Monthly Archives: marzo 2012
Elogio delle impiegate di un ufficio comunale
di Franco Meloni
E’ risaputo che le lamentele rispetto a un disservizio, del quale, per esempio, sono ritenuti responsabili impiegati pubblici, corrono veloci di bocca in bocca. Al contrario una prestazione di qualità, cioè, nel caso della pubblica amministrazione, conforme alle norme e alle ragionevoli aspettative del cittadino-utente, non rileva e non fa notizia.
A che punto è il Galsi?
di Aladin
In un recente incontro tra esponenti della Camera di Commercio di Cagliari , del “Dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali” dell’Ateneo di Cagliari e del “Centro di competenza tecnologica Cemapros”, è stata prospettata una collaborazione tra i tre organismi per l’attuazione del Programma Galsi, da coordinare evidentemente con i diversi soggetti coinvolti, a partire dalla Regione Sarda e dalle società pubbliche e private realizzatrici dell’opera. Mentre alla Camera di Commercio interessano soprattutto le implicazioni per il territorio, con particolare riferimento agli interessi delle imprese sarde, l’Università e il Centro di competenza si mettono a disposizione sopratutto per gli aspetti formativi.
Eurobarometro, rapporto sull’Italia
dal Dipartimento Politiche Europee
L’euroscetticismo contagia l’Italia e, una volta tanto in controtendenza rispetto agli altri Paesi UE, la fiducia verso l’Europa e la capacità di rispondere con efficacia alla crisi è in calo.
E’ quanto emerge dal nuovo Rapporto di Eurobarometro, l’istituto di ricerca dell’Unione Europea, che ha monitorato le opinioni degli italiani lo scorso mese di novembre, a cavallo con la nomina di Mario Monti a Presidente del Consiglio.
La Cagliari che vogliamo
Domande, proposte, riflessioni degli studenti su: residenzialità, trasporti, servizi, spazi aggregativi, tirocini, biblioteche e politiche giovanili. Cagliari sta diventando una città studentesca?
Venite a dare il vostro contributo! Coordina UniCa 2.0. Interviene Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari
Tra identità e utilità: la lezione di James March
di Michela Loi
Qualche giorno fa Gianfranco Rebora ha postato sul proprio blog (http://gianfrancorebora.org/) il discorso tenuto da James March alla Business School di Stanford in occasione del suo ritiro (per pensionamento). E suona piacevolmente in controtendenza il suo messaggio, rispetto ai principi del nostro tempo che è possibile estrarre dai talk show di informazione, dalle pagine culturali dei quotidiani.
March parla di realizzazione personale il cui unico assunto è quello del rispetto di sé. Scelte e azioni non sono da basarsi sulle possibili conseguenze di entrambi, ma sul fatto che sono espressione di sé, della propria identità. Don Chisciotte è il personaggio che, secondo March, incarna questo principio, infatti egli agisce poiché conosce se stesso e per questo non ha da giustificarsi con nessuno rispetto al possibile non senso delle proprie azioni. I contesti di apprendimento diventano Templi, infatti “A university is only incidentally a market”, dove l’alta educazione è una visione e non un calcolo improntato all’utilità e dove il ricercatore studia e ricerca non per il bene della società, ma per sostenere la conoscenza come oggetto di bellezza e come affermazione dell’umanità.
Gli Atenei sardi parlano di “sistema universitario sardo”, ma poco lo praticano
«No a Ingegneria informatica». Il Comitato boccia la proposta dell’ateneo sassarese
UNIVERSITÀ: stop di Cagliari al corso di laurea
(L’articolo di Nadia Cossu su La Nuova Sardegna di martedì 13 marzo 2012)
SASSARI. Il Comitato regionale di coordinamento boccia la proposta di istituzione di un nuovo corso di laurea in Ingegneria dell’informazione a Sassari ed è gelo tra i due atenei. In realtà il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino smorza i toni: «Nessuna tensione. Ripresenteremo la proposta nei prossimi mesi».Il Comitato regionale è in sostanza l’ultimo passo istituzionale prima dell’inoltro (della proposta in esame) al Ministero ed è proprio in quella sede che l’iniziativa dell’ateneo sassarese si è fermata. Forzatamente. Un’iniziativa, oltretutto, unica in Sardegna (perché nell’isola questo corso di laurea non esiste) e nei confronti della quale si erano espressi a favore «le parti sociali, gli operatori di settore e degli ordini professionali.
CIAO E ANCORA GRAZIE PROFESSORE!
CIAO E ANCORA GRAZIE PROFESSORE!
Giovanni Lilliu, che ci ha lasciati il 19 febbraio scorso, avrebbe compiuto oggi 98 anni. Saranno numerose le iniziative pubbliche oggi e nei prossimi giorni per ricordare degnamente il grande sardo. Cercheremo di essere il più possibile presenti. Qui oggi ci piace ricordare Lilliu riportando un suo intervento sul “Mediterraneo tra passato e presente”, datato 1998, che ancora oggi ha molto da insegnarci, sia rispetto all’analisi, sia per le indicazioni politiche anch’esse di straordinaria attualità. Riportiamo inoltre due video Aservice Studio, questi recenti, che ci consegnano un Lilliu padre e maestro, preoccupato in modo particolare della pace, dei giovani, della Sardegna. Ciao e ancora grazie professore!
Aladin, pensiero e rappresentazioni.
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Segnaliamo l’iniziativa promossa per sabato 17 marzo da Legambiente: http://aladinpensiero.blog.tiscali.it/2012/03/13/ricordando-giovanni-lilliu-4/
IL RUOLO DI CAGLIARI PER LA COSTRUZIONE DI UNA POSSIBILE NUOVA EUROPA
Allora Cagliari deve essere città sarda e insieme europea, in grado di tracciare nuove strade per se stessa, per la Sardegna e per l’Europa. Un’impostazione di questo tipo, appena qui tratteggiata, ha moltissimi risvolti pratici, concretizzandosi pertanto anche nelle scelte del quotidiano amministrare. In questo quadro, appena delineato, la stesse “opzione indipendentista” (comunque la vogliamo nominare) per la Sardegna può essere praticata con condivisione maggioritaria, non quindi come concezione separatista minoritaria o scelta estremista, proprio in quanto si può sviluppare con piena cittadinanza e dignità nell’ambito europeo, nella costruzione della possibile nuova Europa che abbiamo prospettato.
Rashomon: l’opera d’arte come spazio mentale
Quando l’inesprimibile può essere espresso, l’incomunicabile comunicato
di Carla Deplano
Rashomon, prima mostra antologica dei camouflage di Rosanna Rossi, prende evocativamente in prestito il suo nome dal film di Akira Kurosawa, parabola della relatività e delle molteplici sfaccettature della “verità”.
Se facciamo nostro il detto di Protagora “l’uomo misura di tutte le cose”, la dislocazione in cinque differenti luoghi e l’affidamento a ben cinque curatori riflette la ricerca di una conoscenza plurima fondata sull’eterogeneità e la complementarietà condivisa, sulla sinergia di diversi punti di vista che, da soli, risulterebbero di per sé parziali perché filtrati da percezioni individualistiche e quindi, in una parola, relativi.
Un solo grido: IL LAVORO!
di Aladin
“Tra gli obiettivi primari della Finanziaria 2012 emerge il risanamento del bilancio evitando disavanzi e ulteriori indebitamenti. Si punta in modo deciso al contrasto delle emergenze sociali e all’attuazione degli interventi per il lavoro, le imprese, l’innovazione, la ricerca e l’Università”. E’ la sintesi della dichiarazione congiunta del presidente della Regione, Ugo Cappellacci e del vice presidente e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito all’approvazione della manovra finanziaria 2012, riportata nel sito della Regione, corredata da un allegato che da conto delle risorse finanziarie stanziate (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_50_20120307193214.pdf). Ne prendiamo atto, ma a noi serve soprattutto un’altra informazione, precisamente ci occorre un’attendibile previsione di quanti posti e opportunità di lavoro generano le risorse messe in gioco. Perché per noi il lavoro è la questione più importante. In questo concordiamo in toto con le rivendicazioni delle organizzazioni sindacali esaustivamente rappresentate dallo slogan “UN SOLO GRIDO: IL LAVORO !” della manifestazione organizzata in occasione dello sciopero regionale di martedì 13 marzo (http://aladinpensiero.blog.tiscali.it/2012/03/11/martedi-13-marzo-sciopero-generale-settori-produttivi-e-servizi-a-rete/).
Aspettiamo pertanto, insieme alle organizzazioni sindacali e delle altre parti sociali e ai cittadini tutti, dalle competenti autorità regionali, risposte chiare, credibili e sufficientemente documentate. E’ sostanzialmente su queste scelte politiche che attengono al lavoro e allo sviluppo, nelle fasi di previsione programmatica e di concreta attuazione, che vanno espressi valutazioni e giudizi e in conseguenza concessa o negata la fiducia a quanti governano questa nostra regione.
Disoccupazione giovanile: l’eterno ritorno
di Michela Loi
È sorprendente accorgersi che in Italia appare essere cambiato poco dal 1977 ad oggi, almeno per quanto riguarda la situazione dell’occupazione giovanile. Ho sotto mano il numero 199 – anno 2 del Tutto Quotidiano (1977) e in prima pagina appare il grande titolo “Difficoltà per l’occupazione giovanile”.
Sulla base degli indirizzi dell’Unione Europea la Regione Sarda investe sulla nuova impresa, specie giovanile
La politica non ceda il suo primato. Ne va della credibilità e dell’efficacia del sistema democratico
“L’intendenza seguirà” diceva il generale De Gaulle e forse prima di lui Napoleone Buonaparte, per far capire che alle decisioni dei vertici (politici, militari, ecclesiastici, etc) dovevano seguire conformemente le fasi attuative.
Questa bipartizione di funzioni, pensandola in questo momento riferita ai “rami alti” dell’amministrazione dello Stato, prevede che il decisore politico faccia le sue scelte, certo attendibilmente realizzabili (ad impossibilia nemo tenetur) per poi (o contemporaneamente) entrare in gioco i manager, gli organizzatori, insomma tutti coloro che hanno la competenza formale e la capacità sostanziale di trasformare gli indirizzi in piani operativi e concrete realizzazioni.
In questo modello il decisore politico deve essere appunto un abile politico e non necessariamente un tecnico. Certo deve capire di cosa si sta occupando e deve avere capacità di valutazione lungimirante della possibile trasformazione in realtà degli obiettivi stabiliti. La bravura dei decisori politici sarebbe quindi quella di indicare chiaramente gli obbiettivi e di individuare i soggetti e le strutture capaci di attuarli, ovviamente assegnando le risorse necessarie. Il ragionamento è interessante e attuale in questa fase storica del nostro paese, nella quale il governo è stato consegnato dai partiti politici ai cosiddetti tecnici. In sostanza sembra attenuarsi il confine tra politici e tecnici, a vantaggio di questi ultimi, sostenendosi che, almeno in questa fase storica, a governare debbano essere loro, i tecnici. Le competenze tecniche sarebbero quindi più importanti delle competenze politiche, quelle che si esercitano sopratutto nella mediazione dei diversi interessi in gioco, dovendosi tutelare in via prioritaria l’interesse generale, al quale subordinare gli interessi particolari: di casta, di gruppo, di lobby, personali, etc. Il ragionamento è evidentemente semplificato, ma la struttura del quadro di governo del paese è allo stato proprio questa.
Non va bene: questa imbroccata dall’Italia è una strada pericolosa, non solo per la democrazia, che è il bene più importante, ma anche per una soddisfacente efficiente ed efficace gestione della società che si sostenga nel tempo. In Italia a questa situazione si è arrivati soprattutto per colpa della classe politica, tutta quanta, anche se con maggiore responsabilità della sua parte al governo, che in questi ultimi decenni si è sputtanata in misura consistente e diffusa. Speriamo e agiamo perchè questa fase sia davvero transitoria, e perchè i partiti politici riacquistino credibiltà attraverso processi di profondi cambiamenti. In caso contrario i guai aumenterebbero specie nel proseguo del tempo. Oggi abbiamo bisogno di buoni politici, di capaci mediatori di interessi, che sappiano certo utilizzare al meglio le migliori risorse tecniche e il personale tecnico di cui dispone il paese, ma che non deleghino ai tecnici le loro attribuzioni e responsabilità. Ecco perchè in fatto di gestione della cosa pubblica occorre ristabilire una gerarchia: la politica, la buona politica (e quelli che la sanno interpretare al meglio e con il consenso dei cittadini) sta al vertice di questa gerarchia; pertanto al vertice dei grandi processi decisionali, che sono validamente possibili solo in quanto assunti per via democratica, cioè con la partecipazione popolare e con le regole democratiche. Poi vengono i tecnici, in posizione quindi gerarchicamente inferiore, almeno in questo ambito. Così la pensiamo anche nel leggere, preoccupati, della crescente popolarità delle “soluzioni di governo tecnico” per il paese.
In cauda venenum. Peraltro i tecnici quando lasciati a spadroneggiare danno pessimi risultati. Volete un esempio: le Università, controllate e gestite quasi in misura totale da tecnici-accademici. In generale sono esempi di mediocre organizzazione, a volte classificabile come dilettantesca. Una delle ragioni sta nella commistione tra potere politico decisionale e potere gestionale tutto in mano all’accademia, in sostanza senza un effettivo controbilanciamento del potere accademico con quello dei tecnici (intesi in senso lato), il quale deve essere funzionalmente subordinato rispetto agli obbiettivi assegnati. Che problema c’è? Appunto: che I tecnici e i politici all’università sono la stessa cosa. Dai risultati che si conoscono non si direbbe che sia un esempio da imitare! Le due funzioni in tutti i contesti – o almeno in quelli a cui ci riferiamo in queste riflessioni – vanno nettamente distinte: vogliamo buoni politici da una parte e buoni tecnici dall’altra, con competenze e responsabilità distinte, legati certo in uno stretto rapporto di leale collaborazione, nella ricerca dell’interesse generale del paese e dei cittadini.
3 marzo 2012: nasce Aladin Pensiero.
3 marzo 2012, una data importante: nasce formalmente Aladinpensiero!
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