Monthly Archives: maggio 2012
La finanza d’impresa per l’innovazione. Se il cavallo non vuole bere…
di Franco Meloni
E’ molto conosciuta la metafora “l’acqua c’è ma il cavallo non beve” utilizzata dall’economista Keynes per sostenere che come non si può costringere un cavallo che non ha sete a bere (anche avendone necessità), così non si può, aumentando la liquidità disponibile, indurre le imprese ad investire. Bene, la metafora potrebbe applicarsi in modo pertinente alle imprese start up, perlomeno a quelle sarde, le quali nonostante necessitino di credito (l’acqua) e abbiano a disposizione interessanti strumenti di finanziamento, come il venture capital ed altre tipologie affini (l’abbeveratorio ben approvvigionato), non ne approffittano. Almeno così ci è parso di capire dall’interessante tavola rotonda (“La finanza d’impresa per l’innovazione”) organizzata oggi (16 maggio) dalla Confindustria Sardegna Meridionale, precisamente promossa dal suo Gruppo di lavoro “Innovazione e ricerca” coordinato da Mario Mariani. Infatti i rappresentanti delle società di venture capital (VC) operanti in Sardegna hanno dato conto del fatto che allo stato sono disponibili considerevoli risorse finanziarie ben superiori rispetto a quante ne richiedano (e ne ottengano) le imprese innovative. Certo, i famosi cavalli (si tratta soprattutto di puledri, ancor più bisognosi di acqua dei cavalli maturi) non sono poi così numerosi, ma tuttavia in gran parte recalcitranti (o distratti e disinformati). Vero è che fa ben sperare in un’inversione di tendenza la straordinaria partecipazione di imprenditori e di operatori che oggi affollavano il salone confindustriale di viale Colombo e, ancor più, le prenotazioni di colloqui be to be da parte di una ventina di imprese start up sarde (o intenzionate a investire in Sardegna) con i rappresentanti delle società di VC, al fine di verificare le concrete opportunità di finanziamenti. Tuttavia, anche riconoscendo questi segnali positivi, la situazione non è affatto buona. Al fine di migliorarla, individuando possibili soluzioni, occorre fare uno sforzo di analisi, in modo aperto e senza infingimenti. Al riguardo bisogna riconoscere che un’apprezzabile riflessione l’ha fatta Antonio Tilocca, presidente della Sfirs, il quale ha riconosciuto un’insufficiente iniziativa della parte pubblica. E non in quanto si faccia poco, ma perchè quello che si fa lo si fa a ranghi sparsi, senza un’adeguata collaborazione “a sistema” degli attori pubblici e anche privati che operano nel settore. Da quanto ci è stato raccontato oggi, ogni giovane (universitario e non solo) rappresenta una potenziale start up che può concretizzarsi. Perchè accada occorre fare spazio e dare ossigeno a questi nuovi imprenditori, aiutandoli a crescere, mettendo anche in conto i possibili e in certa misura inevitabili fallimenti (ma è un costo che si può pagare, cercando comunque di salvaguardare le persone). Se si fa una politica lungimirante i risultati arrivano e arriveranno, come dimostrano non solo gli stracitati americani, ma anche i numerosi casi di successo italiani, spesso riconosciuti più all’estero che in casa nostra. Un segnale positivo è stato anche individuato nella task force costituita dal ministro Corrado Passera (MISE) per favorire la nascita e lo sviluppo delle start up innovative in Italia. Dunque, lode a Confindustria per l’iniziativa, auspicando che da oggi si cominci a costruire un’alleanza tra gli operatori pubblici (Regione, Enti locali, Camere di Commercio, Università, Sfirs, etc.) e privati (Imprese, Associazioni di categoria, Confidi, etc) i quali tutti possono e debbono concordare azioni positive “a sistema” per il sostegno e la crescita delle imprese innovative.
La trama di un’epoca: ricordando Joyce Lussu nel centenario della nascita
Venerdì 18 maggio a Cagliari, all’Hotel Regina Margherita, alle 18,30 grande appuntamento per celebrare il Centenario della nascita di Joyce Lussu. La trama di un’epoca, con la presentazione in anteprima a Cagliari di Portrait di Joyce Lussu: un prezioso film intervista firmato da Marco Bellocchio, la partecipazione di prestigiosi ospiti e le letture scelte da mieleamaro.
Novità per la costituzione delle società a responsabilità limitata semplificate
Migramed 2012 a Cagliari. Convegno pubblico giovedì 17 maggio
MigraMed 2012
Meeting internazionale delle Caritas del Mediterraneo |
Cagliari, 16-18 maggio 2012
Caritas Dossier di approfondimento (pdf)
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La cultura ci salverà. Cagliari ricordi degnamente un suo grande artista: Giuseppe Antonio Lonis
Se vi capita di passare nella via Manno, anche se di fretta, entrate per un attimo nella chiesa di Sant’Antonio Abate (per i cagliaritani “Sant’Antoni de sa Costa” o “Sant’Antoni de su fogu”). Non c’è bisogno che entriate dentro la chiesa (che peraltro merita una visita), potete fermarvi proprio all’ingresso per guardare le due statue lignee che sono poste in nicchie protette da vetri, a destra e a sinistra nel vano subito dopo il portone d’accesso.
La Pubblica Amministrazione palla al piede del paese? Come possiamo cambiare le pubbliche amministrazioni? Gianfranco Rebora avvia il dibattito con una sua riflessione
Oltre la crisi fiscale dello Stato. Dalle riforme amministrative a un progetto di trasformazione delle pubbliche amministrazioni
a cura di Gianfranco Rebora
Questo intervento apre un discorso che l’autore intende avviare e proseguire attraverso una pluralità di luoghi di confronto culturale e politico: l’idea di fondo è che il nostro Paese abbia bisogno di pubbliche amministrazioni diverse da quelle che conosciamo e che ci sia un problema di sistema e di strutture non solo di comportamenti di gruppi e singoli. Cambiare strutture e sistema diviene necessario anche per valorizzare e diffondere quei comportamenti positivi che oggi vengono in tanti modi scoraggiati. Commenti e suggerimenti sono graditi (grebora @liuc.it – www.gianfrancorebora.org). Aladinpensiero si impegna a dare e sollecitare contributi per far crescere un grande dibattito che porti a effettivi cambiamenti delle p.a., che, in certa parte, potrebbero essere immediatamente praticati, mentre in altra parte richiedono importanti modifiche delle normative. A tal fine, a partire dalla proposizione dell’intervento di Gianfranco Rebora, Aladinpensiero promuoverà una serie di iniziative diversificate, ricercando la collaborazione di altre organizzazioni e di singoli che vogliano impegnarsi sulle richiamate tematiche.
PUBBLICATO IL XII RAPPORTO SULLA FORMAZIONE CONTINUA
(Informazione Isfol) Continuare ad apprendere, per rispondere meglio alle potenziali richieste di un mercato del lavoro che evolve.
Nella complessità della situazione odierna cogliere le opportunità per costituire legami forti tra le strutture di ricerca e le imprese operanti nel territorio
di Franco Nurzia*
Nell’introdurre i lavori di questo seminario [28 aprile 2012] concordo con l’atteggiamento degli organizzatori che non hanno voluto dare ad esso un eccessivo risalto. Si sta infatti attraversando un momento di riflessione e discussione che, a mio parere, deve condurre ad una migliore focalizzazione dei rapporti tra il sistema della ricerca e quello delle imprese.
Anche se la mia posizione riflette il punto di vista di uno che ha svolto per più di quarant’anni ricerca nel settore dell’Ingegneria Industriale ed in particolare di quella Meccanica, debbo dire che raramente ho percepito situazioni di difficoltà simili a quelle attuali. Sarà perché i ridimensionamenti verificatesi nella grande industria hanno comportato anche una progressiva contrazione delle attività di ricerca, sarà perché gli indirizzi che sta prendendo il sistema universitario penalizzeranno sedi come la nostra, ma certo è che la situazione, fatte salve le debite eccezioni, non favorisce un atteggiamento ottimista.
(nella foto, di repertorio, Franco Nurzia e Franco Meloni, fino al 2009 ai vertici dell’area Innovazione dell’Ateneo di Cagliari, nella rispettiva veste di pro-rettore all’innovazione e dirigente della Dirinnova
Rivolgendo l’attenzione al tema che ci riunisce, rapporti tra ricerca e imprese, osserviamo che non a caso il seminario è promosso dalla Camera di Commercio, cioè da un Ente a forte valenza territoriale e sensibile, almeno in linea di principio, alle interazioni tra il sistema della ricerca e le realtà produttive operanti nel territorio. Si pongono allora due necessari interrogativi, e cioè che cosa ha fatto il sistema della ricerca per il sistema delle imprese, ma anche che cosa ha chiesto il mondo delle imprese al sistema della ricerca.
Non v’è dubbio che molta della ricerca sviluppata nel passato, per molteplici e comprensibili ragioni, sulle quali in questo momento non intendo addentrarmi, abbia avuto poca attinenza con il territorio; tuttavia oggi si potrebbe assistere ad un ulteriore impoverimento dei rapporti poichè potrebbe anche accadere che docenti di discipline che possono legarsi a problematiche territoriali, per ragioni connesse alle modalità di valutazione della qualità della ricerca basate su indicatori bibliometrici, siano indotti ad occuparsi di tematiche con minori ricadute territoriali ma presentanti un maggior interesse per la letteratura scientifica internazionale. Potrebbe quindi verificarsi per alcuni, pur importanti, settori un ulteriore allontanamento dell’attenzione dell’Università verso il mondo produttivo regionale con l’indebolimento del ruolo essenziale che potrebbe e dovrebbe svolgere l’Università per lo sviluppo del territorio.
A queste considerazioni si aggiunga anche la constatazione che molti dei nostri migliori allievi trovano occupazione fuori dalla Sardegna, spesso all’estero ed in posizioni di prestigio. Orbene se da un lato questo testimonia la validità della formazione impartita dal nostro Ateneo, dall’altro pone in luce sia la crisi occupazionale sia lo scarso collegamento tra i due ambienti.
Ed infatti anche il secondo quesito su quanto il mondo delle imprese o in generale il territorio conosca, interpelli e stimoli la “propria “ Università trova limitate risposte. Sovente non si conoscono le reali competenze, scientifiche e formative, presenti nell’Università e si incontrano difficoltà di dialogo, talvolta per timore di affrontare costi elevati, altre volte per definire gli obbiettivi e armonizzare gli interessi.
A mio avviso non si possono neppure ritenere portatrici di notevoli ricadute sul sistema delle imprese i progetti di ricerca condotti in collaborazione tra Università, Centri di Ricerca ed imprese su tematiche spesso importanti e di ampio respiro. In realtà in molti casi tali attività spesso si risolvono con gli apporti separati dei diversi partecipanti attraverso le competenze disponibili, con vantaggi per ciascuno, ma in generale senza determinare una interazione più profonda tra i due sistemi che possa prolungarsi nel tempo con i relativi coinvolgimenti ed arricchimenti.
Il tema che ci riunisce è piuttosto complesso e la nostra discussione deve cercare di dare un contributo per individuare possibili percorsi per avviare collaborazioni efficaci. Vorrei però fare due ulteriori considerazioni.
La prima riguarda la possibilità di svolgere attività di ricerca in proprio da parte delle imprese.
Mentre la grande imprese possiede le risorse per investire in tale attività e comunque è in grado di far svolgere quegli studi presso qualunque Centro di Ricerca od Università ovunque esso sia, non altrettanto accade per la piccola impresa, spesso impossibilitata economicamente ad indirizzare risorse umane e materiali in attività di studio e ricerca.
A questo si aggiunga che non ci si improvvisa ricercatori. E’ una questione di metodo e di forma mentis che chi opera nella ricerca acquisisce nel tempo, imparando a convivere, se ci si riferisce ad esempio ai settori tecnologici, con un continuo susseguirsi di prove di laboratorio, analisi teoriche e messa in discussione delle ipotesi di lavoro sino al conseguimento di un risultato accettabile. E’ evidente allora che in contesti come quello a noi vicino la ricerca può essere fatta solo dall’Università o Centri di Ricerca attrezzati per le competenze presenti e per la possibilità di dedicare ad essa le necessarie energie. E’ quindi preferibile, nell’interesse di un reale coinvolgimento del sistema della ricerca nelle problematiche di sviluppo delle imprese, che si scelgano forme di finanziamento dell’ attività di ricerca a strutture dedicate, ma ponendo il vincolo di operare su indicazione o in stretta connessione con le imprese per il raggiungimento di risultati utilizzabili dalle stesse. In altri termini, da un lato è necessario evitare che per le imprese il finanziamento per la ricerca divenga una delle tante poste di entrata e dall’altro è importante vincolare il finanziamento alle strutture di ricerca al raggiungimento ( anche in termini temporali) di obbiettivi concretamente valutabili da parte delle imprese. Una ipotesi interessante, peraltro già ventilata in sede di politica regionale, è quella di istituire dei voucher da conferirsi alle imprese per una loro utilizzazione presso strutture di ricerca.
La seconda riguarda le tematiche di ricerca e il contesto in cui vengono svolte . Anche se giustamente l’attività di ricerca viene legata ad un discorso di innovazione, è necessario tener presente che molte delle attività vanno indirizzate non tanto ad innovazioni di prodotto quanto piuttosto ad innovazioni di processo, includendo in tali termini, per brevità, anche tutti gli altri aspetti che concorrono a rendere più competitiva l’azienda. Orbene, limitando le osservazioni agli aspetti tecnologici, in molte piccole realtà si registra anche un deficit di conoscenze per esempio nell’impiego di nuovi materiali e di processi lavorativi. E’ necessario pertanto agire perché possano compiersi quelle operazioni di trasferimento tecnologico indispensabili per far crescere le acquisizioni tecnologiche dell’impresa e quindi favorirne lo sviluppo. E’ evidente che tale attività precede quella di ricerca in senso stretto ma costituisce un passaggio ineludibile e può essere messa in conto nel quadro delle attività di formazione di elevato profilo.
Credo che vi siano molti elementi per poter avviare un discussione che mi auguro proficua.
Indubbiamente in questo momento vi sono spazi ed opportunità di interventi per Enti territoriali per incentivare e orientare l’attività di ricerca. Paradossalmente la complessità della situazione che ho cercato di rappresentare potrebbe costituire una occasione da non perdere per costituire legami forti tra le strutture di ricerca e le imprese operanti nel territorio.
E’ altresì evidente che può essere necessario superare le forme tradizionali di rapporti tra i due sistemi e può essere utile utilizzare forme nuove quali possono aversi attraverso i centri di competenza tecnologica, gli incubatori per imprese innovative , le fondazioni etc., cioè attraverso strutture che possano da un lato essere interlocutori unici ma, allo stesso tempo , essere capaci di svolgere un ruolo di complessa “mediazione” tra i diversi interlocutori.
Gli strumenti possono dunque essere molteplici e possono essere potenzialmente tutti efficaci ovvero infruttuosi.
I risultati sono legati alle risorse disponibili, sia quelle materiali sia quelle umane. Anzi vorrei sottolineare proprio l’importanza di queste ultime, poiché è ben noto che chi si impegna sulle frontiere citate a fronte di una attività svolta con dedizione ed impegno di tempo ed energie avrà modeste soddisfazioni economiche ma, probabilmente, elevate soddisfazioni morali.
* Introduzione ai lavori del Seminario sul rapporto tra ricerca e imprese, organizzato dalla Camera di Commercio di Cagliari il 28 aprile 2012 (Fiera della Sardegna)
Per connessione: intervento di Franco Nurzia alla VII giornata dell’Economia, organizzata dalla Camera di Commercio di Cagliari 9 maggio 2008
PROPOSTE PER CAGLIARI CITTA’ SARDA ED EUROPEA
All’indomani del referendum sardo sull’abolizione delle province. Proposte in campo per riformare le pubbliche amministrazioni: Gianfranco Rebora
di Aladin
L’intervento di Gianfranco Rebora apre un discorso che s’ intende avviare e proseguire attraverso una pluralità di luoghi di confronto culturale e politico: l’idea di fondo è che il nostro Paese abbia bisogno di pubbliche amministrazioni diverse da quelle che conosciamo e che ci sia un problema di sistema e di strutture non solo di comportamenti di gruppi e singoli. Cambiare strutture e sistema diviene necessario anche per valorizzare e diffondere quei comportamenti positivi che oggi vengono in tanti modi scoraggiati. Commenti e suggerimenti sono graditi e possono essere inviati direttamente al prof. Rebora (grebora @liuc.it – www.gianfrancorebora.org) o tramite la nostra redazione.
Aladinpensiero si impegna a dare e sollecitare contributi per far crescere un grande dibattito che porti a effettivi cambiamenti delle p.a., che, in certa parte, potrebbero essere immediatamente praticati, mentre in altra parte richiedono importanti modifiche delle normative. A tal fine, a partire dalla proposizione dell’intervento di Gianfranco Rebora, Aladinpensiero promuoverà una serie di iniziative diversificate, ricercando la collaborazione di altre organizzazioni e di singoli che vogliano impegnarsi sulle richiamate tematiche.
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9 maggio festa dell’Europa, che vogliamo diversa: l’Europa dei popoli
Vogliamo un’Europa diversa. Vogliamo gli “Stati uniti d’Europa”.
Il 9 maggio si celebra la Festa dell’Europa per ricordare la “Dichiarazione Schuman“, considerata l’atto di nascita del progetto europeo. Le iniziative della Regione Sardegna.