unito può vincere; importante per aver attualizzato con 5 domande che oggi abbiamo diritto di porre, prima di tutto a noi stessi e non al sovrano distante e distratto, come sardi; importante per le 5 relazioni (Cubeddu, Migheli, Biolchini, Alcioni, Palazzari) che hanno introdotto il dibattito; e poi per i tanti interventi appassionati e le presenze prestigiose. Forse si è addirittura indicato un cammino possibile lungo il quale proseguire verso un diverso e migliore destino che questa nostra nazione aspetta da troppo tempo.
NEREIDE RUDAS
L’illustre studiosa ha inviato al convegno di oggi su Sa Die, non potendo essere presente, un intervento scritto su uno dei temi (domande) proposti, l’emigrazione. Cito da esso: “…alla cospicua emorragia del Novecento sembra aver fatto seguito un sanguinamento per cos’ dire “a goccia”, ma non meno nocivo del massivo flusso emorragico precedente. Esso infatti depaupera la Sardegna di soggetti forti, qualificati e preparati, in cui l’Isola ha investito a lungo risorse e speranze che ora vanno a dare il loro frutto altrove.
Occorre quindi un vasto progetto politico e culturale collettivo e condiviso che tenti di fermare lo stillicidio e renda reversibile e recuperabile la perdita umana, culturale e sociale. Nel giorno di “Sa Die” sento l’esigenza di ribadire che la Sardegna ha bisogno di un grande e orgoglioso sforzo identitario per uscire dalla crisi e avviarsi su una strada più avanzata di modernità, libertà e sviluppo”.
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Ne discutiamo il 27 aprile per festeggiare Sa die de Sa Sardigna
Nel 1793 i sardi rivolsero cinque domande al re sul futuro dell’isola, con un atto che segnò un passaggio cruciale di quella “sarda rivoluzione” che aprì la Sardegna ai valori della modernità (libertà, uguaglianza, fraternità) e che la festa del 28 aprile vuole ricordare. Oggi resta la necessità di interrogarsi sul futuro dell’Isola ma l’interlocutore non possiamo che essere noi stessi, noi sardi.
- La Sardegna ha una classe dirigente e politica all’altezza della crisi che sta vivendo?
- L’Italia serve alla Sardegna? In che misura il superamento della crisi passa da un deciso cambio dei rapporti istituzionali tra la Sardegna e lo Stato italiano?
- Un “Partito della Sardegna”, slegato dalle grandi formazioni nazionali, può essere una risposta alla crisi istituzionale e alla mancanza di una adeguata rappresentanza sia nel parlamento romano che in quello europeo?
- L’introduzione del bilinguismo può essere una risorsa per la Sardegna?
- Quale proposta fare ai giovani sardi che hanno ripreso ad emigrare?
L’evento su fb
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Sa die de sa Sardigna, ecco le cinque domande che chiedono una risposta. Oggi e sabato 27 al Palazzo Viceregio
di Vito Biolchini (dal blog vitobiolchini)
Vi ricordate di Sa die de sa Sardigna? La festa nazionale del popolo sardo è sempre lì, che ci attende ogni 28 aprile. La data prescelta fu da subito contestata da alcuni intellettuali con argomentazioni storiche e politiche, ma in realtà a non piacere era proprio l’idea che, per legge, venisse istituita una festa “nazionale” e per giunta del “popolo sardo”. Scandalo.
Quest’anno le celebrazioni organizzate dalla Regione sono state ridotte ai minimi termini. È per questo motivo che con Salvatore Cubeddu della Fondazione Sardinia, dopo aver organizzato le chiacchierate in sardo nel quartiere della Marina, ci siamo detti: “Perché non facciamo qualcosa?”.
E così siete tutti invitati sabato 27 aprile, a partire dalle 10, al Palazzo Viceregio di Cagliari per l’iniziativa “Sas chimbe preguntas de su 2013, a nois – Le cinque domande del 2013, a noi stessi”.
Perché le cinque domande? Perché nel 1793 i rappresentanti del popolo sardo inviarono alla corona dei Savoia cinque domande con le quali chiedevano un maggiore protagonismo delle élite isolane e una maggiore autonomia alla Sardegna. Ma le rivendicazioni furono rigettate, diventando così il motivo scatenante che portò alla ribellione del 1794.
Oggi non c’è nessun re al cui rivolgere alcuna domanda, ma ci siamo noi, noi sardi, che dobbiamo interrogarci su alcune questioni di importanza fondamentale per il nostro futuro. E lo faremo proprio in quel Palazzo Viceregio dove tutto, 219 anni fa, ebbe inizio.
- La Sardegna ha una classe dirigente e politica all’altezza della crisi che sta vivendo?
- L’Italia serve alla Sardegna? In che misura il superamento della crisi passa da un deciso cambio dei rapporti istituzionali tra la Sardegna e lo Stato italiano?
- Un “Partito della Sardegna”, slegato dalle grandi formazioni nazionali, può essere una risposta alla crisi istituzionale e alla mancanza di una adeguata rappresentanza sia nel parlamento romano che in quello europeo?
- L’introduzione del bilinguismo può essere una risorsa per la Sardegna?
- Quale proposta fare ai giovani sardi che hanno ripreso ad emigrare?
L’incontro non ha una scaletta precostituita. Dopo i saluti della presidente della Provincia Angela Quaquero e del presidente del Consiglio provinciale Roberto Pili, ci saranno gli interventi introduttivi (proposti da Salvatore Cubeddu, Nicolò Migheli, Vito Biolchini, Paola Alcioni e Fabrizio Palazzari) che illustreranno il senso di ciascuna delle cinque domande.
Dopodiché il dibattito, coordinato dal giornalista Piersandro Pillonca, sarà aperto a chiunque vorrà partecipare e che avrà a disposizione cinque minuti per portare il suo contributo alla discussione. Sarà una sorta di assemblea, chi vorrà intervenire potrà farlo, non ci sono interventi già previsti, in tanti sono stati invitati a prendere la parola e ad ascoltare. Con uno spirito costruttivo e non di contrapposizione, perché in ogni giorno di festa che si rispetti bisogna trovare i punti di contatto e non di divisione anche fra chi generalmente è portatore di visioni e interessi diversi.
Le relazioni introduttive verranno pubblicate già dai prossimi giorni, oltre che su questo blog, anche su i siti della Fondazione Sardinia e aladinpensiero.it.
Insieme a questo blog e alla Fondazione Sardinia, promuovono l’iniziativa le associazioni Tramas de Amistade e Riprendiamoci la Sardegna. Di sicuro molti interverranno in sardo, perché ormai dobbiamo abituarci a praticare il bilinguismo anche in occasioni come questa.
A voi ora non resta che far girare la notizia (abbiamo creato anche un evento su Facebook) e rispondere a ciascuna delle cinque domande che vi abbiamo proposto (e anche chi dice che le domande sono stupide, sbagliate, fuori luogo, non è esentato dal dare una risposta).
Festeggiamo Sa die de sa Sardigna 2013. “Sas chimbe preguntas de su 2013, a nois”
Salone di Palazzo Viceregio, CAGLIARI, sabato 27 aprile 2013, ore 10,00
SAS CHIMBE PREGUNTAS DE SU 2013, A NOIS - LE CINQUE DOMANDE DEL 2013, A NOI STESSI
“Sas chimbe preguntas de su 2013, a nois”, “Le cinque domande del 2013, a noi stessi” è il tema dell’iniziativa con la quale la Fondazione Sardinia, le associazioni Tramas de Amistade e ‘Riprendiamoci la Sardegna’, e il blog del giornalista Vito Biolchini vogliono celebrare Sa die de sa Sardigna. Un incontro pubblico e aperto a tutti, una sorta di assemblea nella quale cittadini, intellettuali, politici e amministratori saranno chiamati a rispondere a cinque domande intorno a cui ruota il futuro della nostra isola. Appuntamento sabato 27 aprile a partire dalle 10 nel salone del Palazzo Viceregio, in piazza Palazzo a Cagliari. Coordinerà l’iniziativa il giornalista PiersandroPillonca.
Nel 1793 i sardi rivolsero cinque domande al re sul futuro dell’isola, con un atto che segnò un passaggio cruciale di quella “sarda rivoluzione” che aprì la Sardegna ai valori della modernità (libertà, uguaglianza, fraternità) e che la festa del 28 aprile vuole ricordare. Oggi resta la necessità di interrogarsi sul futuro dell’Isola ma l’interlocutore non possiamo che essere noi stessi, noi sardi.
La Sardegna ha una classe dirigente e politica all’altezza della crisi che sta vivendo?
L’Italia serve alla Sardegna? In che misura il superamento della crisi passa da un deciso cambio dei rapporti istituzionali tra la Sardegna e lo Stato italiano?
Un “Partito della Sardegna”, slegato dalle grandi formazioni nazionali, può essere una risposta alla crisi istituzionale e alla mancanza di una adeguata rappresentanza sia nel parlamento romano che in quello europeo?
L’introduzione del bilinguismo può essere una risorsa per la Sardegna?
Quale proposta fare ai giovani sardi che hanno ripreso ad emigrare?
L’incontro non ha una scaletta precostituita. Dopo i saluti e gli interventi introduttivi che illustreranno il senso di ciascuna delle cinque domande (proposte da Salvatore Cubeddu, Nicolò Migheli, Vito Biolchini, Paola Alcioni e Fabrizio Palazzari), il dibattito sarà aperto a chiunque vorrà partecipare e che avrà a disposizione cinque minuti per portare il suo contributo alla discussione.
All’iniziativa sono stato invitati esponenti del mondo culturale, delle attività produttive, amministratori e politici, con l’intento di condividere un momento di confronto sui problemi e sulle possibili soluzioni alla crisi culturale, economica ed istituzionale che sta colpendo la Sardegna.
Cagliari 23 aprile 2013 Firmato: Fondazione Sardinia, P.za S. Seplcro, 5, CAGLIARI – Associazione ‘Riprendiamoci la Sardegna’, www.vitobiolchini.it
P.S. Per le informazioni e per i contributo al dibattito, entrate nei siti: www.fondazionesardinia.eu, www.vitobiolchini.it , www.aladinpensiero.it
La SEDIA di VANNI per PAOLA RIZZU
D’Amore e D’Anarchia – Un’antologica degli scatti delle lotte della Sardegna degli ultimi anni a cura dell’Artista Sassarese Paola Rizzu
Paola Rizzu, artista sassarese, fotografa. Ha scelto la fotografia come forma di lotta e resistenza. Documenta da tempo, con una tecnica molto raffinata, le lotte dei sardi, i problemi sociali, le tematiche che maggiormente coinvolgono la nostra realtà. Il suo obiettivo va a frugare tra la gente e i suoi problemi realizzando a reportage di grande valore comunicativo. Il disagio, le ingiustizie, il dolore, l’amore e le contraddizioni nella società isolana, diventano cosi oggetto di immagini sociali, di una fotografia che è, allo stesso tempo, osservazione e documentazione ma principalmente denuncia e strumento di lotta per la promozione sociale. In questi giorni, presso il Centro Sociale di Portotorres, è possibile visitare la mostra “ D’Amore e D’Anarchia”. Un’antologica degli scatti delle lotte della Sardegna degli ultimi anni curata dell’artista sassarese. La mostra nasce nel 2012 e viene esposta per la prima volta ad Alghero durante il festival Esperò con il nome “solo per Amore”. Dopo altre tappe arriva a Nuoro con un nuovo nome, diventa “D’amore e di Dolore”. Un omaggio all’artista di Lula Antoni Marras e al suo libro di poesie dedicato alla figlia di Matteo Boe tragicamente uccisa.
Tra le immagini esposte meritano particolare attenzione quelle riguardanti le proteste dei pastori, le lotte per la liberazione di Bruno Bellomonte, alla Chimica Verde, allo sversamento di E-on nel Golfo dell’Asinara, gli scatti sull’occupazione del centro sociale di Portotorres, diventato poi luogo di eccellenza per proposte culturali e l’attivismo sociale nel territorio. La mostra resterà visitabile durante le attività del centro sociale fino alla fine del mese di Aprile.
Mercoledì 24 aprile 2013, dalle ore 19,00 presso C.S.O.A. Pangea, Via Falcone e Borsellino 7, Portotorres
D’Amore e D’Anarchia- Un’antologica degli scatti delle lotte della Sardegna degli ultimi anni a cura dell’Artista Sassarese Paola Rizzu. Durante l’inaugurazione Live showcase Stranos Elementos, Alessandro Zolo, Federico Marras.
Gli OCCHIALI di PIERO
A TUTTI GLI INTERESSATI
Mi assento fino a venerdì. Venerdì alle 18 potremmo vederci al Municipio di Oristano
per Sa Die de sa Sardigna. Sarò là con Salvatore Cubeddu. Racconterò del 28 aprile 1794. Sabato 27 dalle ore 10 a Cagliari Palazzo viceregio festeggeremo Sa Die ponendoci le 5 domande, quelle del 1794 e quelle di oggi. Per maggiori informazioni vedete nei siti della Fondazione Sardinia, di Vito Biolchini e di Aladinews (Aladinpensiero).
Siate felici intanto, io lo sarò.
Piero Marcialis
L’evento su fb: iscrivetevi!
“Sa die de sa Sardigna” festa del popolo sardo, domenica 28 aprile 2013
“Sa die de sa Sardigna”: una lettera-invito di Salvatore Cubeddu
Cari Amici,
adesso (purtroppo) siamo sicuri che dovremo darci da fare per rendere SA DIE DE SA SARDIGNA un po’ meno abbandonata di come la stiano lasciando le istituzioni deputate a promuoverla.
Non si può fare molto per rimediare, ma qualcosa sì. L’idea sarebbe quella di incontrarci il sabato mattina (27 aprile) presso il salone di Palazzo Viceregio per fare memoria del passato e riflettere sui doveri del presente in un clima di fraternità e di amicizia, tra sardi. Potremmo riprendere la formula delle “cinque domande”, da attualizzare nell’oggi. Su di esse chiamare a intervenire, parlando in sardo (ma è ammesso anche l’italiano), dei nostri concittadini impegnati nella politica, nella cultura, nell’amministrazione.
Un caro saluto da SALVATORE CUBEDDU
Ieri c’è stato un incontro presso la Fondazione Sardinia sulla proposta di Salvatore. Tra breve in questo e in altri siti le decisioni su come sarà organizzata l’iniziativa del 28 e l’apertura di un dibattito che speriamo (e ci impegnamo che) sia diffuso e partecipato. A si biri!
Verso la candidatura di Cagliari e sua area vasta Territorio Intelligente, eco-sistema dell’innovazione!
Gli OCCHIALI di PIERO
LENIN, RITA LEVI MONTALCINI e anche LICIO GELLI
LENIN
Nasce il 22 aprile 1870 a Simbirsk, Vladimir Ilic Uljanov
Aveva 17 anni quando suo fratello Aleksandr fu impiccato per aver progettato un attentato allo zar. Si diploma un mese dopo, allievo “più degno per esito, profitto e comportamento”. Quello stesso anno partecipa a un’ assemblea non autorizzata e viene arrestato ed espulso dall’Università. Frequenta circoli rivoluzionari, legge Marx.
Ottenuta l’autorizzazione, in un anno e mezzo prepara tutti gli esami dei quattro anni e si laurea in giurisprudenza. Durante la carestia dell’inverno ’91-’92 si scaglia contro i populisti criticando “le illusioni della filantropia”. Pietroburgo, Svizzera, Parigi, Berlino, lo vedono impegnato in contatti tesi a costruire un’organizzazione rivoluzionaria. Gli scioperi del ’96 a Pietroburgo gli costano 3 anni in Siberia.
Va a Monaco, Londra, Zurigo. Fonda le riviste “Iskra”, la Scintilla, e “Zarjà”, l’Alba.
Gli OCCHIALI di PIERO
AMICI DEL GIAGUARO, CHE VI SEMBRA? GINO STRADA, PIERO CALAMANDREI, MARIO CAPELLI, COMPLEANNI… e IL MARCIO SU ROMA
AMICI DEL GIAGUARO
E’ iniziato il cambiamento.
E’ stato eletto il nuovo Presidente. Sembra il vecchio.
Parla D’Alema, sembra Gasparri.
Parla Letta, sembra Schifani.
La Terza Repubblica sembra una Monarchia.
Il Parlamento sembra la Camera dei Lord.
Il Giaguaro sta ridendo: non ci sono comunisti,
io scherzavo… siamo tutti AMICI !!!