Monthly Archives: settembre 2012
Per i lavoratori dell’Alcoa oltre l’Alcoa per la Sardegna!
Dopo la rinuncia della Glencore per l’acquisto di Alcoa, il ministro dello Sviluppo si dice comunque sicuro che ci sono altre realtà interessate a rilevare l’azienda. Auguriamocelo. Ma se cosi non fosse? Perché continuare a illudere gli operai e le popolazioni interessate fino allo sfinimento?
Se, come traspare dalle analisi degli economisti, il sistema industriale isolano ha poche e limitate possibilità di ripresa, è forse preferibile pensare a misure di emergenza efficaci e reali, le uniche che servono realmente oggi, pensando contemporaneamente ad un progetto per il futuro.
Per non rassegnarci al disastro industriale. In Sardegna un grande polo agro-alimentare e un’industria di trasformazione dei prodotti alimentari locali
di Vanni Tola
Dopo la rinuncia della Glencore per l’acquisto di Alcoa, il ministro dello Sviluppo si dice comunque sicuro che ci sono altre realtà interessate a rilevare l’azienda. Auguriamocelo. Ma se cosi non fosse? Perché continuare a illudere gli operai e le popolazioni interessate fino allo sfinimento?
Se, come traspare dalle analisi degli economisti, il sistema industriale isolano ha poche e limitate possibilità di ripresa, è forse preferibile pensare a misure di emergenza efficaci e reali, le uniche che servono realmente oggi, pensando contemporaneamente ad un progetto per il futuro.
Tra le misure immediate da adottare, la principale, in termini assoluti, è quella di trovare un’alternativa di reddito e di prospettiva per i lavoratori Alcoa e delle altre realtà industriali in crisi.
Ma è pure necessario che la classe politica regionale, le forze sociali, le organizzazioni politiche comincino a costruire un piano di sviluppo straordinario per l’isola. Un vero nuovo piano di rinascita che dovrà essere finalizzato allo sviluppo e la valorizzazione delle risorse e delle potenzialità locali. In esso dovranno essere riformulati programmi e interventi per l’agro-pastorizia, il turismo, la bonifica delle aree industriali abbandonate o che stanno per esserlo, l’autosufficienza energetica. Magari con il pensiero rivolto alla nascita di un’industria agro-alimentare che sappia valorizzare le produzioni di nicchia delle nostre campagne e riprogrammare le attività esistenti (formaggio, olivo, vino, ortaggi) in una logica di mercato globale. La prospettiva nel medio periodo potrebbe essere quella di realizzare in Sardegna un grande polo agro-alimentare e un’industria di trasformazione dei prodotti alimentari locali capace di operare e competere nei mercati nazionali e internazionali.
Abbiamo tante risorse e potenzialità per poterlo fare. Risorse spesso sottovalutate che invece permetterebbero una competizione dignitosa perfino con i grandi poli alimentari esistenti. Si pensi al clima favorevole, all’ambiente agrario ancora relativamente pulito, alle vaste aree incolte da mettere a coltura, alla presenza costante di turisti (intesi anche come potenziali consumatori dei prodotti) e alle attività di base esistenti (pastorizia, allevamento, viticoltura) che richiedono soltanto una riqualificazione produttiva in funzione della globalizzazione dei mercati e una buona rete di commercializzazione.
Occorre la determinazione necessaria per un’analisi critica e costruttiva delle logiche e delle politiche di sviluppo del passato e altrettanta determinazione per mettere in cantiere un nuovo progetto di sviluppo realmente alternativo a quello realizzato con i vecchi piani di rinascita e con una politica industriale che sarebbe eufemistico definire soltanto inadeguata. Chi saprà raccogliere questa sfida?
Rinvio al 4 ottobre per le start up. Speriamo nell’intercessione di Francesco
Rinviato a giovedì 4 ottobre il Consiglio dei ministri per l’approvazione del decreto sulle start up. Speriamo nell’intercessione di San Francesco
Corrado Passera: «Con le start-up rilanciamo l’occupazione»
- ASPETTANDO GODOT. Riprendiamo integrale un articolo del Corriere della Sera on line di oggi 27 settembre 2012, aspettando domani, nella speranza che il Consiglio dei ministri adotti gli auspicati provvedimenti per favorire la nascita e lo sviluppo delle star up, così come suggeriti dal rapporto Restart Italia.
IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO A TECHCRUNCH ITALY «Con le start-up rilanciamo l’occupazione». Venerdì il giorno della presentazione del pacchetto «Crescita2» per stimolare la ricerca e l’innovazione
III Conferenza regionale su ricerca e innovazione: molte parole, qualche fatto, molte omissioni. Assente la questione LAVORO
III Conferenza regionale sulla ricerca e l’innovazione: in corso di pubblicazione nel sito web dedicato gli interventi dei relatori e le slides di presentazione (quando utilizzate).
Ripubblichiamo il commento di Aladin
Sardegna Che fare? Rimarremmo nella nostra fortezza Bastiani in attesa dei Tartari? Intervento di Salvatore Melis, Rossomori
La Dea ricerca
di Michela Loi
Una delle finalità della L.R. 7 agosto 2007, n. 7 recante la Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna è di sviluppare, attrarre e mantenere nel sistema regionale della ricerca un capitale umano altamente qualificato (comma 2, lettera b dell’articolo 1).
Il senso è chiaro, soprattutto quello della parola mantenere. È così nei fatti? Questa strepitosa legge, perchè di fatto lo è e dovremmo andarne fieri, sta veramente riuscendo a mantenere qui il capitale umano altamente qualificato? E se sì, quali sono le condizioni economiche e lavorative che segnano il percorso di questo capitale umano coinvolto dalla legge? Perchè se il contesto non comprende il significato della parola mantenere, dietro questa finalità si nasconde qualcosa che non definisco vantaggioso, almeno per chi ne usufruisce in ultima istanza.
Infatti, chi partecipa come borsista della legge 7, quali prospettive ha di continuare a poter usare la propria intelligenza e tutto ciò che ha imparato di nuovo, per svolgere attività di ricerca che avvantaggino anche la sua carriera, una volta concluso il progetto finanziato? In sintesi, qual è il vantaggio, per questo capitale umano, di dare anni della propria vita partecipando a un sistema che lo butterà via come una batteria scarica alla chiusura del progetto? Era questa l’idea della legge? E dell’esperienza, anch’essa ricca, qualificata e qualificante, cosa se ne farà il contesto produttivo di una Regione allo sfascio? È possibile riuscire a conciliare l’idea dell’avanzamento scientifico, con l’idea di tenersi strette le persone che danno risultati, che sono in grado di contribuire veramente all’avanzamento scientifico? La mia risposta è no.
È come se chiedessimo alle nuove generazioni, illuse di poter scegliere, di immolarsi per amore della ricerca. Di dare il proprio sangue alla Dea Ricerca, e poi sparire.
Credo sia giunto il momento di dire no. Credo che questo capitale umano qualificato debba iniziare a pensare a se stesso e, possibilmente, anche allo sviluppo economico della Regione Sardegna. Prima di abbandonarla, con la stessa passione con cui si sogna di essere parte del mondo della ricerca, dovrebbe impegnarsi a creare nuove opportunità di sviluppo e di lavoro per sé e per altre persone, magari dando qualche possibilità agli esodati degli esodati, dando lavoro a chi lo ha perso e a chi certamente non lo riavrà, se starà in Sardegna.
Veramente, oggi dovremmo usare tutta la nostra intelligenza per realizzare vere alternative e sottrarci a un sistema che non è in grado di dare le risposte che avremmo voluto, che non può presentarci soluzioni perchè ne è incapace. Non si può più stare ad ascoltare i fiumi di parole che raccontano di un futuro prospero, quando la povertà si tocca a piene mani e quelle mani sono sempre le nostre. Ma non si può neanche andare via, semplicemente.
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La Terza Conferenza sulla ricerca e l’innovazione. La politica lascia tutto in mano ai professori!
Qualcosa di buono si muove: è la giovane impresa
Sardegna Che fare? La relazione di Guido Melis alla Scuola politica delle Acli. Un importante contributo al dibattito
Non ci sono solo i disastri del sistema industriale sardo. Qualcosa di buono si muove: è la giovane impresa
di Aladin
Sono interessanti i dati sulla partecipazione dei giovani under 35 alle imprese* forniti dal cosidetto “cruscotto”, gestito da InfoCamere per il sistema camerale italiano, soprattutto per quel che ci riguarda, i dati della Sardegna e della provincia di Cagliari, allineati con i dati nazionali, ma indietro di qualche punto rispetto ai dati dell’area meridionale. E’ da tener d’occhio il dato della giovane impresa perchè a partire dai mesi di agosto/settembre subirà, presumibilmente, un notevole balzo in avanti. Una spinta in certa parte dovuta all’ingresso nell’agone economico delle nuove imprese create con le nuove tipologie di srl (società a rl semplificata, società a rl a capitale ridotto) e che, sempre presumibilmente, si accentuerà con l’attesa istituzione della società a rl innovativa (iSRL) promossa (e promessa) dal ministro Passera (vedi progetto Restart Italia). Tenendo conto del blocco delle assunzioni nelle amministrazioni pubbliche e della stasi delle assunzioni nelle imprese private, giocoforza migliaia di giovani tenteranno l’avventura dell’impresa. Giocheranno ovviamente come ulteriore stimolo le importanti provvidenze pubbliche (in gran parte di fonte europea) presenti o di prossima presenza sul campo (esempi: Promuovidea, Impresa donna, Impresa innovativa, Microcredito)**, ma anche (timidamente) di fonte privatistica (promozioni delle Banche, come buon ultima la recente iniziativa di Intesa-Banca di Credito Sardo). In tutto questo possono leggersi opportunità o annunciati fallimenti, entusiasmi e disperazione e così via… ma è una situazione per la nostra società (italiana e sarda) in gran parte inedita, da volgere per quanto possibile in positivo. Qui deve intervenire in aiuto il concetto gramsciano dell’ottimismo della volontà contro il pessimismo della ragione.
Non dimentichiamo certo che tutto cammina sulle gambe degli uomini (per noi: dei sardi), tra questi sopratutto i giovani, capaci di credere nell’innovazione e di perseguirla con convinzione, facendola.
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Note
* Definizione di Imprese giovanili (InfoCamere): l’insieme delle imprese in cui la partecipazione di persone ‘under 35′ risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite
** L’elenco è parziale: non si può evitare di osservare la frammentazione e dispersione di interventi, spesso privi di collegamento e connessioni, con anche duplicazioni e sovrapposizioni e comunque segnati dall’inesistenza di una visione sistemica. Un autentico disastro che, al di là di una serie di risultati positivi, provoca disfunzioni e perdita di risorse, di cui in ultima analisi sono vittime le giovani generazioni.
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Venerdì 28 i primi provvedimenti sulle start up all’attenzione del Consiglio dei Ministri? Così ha promesso Passera
Disponibile sul sito di Italiastartup il video sull’evento del 13 settembre in cui è stato presentato il rapporto della task force voluta dal ministro Corrado Passera
http://www.youtube.com/watch?v=OIHAUWFn_Uc&feature=player_embedded
La Dea ricerca
di Michela Loi
Una delle finalità della L.R. 7 agosto 2007, n. 7 recante la Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna è di sviluppare, attrarre e mantenere nel sistema regionale della ricerca un capitale umano altamente qualificato (comma 2, lettera b dell’articolo 1).