Monthly Archives: giugno 2012
Ma quale libertà religiosa!
I Giganti di Mont’e Prama devono restare insieme. Appello degli studiosi di archeologia
Uno stato senza etica
Ripubblichiamo senza cambiare una virgola l’editoriale di Aladinpensiero dell’8 giugno 2012*
di Franco Meloni
Non è serio e neppure morale che lo Stato non adempia ad obblighi fissati in una sua legge. Dopo aver atteso circa cinque mesi dalla notizia, data con grande enfasi e battage pubblicitario, alla faccia di una precisa disposizione che prevede l’emanazione del decreto interministeriale entro 60 giorni dalla conversione in legge del decreto legge, ancora non si hanno notizie. I giovani che si erano illusi di poter disporre di una tipologia di società che facesse risparmiare loro un po’ di denari sono tuttora in attesa, delusi e amareggiati. Il danno in qualche caso è notevole, se si considera che la nuova tipologia di società poteva agevolare l’utilizzazione di opportunità attraverso i fondi comunitari. Nonostante le pressioni di moltissimi giovani aspiranti imprenditori e l’interessamento di alcuni parlamentari (A. Schirru, F. Laratta hanno presentato apposite interrogazioni al governo) non si conosce tuttora precisamente dov’è ferma la bozza del decreto interministeriale. Sull’intera questione è calato un assurdo silenzio e chi sa fa dichiarazioni a dir poco reticenti, alla faccia dei principi di trasparenza che dovrebbero informare le pubbliche amministrazioni. Le stesse voci di miglioramento delle disposizioni che regolano le società semplificate suonano a questo punto come ulteriore beffa, considerato che potrebbero portare ad allungare i tempi, con grande nocumento per l’economia del paese e soprattutto per i giovani. Anche in questa circostanza ci chiediamo: ma questo andazzo può ancora continuare? Chiediamo troppo a volere uno Stato serio e trasparente? Aveva ragione Ennio Flaiano a sostenere che “si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi governa”.
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SSRL: sito fb dedicato
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* Tra i parlamentari che hanno rivolto interrogazioni o comunque si sono interessati alla vicenda aggiungiamo Fabio Gava e Niccolò Rinaldi.
Messaggio urgente al Governo italiano. Siamo “sovversivi” alla Flaiano e vi diciamo: questa è la legge, applicatela!
Gazzetta Ufficiale N. 79 del 3 Aprile 2012
TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 24 gennaio 2012 , n. 1
Ripubblicazione del testo del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 (in Supplemento ordinario n. 18/L alla Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 19 del 24 gennaio 2012), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27 (in Supplemento ordinario n. 53/L alla Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 71 del 24 marzo 2012), recante: «Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitivita’.». (12A03890)
(…)
Titolo I Concorrenza Capo I Norme generali sulle liberalizzazioni
Art. 3 Accesso dei giovani alla costituzione di societa’ a responsabilita’ limitata
1. Nel libro V, titolo V, capo VII, sezione I, del codice civile, dopo l’articolo 2463 e’ aggiunto il seguente:
Abbiamo un bisogno disperato di un ceto dirigente all’altezza della sfida. Per ora non si vede e il tempo è finito.
E’ un mondo fuori dai cardini, e se a noi è dato in sorte di rimediare, non è detto che ci si riesca. Il quotidiano che stiamo vivendo va oltre ogni immaginazione. Siamo schiacciati nella contingenza e senza futuro. Chi ci dovrebbe rappresentare in quanto eletto va per percorsi che hanno nella perpetuazione del ruolo e dello status l’unica bussola del proprio agire. Tutti eredi dell’Unico stirneriano.
Cosa lega lo scandalo delle Carte Vaticane a un governo che sotto la foglia di fico della tecnica si sta dimostrano forte con i deboli e debole con i forti? Cosa lega una giunta che nomina un giovanotto di belle speranze alla presidenza di un ente regionale, ad una Sardegna nel precipizio? Cosa lega la paralisi dell’Europa ad un presidente di provincia, ad un sindaco e a due assessori alla cultura, che per protestare contro la mancanza di finanziamenti per un consorzio di biblioteche annunciano un rogo di libri, evocando drammi da Berlino degli anni Trenta? -Solo il fatto che persone che si dichiarano democratiche pensino a cose del genere fa accapponare la pelle.- Che rapporto c’è tra il voto del Senato contro l’arresto di De Gregorio e le nomine consociative delle autorità di garanzia? E non si dica che sono fatti che appartengono solo alla politica, comprese le trame vaticane.
Ci avevano raccontato della politica malata e della società civile sana, che la tecnocrazia ci avrebbe salvato, che le banche e le università erano la riserva di classe dirigente della Repubblica. Gli scandali Profumo e Gotti Tedeschi sono la spia di un morbo profondo che ha investito tutta l’èlite di questo paese. Una caduta generalizzata di autorità ed una fuga dalle responsabilità sociali. Edmund Husserl, nello smarrimento tedesco del primo dopoguerra, sosteneva che la politica democratica è relazione, che questa si fonda su di una vita “etica” degli individui. L’idea di una vita vissuta nella autodisciplina, nella “autoregolazione all’insegna della costante vigilanza su di sé” in “una educazione al sé che non ha mai fine.” Una relazione di mutuo riconoscimento continuo, che da valore alle forme moderne di autorità. Un passaggio fondamentale in tempi in cui le autorità ascritte, venivano messe in dubbio dalla società aperta.
Ancor di più oggi, in tempi “orizzontali,” in cui l’autorità data dalla funzione elettiva dovrebbe essere temporanea. Viviamo invece nell’esatto contrario. L’elezione come ordalia. Il giudizio del dio popolo che poi giustifica l’occupazione manu militari del gruppo vincente, solo perché l’investitura e l’autorità conseguente è sancita dal voto. Abbiamo avuto vent’anni di lavaggio del cervello, evidentemente però è tornato utile a molti che hanno assunto una carica pubblica.
Chistopher Lasch con il suo “la ribellione delle èlite” fin dagli anni ’90 aveva intravisto il pericolo, ceti egemoni che si sottraggono a qualsiasi contratto e controllo sociale. La predicazione dell’individualismo esasperato ha portato all’attuale disfacimento. Ad una lotta di tutti contro tutti. Si pensava che la fine del berlusconismo e la crisi avrebbero portato ad una rigenerazione sociale, ad un bisogno di contrastare le forze centrifughe con un nuovo ruolo del Bene Comune e dell’intervento pubblico. Se non altro perché in tempi di crisi c’è bisogno di punti certi, di rassicurazione. Invece sta avvenendo l’esatto contrario.
La crisi italiana, a questo punto anche quella europea sta tutta lì. In un fuggire dalle responsabilità pubbliche date da ruolo e funzione. In luoghi come la nostra Sardegna simili comportamenti hanno ormai del patologico. All’insegna di un sovranismo opportunistico, che non si nutre di progetto ma di sole affermazioni mediatiche, si sta assistendo ad un totale rimescolamento di carte. I responsabili dello sfascio che tentano di salvarsi con alleanze che vanno oltre le classiche divisioni tra destra e sinistra. Certe èlite accarezzano progetti simili, incuranti del fatto che chi dovrebbe votarli tali comportamenti li giudicano inaccettabili. La cosiddetta “fine delle ideologie” giustificherebbe tutto, ancor di più se coniugato con il riscatto dei Sardi.
Ma le differenze esistono. Che idee hanno, ad esempio, su cultura e scuola? Chi idee hanno sulla lingua sarda? Basta scrivere in sardo a Monti? Che idee hanno sul paesaggio e sugli strumenti di salvaguardia, o il tutto deve essere riformato per favorire gli investimenti degli autocrati arabi e i barbeque locali? Come vedono la Sardegna tra vent’anni? Non è vero che il solo contrasto con il governo italiano comporti un agire comune. Le stesse forme di rivendicazione possono essere declinate in maniera differente. Ci si potrebbe accontentare, come sempre è avvenuto, del ruolo di intermediazione e di un rivendicazionismo parolaio. Il ruolo di arrendadore è sempre molto appetito perché comporta benefici evidenti. Oppure agire con una assunzione di responsabilità e quindi di sovranità progressiva. Il finanziere Soros sostiene che la crisi dell’euro, comporterà un Centro Europa forte e l’area mediterranea sempre più debole e povera.
Non è detto che sia così, ma chi si candida a governare la Sardegna dovrà assumere questa previsione come reale. Fare il Presidente della Regione in una simile contingenza sarà svolgere un compito terribile che riuscirà a trovare l’autorità nell’agire per i Sardi. Abbiamo un bisogno disperato di un ceto dirigente all’altezza della sfida. Per ora non si vede e il tempo è finito.
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Articolo già pubblicato su Sardegnademocratica
Inaugurazione GArt. Animalia urbis (…et orbis)
Sabato 23 giugno alle ore 19 inaugurazione G Art
Via Lanusei, 5 Cagliari Mostra collettiva di arte, fotografia, artigianato. Su fb
Licia Lisei, Peppino Spanu, M.Gabriella Manca, Paolo Medas, Anna Lisei, Enrica Gabba
SSRL: nuova interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia. Che fa il ministro Severino? Risponde? Ma, soprattutto: lo emana questo benedetto decreto?
Roma, 22 giu. (Adnkronos) – E’ stata depositata da Fabio Gava, parlamentare veneto dei Liberali per l’Italia, su segnalazione di alcuni giovani neo-imprenditori del territorio di Treviso, una interrogazione ai ministri della Giustizia e dello Sviluppo Economico in merito alla costituzione delle Srls, le cosiddette Societa’ a Responsabilita’ Limitata Semplificata. La norma contenuta nel decreto liberalizzazioni prevedeva che entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, venisse tipizzato lo statuto standard della societa’ e fossero individuati i criteri di accertamento delle qualita’ soggettive dei soci. Il termine previsto dalla norma e’ scaduto lo scorso 25 maggio, un mese fa ormai, senza che si sia dato seguito da parte dei citati ministeri a tale adempimento.
SSRL: la situazione si complica sempre di più. La strada migliore è quella più semplice: Governo emana subito il decreto interministeriale ex lege 27/2012!
Messaggio al presidente del Consiglio Mario Monti, al ministro della Giustizia Paola Severino, al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera (nella foto).
Come è purtroppo normale in Italia la situazione si complica sempre di più: così le proposte di modifiche alla normativa sulle SSRL vanno vieppiù ingarbugliandosi, anche tenuto conto del turbolento clima politico. Allo stato la strada giusta è una sola: il Governo emani senza indugi il decreto interministeriale che consenta la costituzione delle SSRL ex lege 27/2012!
SSRL: si estende il dibattito sulla rete
Società giovanili finite prima di nascere
di sillacellino
Ora abbiamo anche un governo che censura i suoi stessi provvedimenti. Censura è troppo forte? Diciamo ripensa.
Doing Business 2012: il rapporto sui Paesi dove è più facile fare affari. Marocco meglio dell’Italia che risulta 87esima
Ecco la notizia riportata dalla news “First online”
Secondo il rapporto “Doing Business 2012 – Doing business in a more transparent world”, è il Paese nordafricano quello che ha meglio riformato il proprio sistema negli ultimi anni, rendendo più agili le attività economiche. Al primo posto sempre Singapore, mentre la Danimarca (sesta) comanda la graduatoria europea. Indietro l’Italia: 87esima.
Se vuoi leggere tutto l’articolo collegati alla rivista . L’articolo è stato ripreso anche da Aladinpensiero fb.
SSRL. Cari lettori, Vi scrive il direttore don Chisciotte
Cari lettori,
con tutta la pazienza di cui sono allo stato capace, ho telefonato poco fa (mentre scrivo sono le 15.37) al dirigente della segreteria dell’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, chiedendo informazioni sull’emanazione del decreto interministeriale ex lege 27/2012. Il dirigente, che mi ha ascoltato con cortese attenzione, non avendo presente la nostra questione (sic!), mi ha chiesto di inviare una mail circostanziata all’Ufficio Legislativo e all’Ufficio Stampa. Lasciando perdere il fatto che mail ne abbiamo inviato a bizzeffe, ne ho scritto una nuova, che trovate in fondo a questa nota e ho spedito la stessa missiva agli unici indirizzi mail che ho trovato sul sito del Ministero (se ne avete altri segnalatemeli).
Che dire? Aspettiamo vigili e continuiamo a premere, inviando mail e interessando alla nostra vicenda quante più persone possibili, a partire da quelle che ci hanno dato ascolto e già hanno collaborato con noi.
Povera Italia! Personalmente mi sento e sento che tutti siamo un po’ don Chisciotte!