Economia & Lavoro

FabLab: una fabbrica digitale per trasformare idee in oggetti

Nasce il FabLab di Sardegna Ricerche: una fabbrica digitale per trasformare idee in oggetti
Dedicato a tutti coloro che hanno immaginazione, creatività e voglia di fare.
di Alessandro Ligas, Ttecnologico
FabLab di Sardegna Ricerche
Gioielli, scarpe, oro, ferro, legno, biotech, arti o quel che volete. sedie, macchine, droni, nasi, carotidi, vestiti, internet of things. davvero quel che volete. (Nicola Pirina)
Un FabLab è un ambiente attraverso il quale si possono cogliere e mettere in pratica le opportunità dalle idee e dai progetti. Uno spazio fisico, un laboratorio d’incontro tra le botteghe della “tradizione” e il luogo dell’artigiano digitale. Un luogo di condivisione di spazi, di conoscenze e di relazioni, ma soprattutto di crescita.
Gestito da Sardegna Ricerche è nato il primo FabLab sardo che vuole perseguire i fini di promozione della fabbricazione digitale e del design condiviso, dell’hardware e del software libero, dello sviluppo sostenibile, a vantaggio di tutti coloro che ne facciano richiesta, per sperimentare, divertirsi e non aver timore di condivivere e realizzare una propria idea promuovendo l’innovazione tecnologica.
La presentazione ufficiale è avvenuta il 10 Febbraio presso la sede di Sardegna Ricerche a Pula, in località Piscinamanna, in un auditorium gremito di makers e curiosi. – segue -

Aiuto!

Disperaz31Come creare un habitat favorevole allo sviluppo industriale del Paese?
di Vanni Tola
Impressionante il servizio di “Servizio Pubblico” sulla vertenza della multinazionale Micron. La società, leader nella progettazione e produzione di memorie per applicazioni elettroniche, sta per licenziare oltre quattrocento dei suoi mille cinquanta lavoratori operanti in Italia, per trasferire una parte o tutta l’attività in altri lidi. Fin qui sembrerebbe una delle tante vicende he accadono in questi mesi. Dove sta allora la particolarità? I dipendenti della Micron sono quasi tutti laureati in ingegneria, fisica, informatica, robotica e simili. Sono cioè tecnici altamente qualificati che producono ricchezza in Italia per conto della società Micron. La società, finora, non ha avuto problemi legati alla crisi internazionale, la produzione va più che bene. E non si tratta neppure di alto costo delle prestazioni di lavoro perché, come afferma una rappresentante dei lavoratori, le loro mansioni stanno per essere trasferite in paesi quali l’America o Singapore, nei quali il costo di tali figure professionali è più che doppio rispetto all’Italia. Allora perché la Micron lascia l’Italia costringendo questi lavoratori molto specializzati e produttivi a cercare lavoro all’estero? Sembrava incomprensibile anche ai partecipanti alla nota trasmissione di Santoro fino a quando la rappresentante dei lavoratori della Micron non ha introdotto un tema particolarmente delicato. Ciò che non va bene alla multinazionale è “l’habitat”, il contesto nel quale deve operare. La corruzione, la burocrazia, la poca chiarezza del quadro legislativo, l’instabilità politica che non concede prospettive a lungo termine per gli investitori. Sono queste alcune delle cause che stanno determinando la precipitosa fuga della multinazionale Micron dall’Italia. Ora è tutto più chiaro. Nel nostro Paese manca una parvenza di programmazione della politica industriale, non esiste alcuna certezza di stabilità politica, nessuna possibilità di pensare a interventi produttivi nel medio e lungo periodo, un quadro legislativo da barzelletta con leggi complicate e di difficile comprensione talvolta ostiche perfino per gli avvocati addetti ai lavori. Che insegnamento trarne? Intanto che il problema dell’occupazione non è soltanto un problema di costo del lavoro. La componente costo del lavoro rappresenta certamente uno degli elementi con il quale fare i conti. Ma è certamente molto più drammatica la mancanza di condizioni generali che favoriscano l’insediamento di attività produttive, che attraggano investimenti stranieri, la carenza di infrastrutture, di politiche del credito alle imprese davvero efficaci, la qualificazione costante della forza lavoro, gli investimenti in ricerca e innovazione tecnologica e scientifica e, soltanto all’interno di questi nuovi contesti, anche una più equa politica di remunerazione del lavoro. Altro che andare dagli arabi per implorare investimenti e raccogliere insignificanti “mance” da sbandierare come grandi successi politici.sedia-van-gogh-4-150x150-bis1

Agricoltura e agroalimentare: migliorare la progettualità per evitare che la Sardegna resti fuori o ai margini dei processi di sviluppo in atto

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Paolo RoggeroIntervista prof. Pier Paolo Roggero°
di Vanni Tola
A margine del Convegno sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari, svoltosi nel Parco Tecnologico di Porto Conte, abbiamo intervistato il prof. Pier Paolo Roggero, direttore del Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari. Intendevamo comprendere se, e in quale misura, il problema della desertificazione dei suoli e il decremento della popolazione nell’isola potessero rappresentare un ostacolo per lo sviluppo delle produzioni agroalimentari.
Aladin – Il fenomeno della desertificazione dei suoli e dello spopolamento della Sardegna potrebbe limitare o vanificare i progetti per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari presentati durante il Convegno?
Roggero – Vediamo le cose non solo in termini negativi, ci sono in agricoltura tante potenzialità sulle quali è opportuno investire. Quando parliamo di desertificazione esprimiamo un concetto molto ampio che riguarda il degrado del suolo, ma anche quello legato a cambiamenti climatici e quello determinato da un utilizzo sconsiderato del territorio. In Sardegna registriamo delle situazioni paradossali. Abbiamo dei suoli ottimi che sono stati inquinati da attività industriali (petrolchimica in particolare) e dalle basi militari, e, nonostante quanto si afferma sulle nostre campagne, la superficie regionale inquinata più ampia d’Italia. Anche questa è desertificazione. E’ chiaro che in questi territori non si potrà praticare l’attività agroalimentare, si dovrà fare qualcosa di altro. Sarà necessario bonificarli per quanto è possibile e nel frattempo utilizzarli comunque, per produzioni non alimentari. Potrebbero essere utilizzati per le coltivazioni di biomasse da impiegare nella produzione di energia o di biomateriali. E questo è un aspetto. Abbiamo, però anche la fortuna di avere ampi territori che, a differenza di quanto accade nel resto d’Italia o in molte aree d’Europa, sono rimasti intatti dal punto di vista della fertilità potenziale. Mi riferisco in particolare ai pascoli dei quali, fino a qualche anno fa, si è parlato in termini esageratamente catastrofistici. Si parlava di sovraccarico di bestiame, di degrado associato al pascolo. In realtà è esattamente il contrario. Oggi si preferisce affermare che se non avessimo i pascoli bisognerebbe inventarli. Il fatto che ci sia un’utilizzazione pastorale dei suoli garantisce il presidio del territorio, previene o limita i disastri ambientali, produce prodotti zootecnici oltre che biodiversità. - segue -

Porto Conte Ricerche – Nuove opportunità per innovazione e internazionalizzazione nel settore agroalimentare. La parola “magica” è Cluster: presentato il CL. A. N. (Cluster Tecnologico Nazionale) AGRIFOOD

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Il Parco Tecnologico di Tramariglio (Porto Conte) rappresenta una delle punte di diamante della ricerca tecnologica isolana, ha un fatturato medio annuo di oltre 3,5 milioni di euro per le diverse attività di ricerca e sperimentazione e circa cento tra ricercatori e operatori privati che operano nei diversi settori della ricerca (Produzione servizi, Manutenzione e logistica e Settore Amministrativo). Un recente convegno, svoltosi nel Centro di ricerca, ha illustrato le strategie più efficaci per favorire l’innovazione e l’internazionalizzazione dei prodotti del comparto agroalimentare, il secondo più importante settore produttivo nazionale dopo l’industria metalmeccanica. Un comparto che, pur mantenendo un ruolo cosi importante nell’economia nazionale, richiede misure necessarie per superare le micro-dimensioni delle aziende e creare progetti capaci di determinare ricadute concrete sul territorio attraverso sinergie integrate tra partner pubblici e privati. E’ questa la filosofia che governa il CL.A.N., il Cluster tecnologico per l’Agrifood per il quale è disponibile un finanziamento di 30 milioni di euro per il prossimo triennio. Il Cluster nazionale, naturalmente, raccoglie e coordina le esperienze, i progetti e le ricerche delle diverse regioni che aderiscono al CL.A.N. nazionale. – segue -

Opportunità per l’innovazione e l’internazionalizzazione del settore agroalimentare

ape innovativasardegna ricerche logo ampiologo convegno 24 gen 14Opportunità per l’innovazione e l’internazionalizzazione del settore agroalimentare, se ne parla al Parco Scientifico e Tecnologico di Tramariglio.
Sardegna Ricerche e Porto Conte Ricerche organizzano per domani venerdì 24 Gennaio un convegno dal titolo “ Il Cluster tecnologico Nazionale Agrifood CL.A.N. – Nuove opportunità per innovazione e internazionalizzazione nel settore agroalimentare”. Comunicazioni di Maria Paola Corona e dei rettori dell’Università della Sardegna (di Cagliari e di Sassari). Altri relatori Sergio Uzzau, Martino Muntoni, Pierluigi Pinna, Daniele Rossi, Luigi Montanari, Massimo Iannetta. Seguirà una tavola rotonda con rappresentanti di associazioni imprenditoriali, aziende e organismi di ricerca. Concluderà i lavori Gianluca Cadeddu, Direttore del Centro Regionale di Programmazione. Aladinews seguirà i lavori del convegno e ne riferirà ai propri lettori.
Ulteriori informazioni: http://www.portocontericerche.it/news/programma%20giornata%20clan%20agrifood.pdf

Cappellacci si trivelli il suo giardino

NicolaMighelidi Nicolò Migheli
Cappellacci si trivelli il suo giardino [di Nicolò Migheli]
by sardegnasoprattutto
Questa volta scrivo per ragioni personali. Spero che non sia troppo tardi e che tra un mese in Regione una nuova maggioranza blocchi questi assalti indiscriminati che si stanno portando ai nostri luoghi. La giunta Cappellacci e i suoi uffici autorizzano la Exergia Toscana s.r.l. a procedere nelle esplorazioni geotermiche nel territorio del Montiferru. Nessuna Valutazione di Impatto Ambientale, come richiesto dalle comunità locali. – segue -

Sardegna: che fare?

Bandera-4-moros-Fondazione-SardiniaBellezze-nuragiche-su-aladinews-200x300
sedia-van-gogh-4-150x150-bis1di Vanni Tola
Una campagna elettorale molto breve e fortemente segnata dalle polemiche interne ai partiti, dalla frammentazione delle forze politiche e dall’affannosa individuazione dei candidati alla Presidenza, penalizzerà certamente il confronto preelettorale sui programmi e sulle idee, limitandolo fortemente. Ciò nonostante alcuni temi centrali del confronto politico finiranno con l’occupare comunque la scena e avranno un ruolo fondamentale nelle scelte degli elettori. I principali problemi dalla Sardegna sono sostanzialmente noti. Una gravissima crisi dell’apparato produttivo industriale con conseguenze drammatiche sull’occupazionale. La necessità di ripensare un nuovo modello di sviluppo industriale che permetta alla nostra isola di avere uno spazio e un ruolo nella nuova riorganizzazione internazionale del lavoro e della produzione che i processi di globalizzazione stanno mettendo in evidenza. Un problema che impone un confronto sul nuovo modo di produrre prodotti chimici (es. chimica verde, biochimica) e, più in generale, sulle prospettive offerte dalla green economy che è strettamente connesso con la questione dell’approvvigionamento energetico e delle energie alternative e con i problemi di tutela della salute e dell’integrità dell’ambiente. Occorre poi confrontarsi nel merito delle problematiche riguardanti lo sviluppo e la valorizzazione delle più importanti risorse locali dell’isola, agricoltura e turismo in primo luogo, ma anche la pesca, la risorsa ambiente, i trasporti interni ed esterni, le comunicazioni.
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Programmando: linee fondamentali di progetto per l’agricoltura sarda

di Giuseppe Pulina

By sardegnasoprattutto,  5 gennaio 2014

L’articolo di Giuseppe Pulina ripreso da AladiNewsAgricoltura
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VT Van Gogh Il seminatore Vanni TolaUn commento di Vanni Tola (condiviso da Aladinpensiero)
Da tempo conosco le analisi del prof. Pulina con le quali generalmente concordo. Con percorsi differenti (quello accademico, lui, l’osservazione giornalistica ormai pluridecennale dell’evoluzione del comparto agroalimentare sardo, io) abbiamo maturato, insieme a tanti altri, punti di vista comuni e condivisi sulle esigenze di riforma dell’agricoltura sarda . Ho sempre pensato e scritto che la Facoltà di Agraria avrebbe dovuto svolgere un ruolo di “indirizzamento” delle scelte programmatiche per il comparto agroalimentare e questo compito il prof. Pulina ed i suoi ricercatori lo svolgono adeguatamente. Il programma Campos ed altri studi simili potrebbero rappresentare un sufficente ed auspicabile programma di sviluppo del comparto per il futuro Assessore all’agricoltura della Regione all’interno di una Giunta Regionale nuova e diversa e realmente riformatrice. In questo contesto, a mio modesto parere, il prof Pulina potrebbe ricoprire il ruolo politico che gli compete sulla base dei suoi studi e delle sue competenze.

io sono culturaIO SONO CULTURA. Il rapporto 2013

Sardinia, est s’ora!

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SARDIGNA NO(V)A
Fondazione Sardinia: un NEW DEAL per la SARDEGNA del terzo millennio

La LAMPADA di ALADIN

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Antonio Genovesi e l’Economia Civile
Antonio Genovesi (dipinto)Un’iniziativa che ci auguriamo venga assunta anche dall’Università della Sardegna
L’Università LIUC di Varese ha avviato un ciclo di incontri sulla economia civile con una riflessione sulla tradizione degli economisti italiani, e in particolare dell’Abate Antonio Genovesi, titolare a Napoli nel ‘700 della prima cattedra di Economia Politica. Sono concetti che tornano oggi attuali di fronte alla crisi evidente di quel ‘pensiero unico’ dell’economia che è prevalso nel mainstream mondiale ed ha messo in ombra quel tessuto relazionale che costituisce il fondamento del benessere sociale. La ‘felicità pubblica’ di cui parlavano Genovesi, Muratori, Verri e Beccaria non significa un’intromissione dello stato nella sfera personale, ma costituisce l’orientamento alla cura di quei beni essenziali anche per un sano sviluppo economico che gli stessi economisti contenporanei hanno dovuto sia pur tardivamente riconoscere attraverso nozioni che mantengono un fondo di ambiguità come è il caso del “capitale sociale” (Dal sito web di Gianfranco Rebora Risorse Umane & Organizzazioni)
Per correlazione
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Università della Sardegna – Università di Cagliari
Per fermare la violenza contro le donne
SEMINARIO. Nell’aula magna del Dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni, in viale Sant’Ignazio 78, nella mattinata di venerdì 29 novembre, con inizio alle ore 9,30, è in programma il seminario “Voltiamo la carta? Parliamo di lui. Conoscere, per fermare la violenza contro le donne”

UNIAMOCI VERAMENTE PER VINCERE LA NOSTRA VERA RINASCITA.

EDITORIALI di Attilio Piras e Gavinu Dettori
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di Attilio Piras
Siamo al centro dell’attenzione, su tutti i giornali, sulle televisioni, tutti i media stanno dando grande spazio al dramma Sardo. Succede sempre così, ancora un paio di giorni, poi, non siamo più notizia. Qualcuno ricorda le altre alluvioni, gli altri terremoti: come pensate che sia l’Aquila.
Ora che è toccato a noi Sardi, non voglio essere ancora preso in giro, dobbiamo essere molto responsabili quando deleghiamo qualcuno.
Troppi furbi in giro, e tanti gonzi che cercano di imitarli, ci hanno prima colpiti e ora stiamo affondando.
Non credevo di arrivare a scrivere questo.
Non ho più voglia di essere Italiano, non ho più voglia di essere Europeo, titolo non più quotato: VOGLIO ESSERE SARDO.
Prima voglio essere Sardo, poi ancora Sardo, poi, molto poi, vediamo in che cosa posso essere Italiano e caso mai Europeo.
Sono stanco di vivere in uno stato dove i furbi regnano, dove il più furbo governa da ventanni, per tanti anni ho sentito “ti sbatto in Sardegna”, ora devo sentire “una” che mi rimprovera perchè vivo in uno scantinato.
Mi sono stancato di vedere gente in ginocchio che consegna la nostra bandiera a questi continentali furbi, per bandiera intendo anche i gioielli della nostra Sardegna, il nostro patrimonio più bello LA SARDEGNA.
Questi Conquistadores, con quattro specchietti, ci hanno violentato, sventrato e inquinato cielo, terra e mare, ci stanno costringendo ad emigrare nuovamente e noi pieni di debiti stiamo consegnando la nostra amata terra.
In questa disgrazia sto vedendo tanta solidarietà, dolore, commozione, valori che noi Sardi abbiamo nel dna, si vede che vogliamo bene alla nostra terra: E ALLORA!! UNIAMOCI VERAMENTE PER VINCERE LA NOSTRA VERA RINASCITA.
BASTA! BASTA! UN SOLO OBIETTIVO ” SARDO ”
CI SONO SARDI ONESTI E CAPACI DI GOVERNARE
VENITE FUORI! FATEVI VIVI! FATEVI CONOSCERE. se non ora, quando?
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QUANDO PIOVE: GOVERNO LADRO!
di Gavinu Dettori
CALAMITA’ NATURALI ! Quando l’uomo ci mette lo zampone.
Sgomberato il campo, come dice il detto, che “la responsabilità è sempre dell’uomo”, bisogna fare a mente fredda qualche considerazione . E’ allarme, e considerato disastro, quando una calamità naturale coinvolge direttamente l’uomo, nel senso che ci lascia le penne.. Le calamità che coinvolgono soltanto il territorio naturale, sono incontrollabili e seppur sconvolgenti, transeant. Ricordo , nel ’63 mi sembra, un grande alluvione che sconvolse il centro della Sardegna. Era piovuto di continuo per due giorni. Ero studente a Nuoro, e dalla finestra della casa dove abitavo, nella periferia, osservavo con apprensione come da un muretto a secco che recintava una vigna di fronte, usciva a fiotti, quasi in pressione l’acqua che si versava nella cunetta della strada. La vigna era un terreno permeabile per eccellenza, ma ormai era gravida di acqua e si era formato un lago. Erano crollati lunghi tratti del muraglione che recintava il sanatorio, e dal cortile del consorzio agrario , dove si era aperta una frana, i bidoni di carburanti e di mangimi ed altro, erano convogliati nel fiume Cedrino fino nelle campagne di Oliena. Nelle Campagne di Benetutti, nel Goceano, un ovile di pastori con essi dentro, erano scivolati a valle nel ruscello diventato fiume. Sono i primi affluenti del fiume Tirso, che si adagia nella prima valle dei paesi, Benetutti, Bultei, Anela, Bono, e che quando si “ ira”, è spesso anche funesto nel suo scorrere, scavalcando i ponti che lo traversano, ma senza mai demolirli, benché ne abbia visto danneggiati fino a snudare la cappa delle volte: fra questi il bellissimo ponte nel territorio di Illorai Ponte antico, dicono romano, impiantato sul roccione si erge piccolo ma maestoso, snello elegante, resistente, Forse il più bel ponte che abbiamo in Sardegna. Nel mio paese Anela, sempre nel Goceano, una così detta BOMBA D’ACQUA, cade a monte nel compluvio di una zona boscosa, quindi non compromessa,se non da qualche capanna di pastore, ruina a valle con rocce ed alberi e distrugge ogni cosa lungo il ruscello dove l’uomo approntava gli orti. Niente morti, e la notizia non arriva neanche ai paesi contermini.
Questo per dire che sconvolgimenti naturali avvengono anche dove l’uomo non mette becco; e non fanno notizia se no quando coinvolge la vita dell’uomo, in specie quando non è una fatalità come nel caso dell’ovile di Benetutti, ma vi si riscontra la sua negligenza e colpa. Ma l’uomo ha oggi la possibilità di prevenire e deve avere l’oculatezza di intervenire nelle situazioni a rischio, anche in quelle che riguardassero soltanto il territorio naturale. E lì nasce la colpevolezza. Le acque si sa scorrono fino al punto più basso, fino al mare; e scorrono anche sotto il terreno fino ad imbevere e rendere scivolosi gli strati sottostanti creando le frane; e scorrono sotto il gretto asciutto del familiare ruscello e nei compluvi dove non appare alcuna traccia dovuta a scorrimento d’acqua, oggi. Ma l’acqua ha memoria di millenni e quando ogni vaso si colma invade ogni dove fino a riposare nelle pianure e nel grande mare.. Se piove a 30 km dal mare, sempre lì deve arrivare,e se li si frappone un ostacolo, questo deve essere tale da contenerla sia in quantità che in resistenza. Ma in natura niente è dato per certo, e così successe anche il disastro di Longarone.
Ma per tornare ad oggi, Olbia e tante espansioni e conurbazioni, son cresciute senza controllo e razionalità in modo abnorme, invadendo il territorio senza margini di discontinuità, a macchia d’olio , come si dice in gergo urbanistico. Queste improvvedute espansioni hanno caratterizzato gli sviluppi urbani dell’età moderna, forse a datare dalla prima rivoluzione industriale di metà ‘700.
Il richiamo alla città ed ai poli industriali, lo spopolamento delle campagne sono il fenomeno più appariscente. L’aspetto economico dello sviluppo è stato il mezzo per dare la casa al minimo costo ed alti profitti. Nasce il fenomeno della speculazione edilizia, con la speculazione sul prezzo dei suoli Acquistano maggior valore i terreni contigui all’edificato esistente. Il territorio diventa una spugna. Le zone pianeggianti, che sono anche le più basse, sono anche le più economiche per l’edificazione e per le opere di urbanizzazione.
L’invasione cieca e scriteriata ne è il risultato.
Ma l’acqua ha memoria e quando vi ritorna , trova un tappo, che non è una diga all’uopo costruita, ma case e manufatti che contengono l’uomo e suoi beni. Ecco fatto, le cause dell’espansione selvaggia, ormai si conoscono: è il profitto, derivante dal plusvalore dei terreni e dei manufatti. Il tutto è sovrastato dall’IDRA a tante teste che è il sistema economico CAPITALISTA, che deve sfruttare ogni risorsa, in primis, naturale, fino all’esaurimento., senza freno alcuno, adducendo che nella libertà imprenditoriale ed economica risiede la libertà del libero uomo e la democrazia. Così anche il costo del risanamento ruota nella stessa logica ed anche il costo delle vite umane, tutto sacrificato in nome di questo SISTEMA INGIUSTO e di quell’IDOLO DENARO, come finalmente! ha detto un Papa (Francesco), di recente a Cagliari, parlando con operai di lavoro e dignità umana.
Il popolo, la così detta società civile,non ha la possibilità di incidere sul sistema, e affamato di abitazione, benessere e profitti, vi si adagia, nonostante in democrazia ?, abbia lo strumento, attraverso il voto, per fare qualche coraggiosa scelta ,ma che non fa. Così nell’ingiusto amalgama del mercato, dove tutti sembra che abbiamo qualcosa da difendere e da sfruttare, nessuno rinuncerebbe ad edificarsi una casa nel proprio terreno di periferia , in qualche modo avuto o comprato, la propria prima casa, se non anche la seconda che servirà per il figlio.
Non spetta certamente al cittadino, stabilire l’idoneità all’edificazione del terreno, fagocitato da un ameba che non conosce pericoli se non il profitto? Ecco perché la colpa ricade, dopo l’invisibile SISTEMA, negli amministratori,di ieri, che hanno gestito la cosa pubblica lasciandola in mano agli speculatori, i costruttori di case, che hanno anche orientato i piani urbanistici nei terreni più favorevoli al “fare profitto”, e di quelli di oggi per non aver predisposto gli interventi di tutela a salvaguardia di disastri ormai annunciati, e per quanto, nonostante tutto continuano a lasciar fare .
LA COLPA E’ INCOMBENTE!

LA SARDEGNA OGGI. LUTTO E RIFLESSIONE

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Alluvione in Sardegna, un disastro previsto e prevedibile
L’alluvione che ha messo in ginocchio la Sardegna: un dramma previsto da tempo, in base ad alcuni dati forniti dall’Ordine dei Geologi della Sardegna. Ancora una volta si arriva dopo con misure di emergenze e si trascura la prevenzione e il monitoraggio del territorio. Approfondimenti su Netinews

La LAMPADA di ALADIN

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chimica-verde-Maste-Uniss- E’ in preparazione un DOSSIER su Bioeconomy e Chimica verde, coordinato da Vanni Tola. In attesa, poichè ci è stato richiesto di disporre subito in forma unitaria degli articoli di Vanni Tola, già pubblicati dalla nostra news in quattro puntate, ne abbiamo confezionato uno utilizzando un nostro blog dedicato ad attività formative per gli operatori dell’agricoltura, a cui vi rinviamo.
OGGI GIOVEDI’ 14 TRE INIZIATIVE CHE MERITANO: SCEGLIETE VOI!

CRISI E ATTUALIDADI DE S’ISTATUTU DE IS TRABAGLIADORIS

viewerCRISI E ATTUALIDADI DE S’ISTATUTU DE IS TRABAGLIADORIS
Seminario in lingua sarda in programma il 14 novembre, alle 16.30, nell’Aula magna di Scienze politiche, sul tema dell’attualità dello Statuto dei lavoratori.

Introdutzioni:
Salvatore Cubeddu, Fondazioni Sardinia
Piera Loi, Direttora de su Master de Relatzionis Industrialis

Coordinamentu:
Piersandro Pillonca

Arrexionanda:
Michele Carrus, Segretariu generali de sa CGIL Sarda
Gianni Loy, docenti de derettu de su traballu
Giacomo Meloni, Segretariu natzionali de sa CSS
Ubaldo Murgia, direttori (risorse umane di Porto Vesme srl)
Oriana Putzolu, Segretaria generali de sa Cisl Sarda
Marco Santoru, Direttori de sa “Associazione Industriali delle Province della Sardegna meridionale”
Maria Francesca Ticca, Segretaria generali de sa UIL Sarda

Casteddu, 14 novembre 2013 – ore 16,30 – Aula magna de Scientzias Politicas – Viale S. Ignazio