Bomeluzo

Brexit

FESTA-EUROPA-BOMELUZO-2016Brexit zlampadadialadmicromicroProseguiamo con la pubblicazione delle riflessioni di Umberto Allegretti su Brexit e prospettive dell’Unione Europea, scritte per Rocca. Ringraziamo l’Autore e il direttore di Rocca Gino Bulla per averci consentito di riprendere gli articoli, in anteprima rispetto alla disponibilità cartacea della rivista. Rammentiamo che il n. 19 di Rocca è stato chiuso il 16 del corrente mese e che pertanto non da conto delle conclusioni della riunione del Consiglio Europeo di Bratislava, peraltro del tutto deludenti perché insignificanti. Il primo contributo di Umberto è rintracciabile qui; il secondo qui.
La lenta uscita della nave inglese dal porto Europa.
di Umberto Allegretti su Rocca

Ache punto siamo, a metà settembre 2016, nella realizzazione effettiva dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, a seguito del referendum britannico del mese di giugno? Apparentemente molto indietro, perché la Gran Bretagna sembra aver rinviato al 2017 la notifica della sua decisione prevista dal Trattato di Lisbona per aprire formalmente il processo di uscita di un membro dall’Unione (ma la data di inizio del processo può dipendere solo dalla Gran Bretagna o l’Unione può agire nello stesso senso?). In realtà idee e comportamenti stanno maturando, e non sembra in una direzione buona.
rocca 19 2016Il Regno Unito vuol prender tempo nelle trattative stabilite dal Trattato, sia per la complessità dei cambiamenti, non chiari, che l’evento porta con sé, sia (e forse soprattutto) per poter intanto continuare a influire su decisioni europee a cui sia interessato, sia in specie per i timori di un indebolimento di Londra a seguito di eventuali trasferimenti sul continente di centri finanziari importanti (un timore che si è presentato subito ma che non pare ancora verificarsi in misura preoccupante per l’Inghilterra) e sia, infine, per dissensi interni tra i suoi leader e tra le parti costitutive del Regno Unito. L’Unione, a sua volta, dopo varie incertezze e diversità di intenti pare anch’essa accettare la lentezza del processo, per ragioni in parte vicine a quelle britanniche. Intanto, il Regno Unito si sta comportando – giustamente una deputata europea lo ha denunciato – come se la procedura di distacco non fosse iniziata, ma certo è quanto meno scorretto, alla luce dell’art. 50 del Trattato sull’Unione che, avendo già sostanzialmente il popolo e il nuovo governo britannico deciso l’uscita, il Regno Unito continui a occupare, salvo un solo caso di volontarie dimissioni, posti di responsabilità in seno alle istituzioni dell’Unione (e addirittura sottoponga agli organi europei una nuova nomina al posto del commissario dimissionario).
- segue -

Fertily Day

bomeluzo fertilitàL’In-Fertility Mind della cultura del Ministero della Salute
di Nicolò Migheli

By sardegnasoprattutto/ 1 settembre 2016/ Società & Politica/

Non nascondiamoci dietro il dito che indica la luna. Le società europee e quella italiana in particolare hanno davanti a sé un problema molto serio. La denatalità diventerà fattore di squilibrio permanente a meno che non intervengano fatti nuovi. Società a piramide rovesciata con in cima i giovani invece che gli anziani così come dovrebbe essere. La fertilità sia maschile che femminile negli ultimi decenni è diminuita. Non solo per cause socio-economiche e culturali ma per lo stile di vita. Inquinamenti, cibo spazzatura, mancanza di movimento e di vita all’aria aperta hanno il loro peso.

Mentre la vita media cresce, l’età della fertilità femminile resta quella stabilita dalla natura: dai 14 ai 40 anni. Poco più poco meno. Così come è stato fatto in altri paesi, la ministra Lorenzin lancia per il 22 di settembre una giornata di informazione sulla fertilità; in ossequio all’inglesorum della cultura dominante economicista viene battezzato con l’hastag Fertily Day. La comunicazione viene affidata all’agenzia Mediaticamente che ha già eseguito lavori per il ministero. Il 31 di agosto la campagna, in gran parte pensata per le reti sociali, viene lanciata. Con la rapidità che solo la rete può dare, viene ricoperta prima di critiche rabbiose e poi sepolta dall’ironia dei navigatori.

Nella notte dello stesso giorno il sito viene bloccato e la campagna sospesa, forse ritirata. È la prima volta, a mia memoria, che ciò avviene in così breve tempo. Le giustificazioni della ministra sono rivelatrici del clima culturale in cui lei vive. Si va da: i social non hanno capito – dimenticando il secondo assioma della comunicazione: Quello che gli altri hanno capito è stata la tua comunicazione – alla fertilità è un problema di tipo sanitario.

Il contesto non è competenza del Ministero della Salute. Se per confutare la prima affermazione, basterebbe che la Lorenzin facesse memoria dei corsi sul Parlare in pubblico che lei ha frequentato prima di essere una delle donne d’assalto del berlusconismo, nella seconda si rivela la cultura medica dominante, quella della specializzazione, ogni fatto di salute vissuto a sé stante ignorando aspetti che invece toccano il profondo. Curare il corpo ignorando l’anima.

Il tutto, in questo caso, amplificato da slogan superficiali e cialtroni. Una comunicazione che getta la responsabilità sulle giovani donne colpevolizzandole. Nessuno tra i creativi dell’agenzia, del gruppo di comunicazione del ministero, la stessa Lorenzin, si sono resi conto che toccavano temi che sono fondanti nell’esistenza umana. Che i miti di qualsiasi cultura toccano la sessualità e la raccontano negli aspetti anche dolorosi e violenti. Nessuno che abbia fatto un’indagine semantica sul qual claim: la fertilità è un bene comune e sulle implicazioni e molteplici letture.

Bene comune nella giurisprudenza e politica degli ultimi trent’anni in Italia significa bene indisponibile, che non può essere privatizzato, ma solo proprietà della comunità. Si può dire altrettanto della fertilità? Certo dal punto di vista teorico sarebbe pure corretto, la fertilità del gruppo e garanzia del mantenimento dello stesso. Una cosa però è scriverlo nei testi di sociologia e antropologia, un’altra è calarlo nella vita delle persone, dove la riproduzione è fatto privato.

Così è sempre stato, ad eccezione dei Lebensborn nazisti. Nessuno evidentemente, tra gli autori dello scempio, ha idea della società in cui vive. Società di donne libere che decidono se, quando e come procreare. Nessuno si è reso conto che quell’espressione e tutta la campagna, innesca o fa rivivere sensi di colpa, sguardi di amici, familiari, nonni con la domanda carica di frustrazioni e dolore: “Beh, quand’è che ci date questo nipotino?”

Nel mondo ideale degli autori evidentemente questo pensiero non viene colto, non perché si immaginano padri e madri felici, no, solo per pressapochismo. E che dire del figlio unico che diventa oggetto di ulteriore colpevolizzazione? Renzi ha già disconosciuto la campagna, in realtà dovrebbe interrogarsi.

Fertily Day è organica al suo modo di governare: supponenza, annunci e molta superficialità. Un’ultima considerazione, i tagli all’istruzione cominciati con Berlinguer negli anni Novanta sono al governo e producono questi frutti. Per tutto il resto tweet.
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Il disegno in testa è di Bomeluzo, tratto da uno dei suoi siti web
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- Ulteriori contributi su la 27ma ora.

Cabidanni Cabudanni Settembre Capodanno sardo

canne al ventoGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413- Su Aladinpensiero un primo di settembre (cabudanni).
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Oe est sa prima die de Cabudanni (o Cabidanni), prima die de s’annu in su calendariu antigu. Bonu cuminzu e mezus fine a totus pro s’annu chi cumintzat./ Oggi primo di settembre, primo giorno dell’anno nell’antico calendario sardo. Auguri a tutti per l’anno che inizia.
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Sardegna-bomeluzo22

I PASTORI
di Gabriele D’Annunzio

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?
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Bomeluzo settembre 2016

Mercoledì 3 agosto 2016

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Bomeluzo 3 ago16

Oggi lunedì 9 maggio 2016 – Festa dell’Europa (che vogliamo sia l’Europa dei Popoli)

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- Festa dell’Europa: programmi Europa-Erasmus
Festa europa 2016

Oggi sabato 7 maggio 2016 Giornata importante!

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Romeo e Giulietta Bomeluzo

Oggi 5 maggio Ei fu…

5 maggio Bomeluzo

Oi comenti d’ogna annu passada Efis

Su Aladinews il primo maggio 2015.

1° maggio Festa dei lavoratori e del lavoro che deve essere un diritto per tutti!
QuartoStato Giuseppe da Volpedo

martedigrasso bomeluzo

passa il tempo…

il tempo passa Bomeluzo

Santo Stefano

santo Stefano LLSanto del Giorno: S. Stefano.
(di Luca Giordano, Napoli 1634-1705). santo-Stefano-Bomeluzo-212x300GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x15014131ANNIVERSARI. Oggi, come il 26 dicembre di un anno, due anni… fa, Santo Stefano. Storia sarda e Dian Fossey. – Il 26 dicembre 2013 su Aladinpensiero.

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Anderson LLSophie Gengembre Anderson (1823-1903), Portrait of a Fairy, 1869, oil on canvas

Pessimismo sul futuro della nostra democrazia

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di Francesco Cocco

Sono molto molto pessimista sul futuro della democrazia italiana. Ad indurmi ad un tale stato d’animo non è la sciagurata riforma delle nostre istituzioni, pesantemente orientata ad una concentrazione di potere. Contrastarla è innanzitutto un dovere morale, ancor prima che politico, e il referendum costituzionale sarà l’occasione per impegnarci senza risparmio di energie.
Ad indurmi al pessimismo e ad un senso di profonda tristezza è la posizione di alcuni miei vecchi compagni/e di militanza politica. Pensavo che il loro impegno nelle file del PCI o del PSI li avesse immunizzati da simpatie verso tendenze autoritarie, ne avesse fatto dei sinceri democratici. Evidentemente mi sbagliavo e debbo constatare che il tarlo dell’autoritarismo va impossessandosi delle loro menti.
Naturalmente desidero comprendere le possibili cause di simili processi involutivi. E dato che è corretto guardare innanzitutto ai limiti della propria casa, le cerco nella nella sinistra italiana degli anni 70- 80, quando si sono formati i non più giovanissimi filo-renziani di oggi.
Nella sinistra italiana del Novecento era ben presente la categoria del capo. Era un brutto retaggio della Terza Internazionale. “Capo mondiale” della classe operaia (leggi sinistra) era Stalin. In Italia erano “capi” Nenni e Togliatti. Quest’ultimo chiamava “capo dei comunisti italiani“ Antonio Gramsci. Gramsci era morto e quindi alla fine suonava come un espediente perché una tale locuzione divenisse una sorta di formula organizzativa di cui lo stesso Togliatti sarebbe stato beneficiario nella costruzione del culto della personalità.
In realtà Gramsci con la teoria dell’egemonia aveva creato la base ideologica per superare una categoria limitativa della libertà e quindi della partecipazione democratica. L’egemonia gramsciana presuppone una democrazia diffusa che nasce dal basso, che spetta al partito e quindi ai militanti costruire. Il contrario quindi di un’organizzazione che trova il suo referente nel “capo”.
Sappiamo come la categoria del “capo” abbia giocato un ruolo nella scomparsa del PCI. Era il segretario generale (il capo, cioè Occhetto) ad aver deciso, quindi dovere del “buon militante” era seguire la decisione che veniva dall’alto. Le categorie politiche sono anche categorie mentali che non scompaiono dall’oggi al domani. Renzi è il capo del partito, prima ancora che il capo del governo: quindi vede giusto, vede lontano ed ha quasi attributi d’infallibilità. Ciò vale per entrambe le componenti sia di provenienza democristiana che di provenienza PCI- PSI.
Nei miei vecchi compagni di militanza, ora di dichiarata fede renziana, gioca anche la natura della società italiana. E’ il carattere anarcoide, intollerante della disciplina collettiva che si respira nel nostro Paese. Da esso nacque il fascismo ed oggi può nascere una nuova forma di autoritarismo fascistoide. Il PCI negli 40-60 cercò di correggere questi aspetti negativi inserendo tra gli articolo del suo statuto il dovere per il militante comunista di essere un “cittadino esemplare”; sviluppando poi una politica culturale collettiva per dar corpo ad un tale obiettivo. Ben poco residua di quella politica, spazzata via dalla dominante cultura consumistico-edonistica.
Sono però convinto che il pessimismo non deve portare all’inazione, alla sostanziale “rottamazione “ dei valori sui quali è fondata la nostra Costituzione. Molti dei miei vecchi compagni possono riscoprire le idealità che li hanno animati in gioventù. In ogni caso il referendum che ci attende per impedire che passi la sciagurata riforma della Costituzione, sarà occasione per riaffermare, prima ancora che la coerenza politica, i valori della dignità umana.

Francesco Cocco

con gli occhiali di Piero e la lampada di Aladin… Auguri cun saludi e trigu al grande sardo Gigi Riva!

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501414microlamapadaaladinPER ESEMPIO GIGI RIVA

gigirriva-212x300GIGI RIVA
Oggi è il compleanno di Gigi Riva.
Infatti è nato a Leggiuno, provincia di Varese, il 7 novembre 1944.
Arrivato a Cagliari quando aveva 18 anni, ormai è uno di noi.
Lombardo, ha voluto e saputo farsi sardo, un’impresa che a molti sardi non riesce. Auguri Giggirriva.

Torna l’ora solare

ora legale Bomeluzo 2015Stanotte torna l’ora solare! Lancette un’ora indietro!
loghetto Bomeluzo microcon Bomeluzo.
OCCHIALI DI PIEROChe cosa cambia.
Stanotte in Italia cambia l’ora.
E niente altro.

Buon ferragosto 2015

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