EUROPA
Disimparare la guerra
L’identità dell’Europa: chiudere ogni ombrello atomico
La proposta di una Costituzione della Terra al meeting (del 3-7 marzo scorso) dei 122 membri dell’Onu Stati-Parte del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.
di Paola Paesano, Costituente Terra.
Il programma di riarmo europeo da 800 miliardi di euro, che non trascura di valutare l’opportunità di un ombrello nucleare franco-britannico, o addirittura di sviluppare armi atomiche in proprio da parte di membri della Ue (Polonia, Repubbliche Baltiche) viene lanciato, per poi essere sciaguratamente approvato, nella stessa settimana in cui a New York, nella sede delle Nazioni unite, gli Stati Parte del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (in seguito Tpan) ribadiscono la necessità e l’urgenza della eliminazione totale delle armi nucleari, respingono il principio della deterrenza basato sull’esistenza stessa del rischio nucleare e sulla minaccia di distruzione rivolta all’umanità intera.
Strategia della deterrenza e rischio nucleare vanno infatti insieme. Più si rincorre la deterrenza più aumenta il rischio, non solo perché aumentano le testate nucleari – che per il solo fatto di esistere sono una minaccia – ma anche perché l’accrescimento continuo della loro dotazione aumenta la sfiducia reciproca tra le potenze, ormai non più limitate ai due tradizionali blocchi della guerra fredda. Tra queste l’Unione europea, la cui identità più vera reclamerebbe il ripudio della guerra, non è più credibile agli occhi del mondo quale modello di integrazione pacifica fra stati.
Il suo riarmo e la sua sclerotica riproposizione della deterrenza nucleare non può che apparire, anche in questo senso, un ulteriore sconsiderato esempio per quei paesi in cerca di “prestigio” nucleare. Abbiamo costruito le più avanzate democrazie del pianeta per vivere da ostaggi, o come vittime predestinate sacrificate al rischio calcolato di pochi che si comportano da padroni del mondo? Non stiamo parlando di despoti riconosciuti, ma anche di capi di stato sedicenti liberali e democratici che ritengono nei fatti i cittadini come loro proprietà.
Più di due secoli fa Kant, sosteneva: «Quale diritto ha lo Stato di servirsi dei suoi propri sudditi per muover guerra ad altri Stati, di impiegare e di mettere così in gioco i loro beni e anzi la loro vita stessa?» Si tratta, prosegue Kant, della pretesa di trattare i propri sudditi come «piante o animali domestici di sua proprietà, che si possono adoperare, consumare e distruggere (far morire)» (I.Kant, Scritti politici, Utet, 2010, pp. 535-536). L’associazione Costituente Terra, presieduta da Luigi Ferrajoli, ha partecipato a quella che può essere considerata la più grande manifestazione della diplomazia globale per la pace, portando a conoscenza degli Stati Parte – erano presenti 86 Paesi, 163 organizzazioni della società civile e 9 organizzazioni internazionali – il suo progetto di un costituzionalismo globale. Il processo di disarmo nucleare totale, per quanto a lungo termine sia, deve ricercare i presupposti per un suo realistico avanzamento, richiedendo la partecipazione degli stati nucleari per l’inverarsi del trattato stesso.
In questa prospettiva il documento congiunto di Costituente Terra e Disarmisti Esigenti individua tre vie per passare dalla proibizione alla eliminazione effettiva delle armi nucleari 1) il tavolo delle potenze nucleari per adottare il «No first use», una misura prudenziale di un patto di non primo uso e di de-allertizzazione delle testate condiviso dalle potenze nucleari; 2) una riproposizione degli accordi di Helsinki del 1975 configurabili in una Helsinki 2 in cui un dialogo da riaprirsi con la Russia allontanerebbe il rischio di una guerra estesa ai Paesi Baltici a minoranza russa e bielorussa.
In questa direzione merita grande attenzione e supporto la proposta di Olga Karatch, di “Our House”, di lottare per la creazione di una zona demilitarizzata nell’area che interessa il confine tra Russia, paesi Baltici, Bielorussia, Polonia e Ucraina. Così come merita di essere integrata in un documento strategico comune anche la richiesta di “Mondo senza guerre e senza violenza” di fare del golfo di Trieste un’area libera da armi nucleari sulla base del Trattato di pace con l’Italia del 1947 e della risoluzione 16 del Consiglio di sicurezza dell’Onu che aveva istituito il Territorio libero di Trieste quale Stato disarmato e neutrale.
L’eliminazione totale delle armi nucleari, nella migliore delle ipotesi, senza dover passare per l’olocausto nucleare, può ottenersi solo in un processo a lungo termine. Questa necessaria gradualità non significa sottrarre radicalità al Tpan, così come il Tpan, a sua volta, non diminuisce la forza del piano per un disarmo totale e per l’eliminazione delle guerre, che è la vera ragione d’essere dell’Onu e che, nel progetto della Costituzione della Terra trova espressione negli articoli 52: con il divieto di produzione di commercio e di detenzione dei beni micidiali (le armi nucleari, le altre armi di offesa e di morte, i droni omicidi, le droghe pesanti, le scorie radioattive, le emissioni di gas serra e tutti i rifiuti tossici; nell’art. 53: con la messa al bando delle armi e il monopolio pubblico della forza; nell’art. 77: con il superamento degli eserciti nazionali.
Non si tratta di fantascienza. Ma della terza e più radicale via che abbiamo indicato nel working paper allegato agli atti della Conferenza Onu e la cui sostanza ha precedenti storici, come del resto la proposta di una Helsinki II sulla base della quale si era arrivati a negoziare l’ingresso della Russia nell’Alleanza atlantica. Il precedente è in una dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Kennedy pronunciata nella sede delle Nazioni Unite dopo l’assassinio del Segretario generale dell’Onu Dag Hammarskjöld, in cui prospettava «un disarmo generale e completo … sia nucleare che convenzionale, fino ad abolire tutti gli eserciti e tutte le armi, tranne quelle necessarie per l’ordine interno e una nuova Forza di Pace delle Nazioni Unite».
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(Da “Il Manifesto” del 19/03/25)
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MOVIMENTO EUROPEO
CONSIGLIO ITALIANO
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IL PRESIDENTE
Dichiarazione del Movimento europeo Italia dopo le affermazioni della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sul Manifesto di Ventotene
Il Manifesto di Ventotene, scritto al confino nel 1941 quando quasi tutta l’Europa era stata violentemente occupata dall’esercito nazista con il sostegno di Mussolini e quindi storicamente collocato in quel momento buio della storia europea, è il testo più elevato durante la seconda guerra mondiale e nel quadro della Resistenza europea dell’analisi delle cause delle guerre legate ai nazionalismi e alle sovranità assolute e dell’urgenza e della necessità di fondare dopo le guerre una democrazia solida destinata a durare nel tempo per la libertà, la giustizia e la pace.
Per giungere a questo risultato Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni e le altre compagne e compagni del confino erano convinti che la strada da percorrere fosse quella del superamento degli Stati nazionali con una organizzazione capace di difendere e costruire nel tempo un progetto politico e non ideologico di società aperta.
Vale la pena di ricordare, che per questo impegno legato alla difesa e alla libertà, Altiero Spinelli fu espulso dal Partito Comunista nel 1937 dopo essere stato condannato dal regime di Benito Mussolini a sedici anni di carcere duro e che Ernesto Rossi fondava la sua cultura sui principi del cosmopolitismo liberale ed Eugenio Colorni sulla cultura dell’internazionalismo socialista.
Le dichiarazioni di Giorgia Meloni oggi alla Camera dei Deputati secondo cui il Manifesto sostiene la visione antidemocratica del Manifesto sono storicamente e culturalmente infondate e confermano che la sua formazione è legata all’idea dello Stato nazione di Giorgio Almirante che fu redattore della rivista “La difesa della razza” ricordando che Fratelli d’Italia non ha mai cancellato dal suo simbolo la fiamma tricolore del MSI e che Giorgia Meloni vorrebbe trasformare le Camere in aule sorde e grigie agli ordini della sua visione di una società fondata sul principio dello Stato nazione in Italia, in Europa e a livello internazionale.
Chiediamo alla società civile, al mondo del lavoro, delle imprese e alle forze politiche di scendere in piazza per una pacifica mobilitazione già martedì 25 marzo, anniversario della firma dei Trattati di Roma per manifestare davanti alla lapide dedicata a Altiero Spinelli alla Camera dei Deputati in Via Uffici del Vicario programmando una manifestazione davanti al Palazzo Altiero Spinelli del Parlamento europeo a Bruxelles, una visita sulla sua tomba a Ventotene e promuovendo iniziative simili in omaggio alle tombe di Ursula Hirschmann nel cimitero acattolico di Roma, di Ernesto Rossi a Firenze e di Eugenio Colorni a Milano
La presidenza del Movimento Europeo
Roma, 20 marzo 2025
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00186 ROMA – VIA ANGELO BRUNETTI, 60 – TEL.: 06-36001705 – FAX: 06-87755731
e-mail: presidente@movimentoeuropeo.it – sito: www.movimentoeuropeo.it
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Oggi giovedì 20 marzo 2025
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La decadenza Todde in Tribunale
19 Marzo 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Gli avvocati devono essere prudenti, devono sempre considerare che le loro opinioni possono essere diverse da quelle degli altri protagonisti delle vicende giudiziarie, senz’altro degli avversari, ma sopratutto di chi è chiamato a decidere: il giudice. Qui, semplificando, vale il vecchio detto di quel saggio allenatore di calcio, che a chi, a fine gara, […]
——————————————-Benigni
[Su RaiNews.it] Record di ascolti per l’inno all’Europa dell’artista: sfiorati i 4 milioni e 400mila telespettatori. “Mentre intorno c’erano rovine, morti, cadaveri” a Ventotene progettavano un’Europa di “giustizia sociale che non lascia indietro nessuno”
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Oggi mercoledì 19 marzo 2025 – San Giuseppe
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Oggi San Giuseppe.
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Quale migliore occasione la festa di San Giuseppe, per riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica e soprattutto alla Fondazione Istituti Riuniti e alle autorità politiche, in primis Sindaco e Consiglio comunale, nonché il governo regionale, la necessità del restauro della chiesetta di San Giuseppe a Stampace (già finanziato)? Realisticamente in tempi brevi (la bucocrazia permettendo) la chiesa potrà essere riaperta al quartiere e alla città. Intanto Auguri a tutti i Giuseppe e le Giuseppine, nelle molte varianti del nome del grande Santo.
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Oggi martedì 18 marzo 2025
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Alcune elementari note per la pace
17 Marzo 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Si è manifestato sabato per l’Europa, deve però ammettersi che questa Europa è scarsamente credibile e attraente. Fa ragionamenti e proposte poco razionali e delibera cose pericolose. Prima di tutto, anziché una pace definitiva fra Russia e Ucraina, sposa l’idea di una tregua, tacciano le armi per 30 giorni. Ora, se si fermano i […]
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Una giornata bella e brutta
18 Marzo 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
La telefonata Trump/Putin è andata bene. Lo dicono i due presidenti. E se lo dicono loro c’è da crederci. Lo dice anche il segretario generale dell’ONU, quindi il giudizio ha una importante conferma, che ci consola. Anche la tregua, ossia il cessate il fuoco immediato sembra alle porte. Putin l’ha accolta a condizione che […]
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Manifestazioni del 15 marzo 2025. The day after
Comunicato di Comitato Marcia PerugiAssisi (…)
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Tonino Dessì su fb
(…) , anche ammettendo un riflesso difensivo (ma non quello del ReArm Eu), che rimetta in sesto le esigenze di sicurezza continentale, non è quella l’Europa che serve.
Non si può vagheggiare alcun improbabile e improponibile suprematismo, ma neppure praticare alcuna chiusura a riccio minoritaria e nostalgica.
Serve un’Europa illuminata da un respiro universalista, umanista, progressista, democratico, plurale, cooperativo, inclusivo, attraente e attrattivo.
Ancora ne siamo sideralmente lontani.
Ma l’asta del salto è fissata a quell’altezza: o la si raggiunge o ci aspetta la polvere.
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Per un’Europa di pace
Contro la guerra e la corsa al riarmo, sabato 15 marzo abbiamo portato a Roma, nella piazza per l’Europa, la bandiera di Aldo Capitini, la bandiera della PerugiAssisi, la bandiera della pace e del disarmo, la bandiera della nonviolenza.
Ed è stata un’altra occasione per dire “Disarm Europe!” L’Europa che vogliamo è un’Europa di pace, un’Europa che deve ricominciare a lavorare per la pace, che deve fare ogni sforzo per fermare le guerre. Non per alimentarle. Senza usare due pesi e due misure. In Ucraina come a Gaza.
Per ore e ore hanno tentato in tutti i modi di farci chiudere la bandiera della PerugiAssisi ma non sono riusciti ad impedirci di dire che “La bandiera dell’Europa e la bandiera della pace camminano insieme”.
Ci hanno escluso dal palco ma non ci potranno impedire di continuare ad impegnarci per la pace, contro il mostro della guerra e i piani di chi ci sta trascinando nel suo vortice, rendendoci ogni giorno più poveri e vulnerabili. La lotta per la pace è la lotta per il futuro.
Oggi lunedì 17 marzo 2025
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Sardegna: due questioni per una migliore democrazia regionale
17 Marzo 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Mentre si è positivamente aperta la discussione sulla riforma della legislazione elettorale regionale mirata alla restaurazione di una accettabile democrazia in Sardegna, sottolineo in questa direzione due idee, peraltro già considerate nella proposta della Scuola di cuĺtura politica F. Cocco, illustrata lunedì da Fernando Codonesu in una affollata assemblea pubblica a Cagliari. La prima riguarda […]
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Oggi domenica 16 marzo 2025
Teofane il Greco, Icona della Trasfigurazione, chiamata «Trasfigurazione di Novgorod», inizio del XV secolo, Galleria Tret’jakov, Mosca, Russia.
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Manifestazione per l’Europa. E ora?
16 Marzo 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Dopo tante discussioni, non sempre amichevoli, finalmente la manifestazione di Repubblica e di Michele Serra si è svolta a Roma. Grande successo quanto a partecipazione, 50 mila. Ciò che colpisce però e l’eterogeneità degli obiettivi dei partecipanti. C’è chi vuole il riarmo, c’è, e non sono pochi, chi invece vuole la pace, senza se […]
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ALDO MORO: “IO CI SARÒ ANCORA”- DI ANTONIO SECCHI
Antonio Secchi su PoliticaInsieme. Mar 16, 2025 – 07:48:09 – CET
https://www.politicainsieme.com/aldo-moro-io-ci-saro-ancora-di-antonio-secchi/
Il libro sarà presentato il 5 maggio p.v., presente l’Autore, alla Facoltà Teologica. L’evento è promosso dal MEIC e dall’Associazione Aldo Moro.
Oggi sabato 15 marzo 2025 – Manifestiamo per un’Europa di Pace
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Con Aladinpensiero aderiamo alla manifestazione di oggi sabato 15 marzo, proposta da Michele Serra. A Cagliari si terrà con inizio alle 15 in piazza del Carmine. Per le motivazioni facciamo riferimento alle posizioni del movimento Costituente Terra, a cui aderiamo, illustrate nel Comunicato di CT e nell’articolo del presidente Luigi Ferrajoli, che riprendiamo nella News da il manifesto. Diverse associazioni e partiti di sinistra hanno organizzato un’altra manifestazione, un presidio, che si terrà a Cagliari nella piazza Costituzione, a partire dalle ore 17. L’orario consente per chi vuole di partecipare ad entrambe. Ne diamo volentieri atto, auspicando che per quanto si è tutti uniti nelle ragioni di un’Europa di Pace si trovi un’unità propositiva.
Pubblichiamo la locandina della manifestazione di piazza Cosituzione:
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Europa del riarmo? No grazie!
15 Marzo 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
La questione è semplice e chiara: mentre si avvia un positivo tentativo di pace fra Russia e USA sull’Ucraina, l’Europa mostra fastidio e delibera un massiccio progetto di riarmo. Il contrario di quanto dovrebbe fare in questa nuova situazione di dialogo USA/Russia. Si afferma e si vuol far credere che, se la UE è […]
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Perché manifestare per l’Europa con le bandiere della pace
Disimparare la guerra
Perché manifestare per l’Europa con le bandiere della pace
14/03/2025
(Da “il manifesto” del 11/03/2025) Verso il 15 marzo. Si possono condividere gli argomenti critici proposti da questo giornale a riguardo della manifestazione per l’Europa promossa dall’appello di Michele Serra, eppure decidere di partecipare ugualmente.
Perché farlo? Per impedire all’Europa delle armi, voluta dalle von der Leyen e dai Macron, di proporsi come la sola Europa esistente.
Per manifestare l’esistenza di un’altra idea dell’Europa: quella, sicuramente maggioritaria, che vede nell’Europa il luogo delle democrazie costituzionali, delle separazioni dei poteri, dell’“unità nelle diversità” secondo la massima adottata nel 2000 dall’Unione, cioè dell’uguaglianza e, soprattutto, della pacifica convivenza.
È GIUSTO PARTECIPARE anche per molte altre, importanti ragioni: perché l’Europa, non solo la nostra ma anche quella delle von der Leyen e dei Macron, è oggi aggredita da tutti i reazionari e i fascisti dell’Occidente, che vogliono distruggere la sua residua identità democratica; perché contro i fascisti, in crescita in tutto il mondo, qualunque alleanza è doverosa; perché manifestare in difesa dell’Unione europea, pur con tutti i suoi limiti gravissimi, vuol dire oggi manifestare contro Trump, contro Musk, contro Milei, contro Meloni e contro tutti i sovranismi e le derive autocratiche e parafasciste in atto in tutto l’Occidente; perché l’Europa, grazie alla straordinaria convivenza pacifica che ha realizzato tra 27 paesi con 23 lingue diverse e un passato di guerre e di contrapposti imperialismi, ha mostrato che un’integrazione tra diversi è possibile, anche per l’intera umanità; perché quindi, nell’Unione europea, vediamo una tappa esemplare del processo di unificazione del genere umano perseguito da Costituente Terra, sulla base dei due valori che essa – come l’Onu, parimenti sotto attacco – pose alla base della sua fondazione: la pace e l’uguaglianza.
Sappiamo bene che ormai da molti anni l’Europa ha rinnegato se stessa, negando e violando questi due valori costitutivi: la pace, con l’insensata politica bellicista e l’assurda corsa a nuovi armamenti, e l’uguaglianza, con le sue politiche disumane contro i migranti e il razzismo alimentato dalla riapparizione in Europa della figura della persona illegale e clandestina per la sola colpa di esistere.
Ma proprio per questo, per difendere questi due valori e, insieme, i valori della legalità, delle separazioni dei poteri, dei limiti e dei vincoli ai poteri selvaggi dei nuovi padroni del mondo, è oggi necessario manifestare in difesa dell’Europa, che su quei valori è nata e a quei valori vogliamo che torni ad ancorarsi.
SOLO QUEST’ALTRA Europa, opposta a quella espressa dall’opzione dissennata per sempre nuovi armamenti, può oggi emanciparsi dalla subalternità agli Stati Uniti e promuovere un’autonoma iniziativa di pace nei confronti della Russia, basata non già sul riarmo ma sul disarmo e su reciproche garanzie di sicurezza, in vista di un progressivo ritorno della Russia nella sua casa europea.
È stato l’osceno ricatto di Trump che ha mostrato, insieme al fallimento di tre anni di politiche europee, quella che è un’assoluta ovvietà: che la garanzia della sicurezza proviene non già dal riarmo, che segnala ostilità, sfiducia e aggressività nei confronti della Russia, concepita aprioristicamente come nemico, bensì dalla disponibilità a un progressivo disarmo, che al contrario attesta la volontà di pace e sollecita l’analoga volontà e l’identico interesse della controparte.
E’ infatti chiaro che l’ulteriore corsa a nuovi armamenti – una corsa ininterrotta da oltre 20 anni – mentre non potrà mai portarsi all’altezza delle 6.000 testate nucleari di cui è in possesso la Russia, avrà il solo effetto di sottrarre alla sanità, all’istruzione e alla sussistenza gli 800 miliardi che si vuole siano ad essa destinati.
Manifestare per l’Europa vuol dire anche, perciò, manifestare a sostegno di quello stato sociale che solo in Europa si è realizzato in nome dell’uguaglianza, e che oggi Trump e le destre di tutto il mondo vogliono distruggere.
VUOL DIRE CONTRAPPORRE, al volto feroce ed ostile delle armi e dell’abbattimento dello stato sociale perseguito dalle politiche liberiste dei nostri governi, il volto benefico e civile dell’Europa della pace, dell’uguaglianza e della garanzia dei diritti e della dignità delle persone.
L’Europa con il primo volto è destinata a disgregarsi, non solo perché maggiormente esposta alla minaccia della guerra, ma anche per l’inevitabile conflittualità tra opposti sovranismi e per la perdita del consenso popolare.
Solo se assumerà il secondo volto, finanziando istituzioni europee di garanzia dei diritti sociali sussidiarie rispetto a quelle nazionali e promuovendo un disarmo globale e totale che renda impossibili tutte le guerre, l’Europa è destinata non solo a sopravvivere e a diventare popolare tra i cittadini europei, ma anche a proporsi come un modello di civiltà per il resto del mondo e ad attestare che una Federazione della Terra è possibile, oltre che necessaria ed urgente.
Ma questo secondo volto non può rimanere nascosto, coperto, assente, inespresso. Va, appunto, manifestato ed esibito con le bandiere della pace. Per mostrare che solo da esso, e non certo da un’illusoria potenza militare, dipendono il prestigio e l’autorevolezza politica dell’Europa.
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Costituente Terra. Domani in piazza per un’Europa di Pace
Domani Costituente Terra sarà nelle piazze per affermare che l’Europa delle armi, voluta dalle Von der Leyen e dai Macron, non è la sola Europa esistente, ma c’è anche l’esistenza di un’altra idea, sicuramente maggioritaria, che vede nell’Europa il luogo delle democrazie costituzionali, delle separazioni dei poteri, dell’unità nelle diversità secondo la massima adottata nel 2000 dall’Unione, dell’uguaglianza e, soprattutto, della pacifica convivenza.
Oggi l’Europa sta rinnegando sé stessa con l’insensata politica bellicista, l’assurda corsa a nuovi armamenti e le sue politiche disumane e razziste contro i migranti che hanno fatto riapparire in Europa la figura della persona illegale per la sola colpa di esistere.
Contro questa degenerazione, vogliamo che l’Europa torni ad ancorarsi valori sui quali è nata.
Solo quest’altra Europa, opposta a quella espressa dall’opzione dissennata per sempre nuovi armamenti, può oggi emanciparsi dalla subalternità agli Stati Uniti e promuovere un’autonoma iniziativa di pace nei confronti della Russia, basata non già sul riarmo ma sul disarmo e su reciproche garanzie di sicurezza, in vista di un progressivo ritorno della Russia nella sua casa europea.
L’Europa, grazie alla straordinaria convivenza pacifica che ha realizzato tra 27 paesi con 23 lingue diverse e un passato di guerre e di contrapposti imperialismi, ha mostrato che un’integrazione tra diversi è possibile, anche per l’intera umanità.
Nell’Unione Europea, vediamo una tappa esemplare del processo di unificazione del genere umano perseguito da Costituente Terra, sulla base dei due valori che essa come l’Onu, parimenti sotto attacco, pose alla base della sua fondazione: la pace e l’uguaglianza: questi due valori e, insieme, i valori della legalità, delle separazioni dei poteri, dei limiti e dei vincoli ai poteri selvaggi dei nuovi padroni del mondo vanno difesi con la più ampia unità.
L’Europa torni ad ancorarsi valori sui quali è nata
Direttivo Costituente Terra
Roma 14 Marzo 202
Manifestazione di sabato 15 marzo per la Pace. Perché partecipare
Per un’Europa libera, unita, solidale e di pace
Per un’Europa libera, unita, solidale e di pace
Lettera aperta alle persone, associazioni e movimenti costruttori di pace sulla manifestazione del 15 marzo.
Per un’Europa libera, unita, solidale e di pace
Questa nostra lettera è rivolta a tutto il movimento per la pace che – dopo l’appello lanciato da Michele Serra a scendere in piazza per l’Europa – si sta giustamente chiedendo di “quale Europa” stiamo parlando.
Un’Europa di pace o un’Europa di guerra? Un’Europa armata o un’Europa disarmata? Un’Europa che investe in armi, tagliando il welfare?
A queste domande vorremmo rispondere e spiegare perché – secondo noi – è importante, in questo difficile momento storico, fare un percorso condiviso anche oltre la mobilitazione del 15 marzo.
Il motivo principale è quello di rivendicare innanzitutto la sopravvivenza del progetto stesso di unità europea, contro tutte/i coloro che vogliono un’Europa divisa e incapace di agire. L’UE è un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro (Usa, Cina, Russia) e per questo rischia di cadere in frantumi.
La situazione è drammatica e ciascuna/o di noi deve assumersi le proprie responsabilità. Siamo di fronte a un attacco senza precedenti verso le istituzioni e il diritto internazionale. Anche il processo di unificazione europea rischia di essere travolto. Per questo motivo noi europee ed europei dobbiamo riprendere in mano il nostro comune destino.
La manifestazione di Roma è stata pensata per un sussulto di unità e dignità e per rilanciare il progetto europeo originario contro i nazionalismi e le guerre.
Oggi giovedì 13 marzo 2025
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Il cavallo di Troia della separazione delle carriere
13 Marzo 2025
Silvia Manderino su Democraziaoggi
La riforma Nordio è diretta a scardinare in un solo colpo i principi della separazione dei poteri, dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e dell’autonomia e indipendenza della magistratura
Ci sono obiettivi inconfessabili dietro la cosiddetta “riforma della giustizia”, pomposa e ingannevole espressione usata dalla propaganda governativa nell’indicare il Ddl costituzionale attualmente in discussione […]
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