Libri

Sardegna. “I limiti delle politiche meridionalistiche”

Federalismo e rilancio del Mezzogiorno e della Sardegna

di Lorenzo Bona

democraziaoggiDomani, venerdì 21 ottobre, alle ore 16, presso la sala della “Società operaia di mutuo soccorso” (Via XX settembre, n. 80 – Cagliari), Pietro Maturandi e Vittorio Dettori presenteranno il libro di Gianfranco Sabattini: I limiti delle politiche meridionalistiche. Il caso della Sardegna. Di seguito pubblichiamo una recensione del libro ad opera dell’economista dell’Ateneo Cagliaritano Lorenzo Bona.

Libro Sabattini ot16La casa editrice Tema ha recentemente stampato un volume intitolato “I limiti delle politiche meridionalistiche. Il caso Sardegna” che si rivolge a chiunque abbia una sensibilità sociale che lo porti a interrogarsi, non solo sull’origine e la persistenza del ritardo sulla via della crescita e dello sviluppo del Mezzogiorno, in generale, e della Sardegna, in particolare, ma anche sui possibili rimedi da adottare.
Autore del volume è Gianfranco Sabattini, autorevole economista sardo, noto anche per una non comune molteplicità di interessi di ricerca nel campo delle scienze sociali, capace di attraversare discipline diverse come la storia, la metodologia, la scienza politica, la sociologia e la psicologia sociale. - segue –

Sta per uscire

Libro SP Is Mirrionis caNegli anni Settanta funzionò nel quartiere di Is Mirrionis, a Cagliari, la Scuola Popolare dei lavoratori di Is Mirrionis, che ha consentito a centinaia di lavoratori del quartiere e del resto della città di acquisire una seria preparazione culturale, conseguendo – in alcuni casi – il titolo di licenza elementare e – nel maggior numero di casi – di media inferiore. Tale circostanza ha consentito a molti lavoratori migliori prospettive di lavoro e, spesso, il proseguimento di ulteriori percorsi formativi.
Questa esperienza, condotta da un gruppo di universitari e di laureati che si poneva sulla scia degli insegnamenti di don Milani, pensatore cattolico e animatore della scuola popolare di Barbiana, ha costituito un grande esempio di solidarietà sociale e di pratica di riscatto culturale dei ceti popolari che oggi sembra importante ricordare, valorizzare, riproporre nei suoi elementi fondanti di solidarietà e impegno sociale e culturale.

Scienza e fantascienza
 tra conoscenza inquietudine e meraviglia. Vivere negli altri, gioire e soffrire nel cinema

RobertoParacchini(Comunicato stampa) La rassegna Scienza e fantascienza tra conoscenza inquietudine e meraviglia, promossa dalla Biblioteca Provinciale nell’ambito dei programmi di promozione della lettura prosegue, come da programma, giovedì 22 settembre alle ore 17,45 nella sede convegni Emilio Lussu della della biblioteca provinciale (situata in cima al parco di a Monte Claro, ingresso da via Mattei, sia a piedi che in auto) con l’incontro dibattito dal titolo Vivere negli altri, gioire e soffrire nel cinema.
Perchè quando vediamo un film ci sembra di entrare dentro le storie proiettate sullo schermo sino a commuoverci o gioire o indignarci? Sono sentimenti che, pur consapevoli che il film è una finzione (salvo i documentari), è difficile o quasi impossibile non provare se si tratta di una pellicola ben costruita. Come mai avviene questo e che cosa capita dentro la nostra mente mentre guardiamo il film? Lo stesso avviene, in genere, se vediamo una persona soffrire o gioiere, quasi che la nostra vita e la nostra interiorità fosse contrassegnata non solo da quello che facciamo noi, ma anche e soprattutto da Vertigo moviequello che fanno gli altri, quasi fosse un vivere negli altri. Ma è realmente così? Oggi anche una corrente di pensiero che prende spunto da una scuola di neuroscienze (quella di Parma che ha individuate i cosiddetti “neuroni specchio”) sostiene che la soggetività di ognuno di noi nasce dall’intersoggettività. Per discutere di questi problemi giovedì 22 vi sarà il dibattito accennato con riferimento iniziale al film La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock (proiettato nella biblioteca martedì 20 settembre); e in cui si parlerà in specifico del libro Lo schermo empatico. Cinema e neuroscienze di Vittorio Gallese (neuroscienziato della scuola di Parma) e Michele Guerra. partecipano all’incontro il neuroscienziato Gian Luigi Gessa, il critico cinematografico Gianni Olla e il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe. L’incontro sarà coordinato dal giornalista Roberto Paracchini.
- segue il Programma integrale -

Oggi. L’infiltrato

LInfiltratocover2Combinando sapientemente la tensione narrativa del romanzo di successo con il lucido rigore dell’analisi storico-politica, “L’Infiltrato” di Vindice Lecis offre un potente affresco corale delle tensioni, delle speranze e dei conflitti che laceravano l’anima della società italiana durante la fase più buia degli “Anni di Piombo”: quella che va dall’uccisione di Aldo Moro al superamento del Compromesso storico, dalle prime indagini del Generale Dalla Chiesa al brutale assassinio di Guido Rossa.
Venerdì 9 settembre, presso il Salone “Renzo Laconi”della Fondazione Enrico Berlinguer in Via Emilia 39 a Cagliari, l’Autore si confronta con Francesco Macis, Marco Sini e Carlo Dore jr. sui contenuti del suo ultimo libro, per ripercorrere, tra cronaca e finzione, i passaggi più controversi di una stagione destinata a incidere in maniera irreversibile sui destini della democrazia repubblicana.

L’infiltrato, Venerdì 9 settembre

LInfiltratocover2Combinando sapientemente la tensione narrativa del romanzo di successo con il lucido rigore dell’analisi storico-politica, “L’Infiltrato” di Vindice Lecis offre un potente affresco corale delle tensioni, delle speranze e dei conflitti che laceravano l’anima della società italiana durante la fase più buia degli “Anni di Piombo”: quella che va dall’uccisione di Aldo Moro al superamento del Compromesso storico, dalle prime indagini del Generale Dalla Chiesa al brutale assassinio di Guido Rossa. – segue -

Topologie Postcoloniali. Presentazione del libro di Alessandro Mongili

Mongili iniz 3 8 16Oggi dalle ore 19:00 alle ore 21:00
Piazza Zampillo, Villacidro
Presentazione del libro di Alessandro Mongili
Che cos’è l’innovazione? Dove si compie? Le politiche dell’innovazione in Sardegna come si articolano? - segue –

immigrazione in prospettiva evoluzionistica

neri per cagliari

di Pietro Greco su Rocca

Il clima cambia. E l’uomo va. «Out of Africa», fuori dal continente nero. No, non stiamo parlando (solo) delle migrazioni con i barconi che in questi ultimi giorni, mesi e anni salpano dalle coste della Libia o dell’Egitto e cercano di raggiungere l’Europa. Spesso senza, tragicamente, riuscirci.
Stiamo parlando di un fenomeno antico, che coinvolge da sempre e talmente il genere Homo da caratterizzarlo. Nessun altra grande scimmia antropomorfa migra come l’uomo. Ha iniziato Homo ergaster 1,5 milioni di anni fa. Ha fatto altrettanto Homo heidelbergensis (200mila anni fa) e poi ancora, più di una volta, Homo sapiens (125mila e poi 85.000 anni fa). Tutte queste specie sono uscite dall’Africa, dove erano nate, e si sono diffuse in tutto il mondo (Antartide escluso), seguendo la medesima strada: il delta del Nilo, il Sinai e il Medio Oriente. Talvolta hanno attraversato il mare più a sud e sono sbarcati in Arabia.
Tutte queste migrazioni sono state documentate in tempi recenti. Ma proprio negli ultimi mesi qualcuno ha ipotizzato, senza prove definitive, che prima Homo ergaster anche Homo naledi, dal corpo e dal cervello minuscoli ma dalle capacità cognitive piuttosto sviluppate, i cui resti sono stati rinvenuti in Sud Africa nel 2013, abbia lasciato l’Africa e sia giunto fino in Asia. I suoi pronipoti sarebbero quegli Homo floresiensis i cui fossili sono stati trovati nell’isola indonesiana di Flores a partire dal 2004. Oggi sappiamo che il piccolo Homo floresiensis, che molti chiamano vezzosamente hobbit, abbia frequentato l’isola per almeno un milione di anni venendo in contatto, meno di 20mila anni fa, con le avanguardie dell’ultimo tra i migranti africani, Homo sapiens.
Da dove nasce questa continua spinta delle specie Homo «a voler vedere se si sta meglio dall’altra parte della collina»? Se lo chiedono Valerio Calzolaio e Telmo Pievani all’inizio del libro, Libertà di migrare (pagg. 133; euro 12,00), che hanno appena pubblicato da Einaudi nella collana Vele. Un testo breve, ma denso e compatto. E ci accompagna lungo i sentieri di tutto il mondo al seguito di uomini che migrano, in ogni tempo e da ogni luogo.
Il libro tratta il problema, attualissimo, delle migrazioni con un taglio affatto originale. Valerio Calzolaio (giornalista e scrittore, più volte deputato e sottosegretario all’Ambiente tra il 1996 e il 2001) e Telmo Pievani (docente di Filosofia delle Scienze Biologiche presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova) rispondono in maniera nuova – e illuminante – alla domanda ponendo il tema delle migrazioni che oggi occupa stabilmente le prime pagine dei giornali di tutto il mondo e che sembra voler mandare in frantumi l’Europa, nell’unica prospettiva possibile: quella evoluzionistica.
L’uomo migra da sempre, ripercorrendo con sistematica continuità i medesimi percorsi e, soprattutto, per le medesime cause, peraltro intrecciate tra loro: le guerre, l’economia, i cambiamenti climatici e più in generale ambientali.
Quella evoluzionistica è una prospettiva importante sul piano culturale: perché narra e spiega a un tempo la nostra storia, che è appunto una storia di migrazioni. Di persone in carne e ossa, ma anche di idee. Ed è una storia di migrazioni non solo in epoca paleolitica, ma anche in tempi moderni. Cos’è la cultura occidentale – da Pericle a Obama; da Pitagora a Einstein – se non una storia di spostamenti di persone e di intere popolazioni? Una storia di migrazioni, appunto.
D’altra parte, come potremmo ricostruire anche solo la storia della nostra piccola italica penisola senza tener conto degli infiniti «out of Italy» e dei non meno numerosi «in in Italy» che l’hanno caratte- rizzata nel corso dei millenni e continuano a caratterizzarla persino nei nostri giorni?
al di là della collina
Già proprio l’Italia di oggi è il paese che forse meglio rappresenta il bisogno, tutto umano, di «voler vedere se si sta meglio dall’altra parte della collina». Giovani italiani partono, per vedere se si sta meglio oltre i declivi settentrionali delle Alpi. Giovani e meno giovani africani, ma anche asiatici e americani, mettono molto (troppo) spesso a repentaglio la loro vita e giungono in Italia per vedere se si sta meglio dal nostro lato della collina (o del mare). Ebbene, la prospettiva evoluzionistica in cui Calzolaio e Pievani pongono il fenomeno delle migrazioni, l’unica possibile per spiegare anche i fenomeni odierni, dimostra che la spinta a «vedere se si sta meglio dall’altra parte della collina» non è un’emergenza dell’oggi, ma dato strutturale della condizione umana. Gli uomini migrano da sempre per sfuggire a una minaccia bellica, per cercare da bere e da mangiare se nel proprio habitat per un qualsiasi motivo le risorse si sono esaurite. Perché, sottolineano Calzolaio e Pievani, l’ambiente cambia.
Le migrazioni non sono un fatto raro in natura. Basta osservare le rondini o le anguille. Ma, nell’ambito dei primati, quella che il giornalista Franco Prattico chiamava la «frenesia del viaggio» è pressoché esclusiva delle specie che classifichiamo come appartenenti al genere Homo. Nessun altra grande scimmia antropomorfa, per esempio, ha sentito il bisogno di vedere sistematicamente se si sta meglio dall’altra parte della collina. La «frenesia del viaggio» si è rivelato un carattere vincente ed è determinata, probabilmente, sia dalla straordinaria capacità di adattamento della specie umane sia dalle loro capacità cognitive.
Ponendo le migrazioni in’ottica evoluzionistica – l’unica possibile, ripetiamo, per capire il fenomeno – scaturiscono almeno tre conseguenze.
inutile e controproducente erigere muri
È inutile erigere muri: reali o virtuali. Quando le cause sono la guerra e/o la scarsità di risorse e/o i cambiamenti ambientali, la spinta a migrare è tale che qualsiasi ostacolo sarà rimosso o aggirato. La Grande Muraglia non è riuscita a contenere la spinta a migrare delle popolazioni mongole in Cina; così come il Vallo di Adriano e innumerevoli altri muri non sono riusciti a contenere le spinte dei migranti del nord d’Europa (allora) povero verso il sud (allora) più ricco. Allo stesso modo i tanti muri virtuali e reali lungo le frontiere non riusciranno a trasformare l’Europa in una fortezza inespugnabile. È ingiusto erigere muri. Non a caso Calzolaio e Pievani hanno dato il titolo Libertà di migrare al loro libro. Perché quella di andare via o di restare nel proprio paese è e va riconosciuto come un diritto universale dell’uomo. E i migranti devono avere un esplicito riconoscimento giuridico di questo diritto: iniziando ad allargare lo status riconosciuto ai rifugiati bellici anche ai rifugiati climatici, sostengono Calzolaio e Pievani.
È controproducente erigere muri. Oggi i migranti venuti dal sud povero del mondo assicurano una quota importante del Prodotto interno lordo dei paesi ricchi del nord. Senza i migranti, noi abitanti del nord del mondo saremmo più poveri e non riusciremmo (si pensi al caso delle badanti) ad assicurare servizi essenziali. Ma soprattutto le rimesse dei migranti – circa 500 miliardi di euro nel 2014 – sono il miglior strumento per trattenere le popolazioni povere nei paesi originari. Basti pensare che queste rimesse sono tre volte superiori agli «aiuti allo sviluppo» messi (sempre meno) a disposizione da parte dei paesi ricchi. La «libertà di migrare» va certo regolata e ordinata, ma non va negata.
Ci sono, infine, un quarto e un quinto punto che – nella prospettiva evoluzionistica delle migrazioni – dobbiamo prendere in considerazione.
I cambiamenti climatici ridisegneranno – stanno già ridisegnando – la geografia del mondo. Zone accoglienti diventeranno (stanno già diventando) a rischio; mentre zone inospitali diventeranno (stanno già diventando) accoglienti. Inevitabilmente nei prossimi decenni avremo nuovi e più massicci flussi migratori. Noi stessi, abi- tanti del Mediterraneo, potremmo sentire presto la necessità di andare a vedere se dall’altra parte della collina si sta meglio.
il boomerang della fortezza Europa
Costruire mura oggi da parte nostra potrebbe rivelarsi un tragico boomerang domani. Potremmo restare ingabbiati nella prigione da noi stessi eretta. Si veda, a tal proposito, quel bellissimo esempio di climate fiction che Bruno Arpaia a pubblicato per Guanda, dove narra, appunto, le avventure di migranti italiani che, alla fine di questo secolo, cercano di fuggire al caldo e al degrado provocati dai cambiamenti del clima nel Mediterraneo e cercano un po’ di refrigerio nel Nord d’Europa. Trovando gli stessi ostacoli e gli stessi muri che oggi ostacolano il nuovo «out of Africa».
Ma il tentativo di realizzare la fortezza Europa è già un boomerang. Nulla, infatti, più del tentativo, peraltro inefficace, di negare la «libertà di migrare» e di costruire la «fortezza Europa» sta mandando in frantumi l’Unione Europea. Stiamo cercando di contenere il mare con un secchiello, pagando un prezzo elevatissimo per acquistare l’inutile contenitore.

Pietro Greco

www.rocca.cittadella.org



SCIENZA E FANTASCIENZA TRA CONOSCENZA INQUIETUDINE E MERAVIGLIA

Clelia Farris Nessun uomo è mio fratello copiaLibero arbitrio tra illusione e realtà. Siamo realmente liberi di scegliere o pensiamo semplicemente di esserlo?

Giovedì 19 maggio alle ore 18 tredicesimo appuntamento della rassegna culturale “Scienza e fantascienza tra conoscenza inquietudine e meraviglia” promossa dalla Biblioteca Provinciale nell’ambito dei programmi di promozione della lettura. L’incontro-dibattito si terrà nella sala conferenze della Biblioteca Provinciale, in cima al parco di Monte Claro, ingresso da via Mattei in auto e a piedi.

Libero arbitrio tra illusione e realtà. Siamo realmente liberi di scegliere o pensiamo semplicemente di esserlo? Dagli antichi greci e anche prima, il tema del libero arbitrio è stato oggetto di dibattiti e contese con spesso sullo sfondo le discussioni sul determinismo e l’indeterminismo individuale e/o sociale. Ma in che modo possiamo dire che i nostri processi deliberativi siano determinati oppure che non lo siano? E in che modo possiamo dire di avere sempre presenti i possibili corsi alternativi delle nostre azioni? Oggi, inoltre, le neuroscienze stanno dicendo che la nostra capacità di percepire e vivere nel mondo è solo in minima parte cosciente in quanto il settore non cosciente di noi stessi è molto più presente (e potente) di quello consapevole. Con in più il fatto che una serie di ricerche neuroscientifiche hanno verificato che la coscienza del compiere un’azione è successiva all’attivazione della parte del cervello atta a fare quell’azione. Insomma la questione “libero arbitrio” è molto articolata e non affatto scontata. Di tutti questi problemi e di altri ancora si parlerà nel viaggio scientifico-culturale tra letteratura, filosofia e neuroscienze che si svolgerà giovedì 19 maggio alle ore 18 prendendo le mosse dal libro di Clelia Farris “Nessun uomo è mio fratello”, con la presenza dell’autrice, della filosofa Anna Maria Loche e della neuroscienziata Micaela Morelli.
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CIDI. “Con gli altri imparo. Far funzionare la classe come gruppo di apprendimento”

Cidi 11 mag 16Il CIDI di Cagliari organizza una discussione sull’ultimo libro di Daniele Novara e Elena Passerini “Con gli altri imparo. Far funzionare la classe come gruppo di apprendimento”. Sarà presente e risponderà alle nostre domande Daniele Novara, psicopedagogista, fondatore del CPP (Centro psicopedagogico), esperto di conflitti interpersonali.
Il libro fornisce agli insegnanti, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, un repertorio di strumenti per una scuola «senza cattedra», dove il mutuo insegnamento è preferito alla lezione frontale e dove un buon clima di gruppo favorisce lo sviluppo delle esperienze didattiche finalizzate all’apprendimento. Anche gli inevitabili conflitti non vengono più visti come un pericolo per la scuola, ma come un territorio di crescita in cui la fatica di affrontare le proprie divergenze diventa un’occasione di riconoscimento reciproco.. – La pagina fb dell’evento.

Sardegna bene dell’Umanità: il teatro ce la svela…

qui nessuno è straniero Goiseppe CartablogLA CULTURA SARDA CI SALVERA’? IL VIAGGIO TEATRALE DI GIUSEPPE CARTA TRA I MISTERI E GLI INSEGNAMENTI DELLA STORIA
23/04/2016
di Giuseppe Carta ·

blog Barbara AngeliniPosted in Isola del sapere di Barbara Angelinihttp://isoladelsapere.com/la-cultura-sarda-ci-salvera-un-viaggio-teatrale-misteri-gli-insegnamenti-della-storia/

La storiografia non ufficiale comincia ad affrontare i misteri irrisolti della Storia riuscendo a dare spiegazioni a volte nettamente in contrasto con ciò che gli scritti autorizzati ci vogliono far credere. Seppur ancora non per molti, questa conoscenza comincia a farsi strada non troppo celatamente tra le virtuali pagine di internet e persino nelle librerie. Lo sviluppo storico ci appare allora non più così lineare come i libri di scuola ci hanno voluto insegnare, bensì un insieme di cadute e risalite da parte del genere umano che fa impallidire e perdere di valore al nostro concetto di “modernità” o di “progresso”.

La Sardegna è l’isola dei misteri storici per eccellenza, nel suo territorio sono presenti i monumenti megalitici più grandi ed importanti d’Europa che l’Unesco ha classificato come patrimonio mondiale dell’Umanità: i nuraghi. Sono presenti inoltre ziqqurat mesopotamiche, pozzi sacri di stampo egizio, enormi tombe dei giganti e piccole case di fate perfettamente scavate nel duro granito da popolazioni che non avrebbero potuto farlo con i mezzi che la storiografia ci insegna avere loro a disposizione. Sono inoltre presenti ancora nei ricordi della genti sarde ritrovamenti nelle campagne di corpi sepolti di antichi uomini alti anche tre metri, resti che pare siano stati fatti celermente sparire da chi forse ha interesse a conservarne il mistero. Tutto comunque ci porta a pensare che esistesse un tempo nell’isola una civiltà avanzata di cui si continua ad ignorarne le effettive caratteristiche e la reale importanza storica.
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Oggi venerdì 6 maggio 2016

Logo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413. .
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corpi in rivolta 5 5 16
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la via dell'etica Rosanna Carcassi

Storie di francesi nella Sardegna sabauda

cossu_storie_di_francesi-210x300Storie di francesi nella Sardegna sabauda. Spazi, risorse economiche e consoli alla vigilia dell’Unità. La ricerca di Sara Cossu pubblicata dalle Edizioni Parteolla.
- La recensione su L’Unione Sarda (23 aprile 2016) – segue -
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La dignità dell’uomo: Luigi Pintor, ragione e passione

Pintor al GramsciL’Associazione Antonio Gramsci Cagliari
in collaborazione con la Biblioteca popolare l’Albero del riccio
Invitano alla presentazione del libro

La dignità dell’uomo: Luigi Pintor, ragione e passione
a cura di Jacopo Onnis

Interverranno: Jacopo Onnis, Pietro Maurandi, Gianni Fresu
Coordina: Michela Caria

Dopo la presentazione seguirà un rinfresco e sarà possibile rinnovare la tessera dell’Associazione Gramsci.
Venerdì 8 Aprile alle ore 18.00 in via Doberdò 101 a Cagliari

Biblioteca Provinciale di Cagliari Scienza e fantascienza tra conoscenza, inquietudine e meraviglia: 3° incontro

Biblio E Lussu CaVenerdì 18 marzo alle ore 18 terzo appuntamento della rassegna culturale promossa dalla Biblioteca Provinciale nell’ambito dei programmi di promozione della lettura.
L’incontro-­‐dibattito si terrà presso la sala conferenze della Biblioteca Provinciale, parco di Monte Claro, ingresso in auto da via Mattei o da via Romagna (vecchio ingresso dell’ex ospedale psichiatrico).
Il terzo incontro-dibattito, ha il seguente titolo: La biblioteca come universo, Jorge Luis Borges maestro di fantasia, logica e metodo scientifico.
- segue

Sleghiamoli subito! I luoghi della privazione della libertà tra dignità e negazione dei diritti umani

Serdiana 12 mar16 SleghiamoliSabato 12 marzo, ore 17:00
- La pagina fb dell’evento – segue programma -