Monthly Archives: marzo 2013

8 marzo


8 marzo con Bomeluzo
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Compagne di parola – Storie di donne del Collettivo femminista di via Donizetti Cagliari – Oggi alle ore 17 Facoltà di Lettere, piazza d’armi, aula Motzo

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

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‎8 MARZO
Va bene, ma le donne bisogna amarle tutti i giorni.

ENERGIE
Di ritorno da un bell’incontro con ragazze/i del Michelangelo.
Stanco ma felice. Parlando di Dante e la Sardegna con Federico Francioni, Dante è stato utile anche per un omaggio alla donna:
Tanto gentile e tanto onesta pare…
il sonetto, dopo 700 anni di vita, ha ricevuto festosi applausi.
Grazie.
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GIOVANNI SPANO
Giovanni Spano Tomba Bonaria CagliariGiovanni Spano fto ritratto olioGIOVANNI SPANO
‎8 marzo 1803. Nasce a Ploaghe (altri dicono il 3 marzo) Giovanni Spano, canonico, teologo, linguista, docente, rettore dell’Università di Cagliari, fondatore dell’archeologia e degli studi sardi. E’ sepolto a Cagliari nel cimitero di Bonaria, sulla sua tomba è scritto: Patriam dilexit, laboravit (Amò la sua terra e per essa lavorò)

La festa della donna anticipa la primavera

8 MARZO. VIVA LE DONNE! VIVA LA PARITA’ DI GENERE SEMPRE E DOVUNQUE!

International Women’s Day
Intervento di Eugenia Tognotti su La Nuova Sardegna 8 marzo 2013

La primavera arriverà!

Tre iniziative tre

Aladinews segnala tre eventi, che si terranno a Cagliari durante la prossima settimana, riguardanti problematiche di grande rilievo per la Sardegna. Si tratta di occasioni di approfondimento su tre questioni strettamente intrecciate: 1) i rapporti con i paesi della sponda sud del Mediterraneo (convegno sulle primavere arabe); 2) convegno nel quale sarà discusso il caso New York, come esempio di capacità di attrazione e crescita delle start up innovative per lo sviluppo del territorio attraverso l’innovazione; 3) convegno sull’agricoltura, come scelta strategica su cui basare un nuovo sviluppo della Sardegna. Ecco i link per le informazioni di dettaglio:

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Povera patria!

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po’ da vivere…
La primavera intanto tarda ad arrivare.

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Franco Battiato
Povera Patria, dall’album Come un cammello in una grondaia (1991)
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Io non mi sento italiano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell’inno nazionale
di cui un po’ mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
se arrivo all’impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po’ sfasciato.
E’ anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che tutto è calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c’è un’aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui mi incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos’è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c’è un’altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido “Italia, Italia”
c’è solo alle partite.
Ma un po’ per non morire
o forse un po’ per celia
abbiam fatto l’Europa
facciamo anche l’Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.


Io non mi sento italiano
di Giorgio Gaber

Povera patria – Analisi del voto

Analisi del voto con Bomeluzo
Aladinanalisi. Povera patria!

LA SEDIA di VANNI TOLA

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Le paure di Grillo

Articolo 67 della Costituzione italiana: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Perché Beppe Grillo ha cosi tanta paura di quest’articolo della Costituzione? Penso tema che accada al suo gruppo parlamentare ciò che è già accaduto in passato. Onorevoli senatori e deputati trasmigrati dal partito per il quale erano stati eletti verso altre formazioni politiche in nome di una distorta interpretazione dell’art 67 e per motivazioni talvolta inconfessabili (leggi corruzione) che niente hanno da spartire sulla legittima assenza del vincolo di mandato per gli eletti. Si va bene mettere le mani avanti ma chi ha portato in Parlamento Beppe Grillo? Giovani sprovveduti e privi di coscienza e morale e pronti a farsi comprare dal primo acquirente o le nuove promesse del panorama politico italiano? Individui capaci di distinguere tra politica intesa come servizio per il paese o politica degli affari, delle consorterie, della corruzione diffusa o giovani uomini e donne ingenui fino alla dabbenaggine? A meno che la paura di Beppe Grillo non sia un’altra e di ben altra natura. Dopo aver creato un movimento politico per molti versi “rivoluzionario”, dopo aver adempiuto la sua missione di portare in parlamento il “lievito” di una nuova classe politica per il cambiamento del Paese, non si sia reso conto di una verità per lui spiacevole. Il suo compito, il suo ruolo e quello di Casaleggio si sono esauriti, non hanno più ragione di esistere. Ora devono farsi da parte e lasciare che i giovani uomini e donne eletti operino al meglio delle loro capacità e competenze. O preferisce continuare a essere lui e soltanto lui quello che pensa e decide per tutti?

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

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INCENDI FAMOSI

Narra Tacito del grande incendio di Roma al tempo di Nerone.
“Incerto se dovuto al caso oppure al dolo del Principe”.

Incendio del Reichstadt (1933, Berlino) Incendio doloso, secondo gli storici decisivo per l’affermazione in Germania del nazismo.

Incendio della Città della Scienza (Napoli, ieri) Incendio doloso, “alimentato da chi vuole distruggere la nostra speranza, ma noi non ci lasceremo piegare”. (Salvatore Borsellino).

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

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HUGO CHAVEZ

E così Hugo Chavez ieri ci ha lasciato. Nemico dell’ignoranza, della fame, della povertà, dell’omofobia, amico del suo popolo, di Cuba e della Palestina, accusato di populismo e di poca democrazia da gente che la democrazia in Sud America l’ha sempre massacrata.

CIDI Convegno 7 marzo 2013 Diritto all’istruzione e sviluppo economico

Compagne di parola. Storie di donne del Collettivo femminista di via Donizetti Cagliari

Compagne di parola - Storie di donne del Collettivo femminista di via Donizetti Cagliari  Altrestorie Aipsa Edizioni

Testi di

Silvia Ambu, Maria Antonietta Calledda, Mariella Cao, M. Nella Caredda, Afra Carubelli, Lulli Castaldi (nella foto), Lella Lallai, Maria Grazia Longhi, M. Gabriella Mereu, Luisa Milia, Anna Rita Oppo, Luisa Salis.

Riuniti e presentati da Maria Grazia Longhi e Luisa Milia

Venerdì 8 marzo ore 17 Aula Magna “ B. R. Motzo” Facoltà di Studi umanistici, Piazza D’Armi, Cagliari 

presenta 

Gabriella Da Re

modera la discussione 

Patrizia Manduchi

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

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Emilio Lussu
‎5 marzo 1975. Muore a Roma il sardo Emilio Lussu, combattente, fondatore del partito sardo, antifascista, carcerato, confinato, fuggiasco, partigiano, azionista, socialista, fondatore del
partito socialista di Unità Proletaria.
Disse a Vecchietti che si chiedeva se nel ’63 ci fosse spazio politico: “Nel 1924 ho fatto una campagna elettorale con una mitragliatrice da campo montata sul tetto della macchina e una bocca di fucile ad ogni finestrino. Ti assicuro, compagno Vecchietti, che allora di spazio politico ce n’era di meno.”
Emilio Lussu Ed 5 3 15

Lode del dubbio

Lode del dubbio
di Bertolt Brecht

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.
Leggete la storia e guardate
in fuga furiosa invincibili eserciti.
In ogni luogo
fortezze indistruttibili rovinano e
anche se innumerabile era l’Armata salpando,
le navi che tornarono
le si poté contare.
Fu così un giorno un uomo sull’inaccessibile vetta
e giunse una nave alla fine
dell’infinito mare.
Oh bello lo scuoter del capo
su verità incontestabili!
Oh il coraggioso medico che cura
l’ammalato senza speranza!
Ma d’ogni dubbio il più bello
è quando coloro che sono
senza fede, senza forza, levano il capo e
alla forza dei loro oppressori
non credono più!
Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
Quante vittime costò!
Com’era difficile accorgersi
Che fosse così e non diverso!
Con un respiro di sollievo un giorno un uomo
nel libro del sapere lo scrisse.
Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
ne vivranno e in quello vedranno un’eterna sapienza
e sprezzeranno i sapienti chi non lo conosce.

Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
gravemente cancella quella tesi.
lntronato dagli ordini, passato alla visita
d’idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d’oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
un libro redatto da Iddio in persona,
erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
Veramente gli è difficile
dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l’uomo
che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare.
Ma sgobba madido di sudore anche l’uomo
che la propria casa si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai.
Splendida è la loro digestione, infallibile il loro giudizio.
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi. Se occorre,
tanto peggio per i fatti. La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti
li odono con l’orecchio della spia.

Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall’acqua i passeggeri di navi che affondano.
Sotto l’ascia dell’assassino
si chiedono se anch’egli non sia un uomo.
Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata, vanno a letto.
La loro attività consiste nell’oscillare.
Il loro motto preferito è: l’istruttoria continua.
Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!
Che giova poter dubitare, a colui
che non riesce a decidersi!
Può sbagliarsi ad agire
chi di motivi troppo scarsi si contenta,
ma inattivo rimane nel pericolo
chi di troppi ha bisogno.
Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perchè hai dubitato
delle guide! E dunque a chi è guidato
permetti il dubbio!

LA TAVOLOZZA di LICIA LISEI

Marco Polo e Rustichello da Pisa :
(…) “Ho visto il prete Gianni e gli Assassini /i templi di Kirmàn e Samarcanda/ la Cina immensa che non ha confini / i Mongoli e il Gran Khan che li comanda .” (…)

L’apecheronza

LA TAVOLOZZA di LICIA LISEI

Cristoforo Colombo e la sua gatta Lanterna…