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Oggi mercoledì 22 gennaio 2025
Una legge sull’autonomia differenziata può essere deliberata, parola della Consulta
22 Gennaio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Ormai è noto. La Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni. La Corte ha rilevato che “l‘oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari“. La Consulta – come si ricorderà – si era già espressa il mese scorso in merito alla cosiddetta ‘legge Calderoli’, […]
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A Brescia prove tecniche di criminalizzazione del dissenso e del conflitto
21 Gennaio 2025 su Democraziaoggi
Il governo Meloni prosegue nell’azione di svuotamento delle libertà costituzionale con i suoi interventi repressivi, senza una modificazione formale della Carta, fra l’altro non ammissibile per restrizioni delle libertà inviolabili e fondamentali. Ecco una presa di posizione del CDC sui fatti di Brescia, nei quali si sono manifestati chiaramente questi atti repressivi in sostanziale violazione […]
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Vincerò! - di Domenico Galbiati su PoliticaInsieme: https://www.politicainsieme.com/vincero-di-domenico-galbiati/
Prima loro. La Speranza non delude
Ai Mittenti e Interlocutori della Lettera agli ebrei e delle Notizie da Chiesa di tutti Chiesa dei poveri
Lunedì 20 gennaio 2025
PRIMI I CINESI PRIMA GLI OSTAGGI
Cari Amici,
chi l’avrebbe detto? Quando abbiamo cominciato a scrivervi dall’indirizzo mail “Prima loro”, chi avrebbe potuto pensare che primi sarebbero stati i Cinesi? Prima infatti che Trump, il pregiudicato, giurasse per la Casa Bianca, ecco che i Cinesi gli telefonano il 17 gennaio, e di certo non solo per Tik Tok. Sembrava che fossimo prossimi alla fine del mondo, con questa nave dei folli condotta da cattivi nocchieri, con genocidi, sfide, missili di profondità, droni, naufragi e muri, dall’Ucraina a Gaza, dal Mediterraneo al Messico, e invece ecco che tutto forse comincia di nuovo. Certo neanche Xi Jinping è un santarellino, come non lo era Biden, ma ora Cinesi e Americani si parlano, e dicono che risolveranno molti problemi insieme, e a partire da subito. “Il presidente ed io – ha detto Xi – faremo tutto il possibile per rendere il mondo più pacifico e sicuro”.
Il rovesciamento sarebbe radicale. Per capire da dove veniamo basta sapere che cosa c’era scritto nei vigenti documenti strategici americani, usciti il 12 ottobre 2022 dalla Casa Bianca di Biden e dal Pentagono di Lloyd Austin. C’era scritto che questo sarebbe stato un decennio decisivo di “competizione strategica” per “plasmare il futuro dell’ordine internazionale”, di cui gli Stati Uniti, nel proprio interesse, avrebbero dovuto essere i vincitori. In questa partita, scriveva Biden, “la Repubblica Popolare Cinese rappresenta la sfida geopolitica più importante per l’America. La Russia rappresenta una minaccia immediata e continua all’ordine di sicurezza regionale in Europa ed è una fonte di disturbo e instabilità a livello globale, ma non ha le capacità trasversali della Repubblica Popolare Cinese”. La Cina era considerata infatti il solo competitore che avesse “sia l’intento di rimodellare l’ordine internazionale, sia il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per farlo”.
“Pechino – continuava Biden – ha l’ambizione di creare una crescente sfera di influenza nell’Indo-Pacifico e di diventare la potenza guida del mondo, col suo modello autoritario e usando il suo potere economico in modo coercitivo verso le altre nazioni”. Né si trattava di divergenze discutibili, le accuse erano brucianti: “genocidio e crimini contro l’umanità in Xinjiang, violazioni di diritti umani in Tibet, smantellamento dell’autonomia e della libertà di Hong Kong”.
E qui Biden rimandava al documento sulla strategia militare del Pentagono, nel quale Lloyd Austin scriveva, il 27 ottobre 2022:
“La Repubblica Popolare Cinese (RPC) rimane il nostro competitore strategico più importante per i prossimi decenni. Ho raggiunto questa conclusione sulla base delle crescenti azioni di forza della Repubblica Popolare Cinese per rimodellare la regione dell’Indo Pacifico e il sistema internazionale per adattarlo alle sue preferenze autoritarie, e sulla base di una profonda consapevolezza delle intenzioni chiaramente dichiarate della RPC e della rapida modernizzazione ed espansione delle sue forze armate”.
Il Dipartimento della Difesa era impegnato pertanto a “ottenere e sostenere vantaggi militari, contrastare forme acute di coazione dei nostri avversari e complicare le più significative attività degli avversari che, se non affrontate, metterebbero in pericolo la nostra superiorità militare ora e in futuro”. Tutto ciò quando, come aveva scritto Biden, “quella militare americana è la più forte forza militare che il mondo abbia mai conosciuto”.
Già dal settembre 2002, un anno dopo l’attentato alle Due Torri, i documenti sulla sicurezza nazionale americana rivendicavano il principio di una guerra preventiva, sostenendo che “la migliore difesa è un buona offesa”; tuttavia in quei documenti il giovane Bush apprezzava gli sforzi della Cina per definire la natura del proprio ordinamento, e la metteva per così dire sotto osservazione, in attesa che facesse “fondamentali scelte” sul carattere del proprio Stato.
Ciò per quanto riguarda la Cina. Per Israele invece Bush era stato molto esplicito nel contestargli la colonizzazione della Cisgiordania e nel pretendere la soluzione della questione palestinese: “Il conflitto israelo-palestinese è critico a causa del tributo di sofferenza umana, a causa dello stretto rapporto dell’America con lo Stato di Israele e con gli Stati arabi chiave, e a causa della importanza di quella regione per le altre priorità globali degli Stati Uniti. Non ci può essere pace per nessuna delle due parti senza libertà per entrambe le parti. L’America è impegnata per una indipendente e democratica Palestina, che viva accanto a Israele in pace e sicurezza. Come tutti gli altri popoli, i palestinesi meritano un governo che serva i loro interessi e presti ascolto alle loro voci. Se i palestinesi abbracciano la democrazia e il governo della legge, affrontano la corruzione e rifiutano fermamente il terrorismo, possono contare sul sostegno americano per la creazione di uno Stato palestinese. Lo stesso Israele ha un grande interesse al successo di una Palestina democratica. L’occupazione permanente minaccia l’identità e la democrazia di Israele. Quindi gli Stati Uniti continuano a sfidare i leader israeliani affinché adottino misure concrete per sostenere l’emergere di uno Stato palestinese vitale e credibile. Man mano che ci siano progressi verso la sicurezza, le forze israeliane devono ritirarsi completamente dalle posizioni che detenevano prima del 28 settembre 2000 (il giorno della salita di Ariel Sharon sulla spianata del Tempio e l’inizio della seconda Intifada). Le attività di insediamento israeliano nei territori occupati devono finire. Man mano che la violenza si placa, la libertà di movimento dovrebbe essere ripristinata, permettendo ai palestinesi innocenti di riprendere il lavoro e la vita normale. Gli Stati Uniti possono svolgere un ruolo cruciale ma, in definitiva, una pace duratura può arrivare solo quando Israeliani e Palestinesi risolvano i problemi e pongano fine al conflitto tra loro”.
Nulla di tutto questo da allora è avvenuto: la Cina è diventata cattiva e coattiva, l’ultimo Nemico da abbattere, NATO e Russia si sono affrontate in Ucraina, 750. 000 coloni hanno invaso la Cisgiordania, è stata liquidata l’idea di uno Stato palestinese, gli Stati Uniti si sono ben guardati dal promuovere una indipendente e democratica Palestina, Hamas non ha rinunciato al terrorismo e a Gaza è stato scatenato l’inferno. E ora arriva la destra al potere in America, e le destre accorrono a Washington per l’inaugurazione di Trump. Ma perché, non erano destre al potere quelle che ci hanno governato fin qui? Trump comincerà la deportazione degli immigrati. Ma perché, in Albania che cosa si vuol fare? “A tutti i costi”!
A questo punto la prognosi è difficile. Ma grande è stata la nostra commozione nel vedere il resto degli ostaggi ancora vivi tornare a casa, il placarsi dell’indignazione nei riguardi di Netanyahu della folla e dei parenti dei sequestrati, l’attesa per la liberazione dalle carceri israeliane di centinaia di palestinesi tenuti in ostaggio e prigionieri estragiudiziali. E grande è il sollievo per il venir meno dello scandalo del nome di Israele associato alle efferatezze di Gaza, vero rovesciamento del comandamento: “non pronunziare il nome di Dio invano”.
La pace, per Israele sarebbe la salvezza, mentre la sua società è divisa, ed è in corso un esodo, una “migrazione al contrario” di molti Ebrei da quella Terra, e il mondo è attonito per ciò che è stato fatto a Gaza. fino all’ultimo, fino allo “scialo di morte” dell’ultima mezz’ora prima della tregua, che ha fatto ancora diciannove vittime.
E se le cose dovessero cambiare davvero, Ucraina compresa, l’evento della tregua di Gaza dimostrerebbe che anche un solo gesto di pace produce frutti, può contagiare il mondo, che “la speranza non delude”, come il Papa ha ripetuto ieri sera nella trasmissione di Fazio.
Con i più cordiali saluti,
La Corte Costituzionale: il Referendum sull’Autonomia differenziata non sa da fare!
Autonomia, per la Consulta inammissibile il referendum
‘L’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari’
(ANSA) – ROMA, 20 GEN – La Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni. Ad emettere la sentenza sono stati gli attuali undici giudici della Corte Costituzionale. La Corte ha rilevato che “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”. La Consulta si era già espressa il mese scorso in merito alla cosiddetta ‘legge Calderoli’, sottolineando – ai fini di compatibilità costituzionali – la necessità di correzioni su sette profili della stessa legge: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi.
Oggi lunedì 20 gennaio 2025
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Oggi dibattito: “Parlare di guerra per la pace”
Oggi, lunedì 20, ore 16-19, si terrà nell’aula Baffi di Scienze politiche – via S. Ignazio 74 Cagliari – una conferenza-dibattito dal titolo “Parlare di guerra per la pace. Razzismo, sionismo, antisemitismo”. Organizza la facoltà in collaborazione con l’ANPI
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Magistratura, separazione carriere: in pericolo l’indipendenza
20 Gennaio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Le destre cantano vittoria per il voto alla Camera della separazione delle carriere fra P.M. e giudici. Niente più passaggi dall’una all’altra funzione. Si sceglie una volta per tutte, all’inizio, dopo il concorso di accesso alla magistratura. Ora, a sentire i sostenitori di questa modifica della Costituzione, i benefici sarebbero molteplici. Ma è cosi? […]
—————————-Domani
CSS. Un compleanno di 40 anni: cronaca di un evento (domenica 19 gennaio 2025)
[in progress]
(a cura di Franco Meloni)
Il Caesar’s Hotel, sede del Convegno di festeggiamenti dei 40 anni della CSS. L’albergo è stato messo in vendita per 5mil di
Euro. Molto meno dei 49 milioni che si è ciucciato la Lega di Salvini!
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Apre i festeggiamenti un corteo con in testa le launeddas del
Maestro Melis. Seguono la portabandiera, la giovanissima Sofia Meloni, il segretario in carica e l’ex segretario generale Francesco Casula, altri dirigenti, ragazze militanti indossanti da berrita sarda.
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Prende la parola il Segretario nazionale della CSS Giacomo Meloni.
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Intermezzo musicale con Gilda Frailis.
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Prende la parola Francesco Casula, scrittore e storico, ex Segretario nazionale della CSS.
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Il tavolo della presidenza. Coordina i lavori Enrico Sanna.
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Intermezzo musicale con Angelo Cremone voce e chitarra.
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Parla Pino Loi della Segreteria Nazionale della CSS.
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Passa sullo schermo un’immagine di un Convegno della Css a Nuoro, con Mario Melis e Franco Meloni.
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Intermezzo musicale con le launeddas del maestro Melis.
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Interviene Efisio Pilleri, direttore dell’Ufficio Studi Giovanni Maria Angioy della CSS.
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Interviene il rappresentante del Sindacato SAVT della Valle D’Aosta, Claudio Albertinelli.
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Interviene il rappresentante del Sindacato Catalano dell’INTERSINDICAL- CSC, Ferran Koll. Nel suo intervento ha citato affettuosamente Tonino Gramsci.
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Interviene la rappresentante del Sindacato dei Baschi, LAB, Gerbine Aranburu.
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Interviene Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale della Regione Autonoma della Sardegna.
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Parla Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale della Sardegna. Ringrazia la CSS, si mostra preoccupato per la deriva mondiale e europea di stampo reazionario. Occorre opporsi in tutti i modi e riprendere le lotte che coinvolgano i cittadini. Sono e sarò sempre socialista, crediamo nei nostri valori! Solo la ripresa robusta della partecipazione popolare farà argine alla destra rampante.
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Piero Comandini ha detto di trovarsi a casa, perché si respirava un clima di persone impegnate. Lui è il presidente di tutti i sardi e va laddove viene invitato anche da organizzazioni di cui non condivide le posizioni. Non è questo il caso. Sempre e per sempre socialista, in questo ambito non poteva che fare un discorso “ecumenico”. Tuttavia si è impegnato, per quanto gli compete, a combattere qualsiasi discriminazione nei confronti della CSS, a cui ha riconosciuto un ruolo importante per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e del popolo sardo.
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Messaggio
Cara amica e amici baschi del LAB
Cari amici catalani dell’INTERSINDICAL- CSC
Cari amici Valdostani
del SAVT
Spero siate stati bene tra i sardi ed abbiate goduto dei colori e sapori della Città di Cagliari e della Sardegna, ma soprattutto dei valori identitari e di sincero affetto.
Grazie per aver corrisposto con altrettanta amicizia e voglia di lottare per gli stessi valori e ideali, per la pace, la
qualità della vita, i diritti ed uguaglianza dei lavoratori e delle persone, per la bellezza e la felicità dei popoli.
Giacomo Meloni
e la moglie Paola Lai,
Efisio Pilleri
e la figlia Marianna,
Enrico Sanna
Marco Mameli
Francesco Casula
e tutte/i gli aderenti
alla CSS.
Buon rientro.
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Le delegazioni estere
Rappresentanti Lab – Koldo Saenz e Gerbine Aranburu
Intersindical catalano – Ferran Koll
SAVT sindacato valdostano – Claudio Albertinelli
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Il segretario generale ha dato conto dell’assenza di Marco Mameli, vice segretario generale e responsabile di Assotzius Consumadoris de Sardigna, in quanto malato. L’Assemblea a tributato a Marco un lungo caloroso applauso unendosi all’augurio di pronta guarigione formulato dal Segretario generale.
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Oggi domenica 19 gennaio 2025 – I 40 anni della CSS
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La CSS compie i primi 40 anni. Fortza paris!
19 Gennaio 2025 su Democraziaoggi.
La CSS compie 40 anni nel corso dei quali ha partecipato a tutte le lotte importanti in difesa dei lavoratori e della democrazia. Ricordiamo, in particolare, il forte impegno contro la schiforma Renzi nel 2016 e la nattaglia continua per la pace e contro la produzione di armi alla RWM. Un apporto intelligente e propositivo […]
———————————-Domani
Lunedì dibattito: “Parlare di guerra per la pace”
19 Gennaio 2025 su Democraziaoggi
Lunedì 20, ore 16-19, si terrà nell’aula Baffi di Scienze politiche – via S. Ignazio 74 Cagliari – una conferenza-dibattito dal titolo “Parlare di guerra per la pace. Razzismo, sionismo, antisemitismo”. Organizza la facoltà in collaborazione con l’ANPI.
Relatore il Prof. Angelo D’Orsi dell’Università di Torino.
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Oggi sabato 18 gennaio 2025
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Il caso Todde è il risultato di una pessima legge elettorale regionale
18 Gennaio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
La decisione di decadenza della Todde ad opera della Commissione di vigilanza presso la Corte d’appello, se eseguita, comporterebbe un effetto del tutto sproporzionato rispetto alle irregolarità contestate alla Presidente della Regione. Dovrebbe addirittura decadere l’intero Consiglio regionale, benché a questo organo non sia addebitato alcunché. Ora non è chi non veda il grave […]
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Perché dobbiamo ringraziare la Confederazione Sindacale Sarda per i suoi 40 anni. E chiederle di continuare.
di Franco Meloni
Eravamo in tanti il 20 gennaio 1985 al Setar Hotel nel lungomare di Quartu Sant’Elena, al Congresso costitutivo della Confederazione Sindacale Sarda. A darle battesimo Eliseo Spiga, primo segretario generale, che all’epoca aveva 54 anni e alle spalle una storia di intellettuale di sinistra, per un certo periodo comunista, sempre sardista e vero autonomista, poi approdato al PSd’Az.
La storia politica personale di Eliseo e la sua forte personalità destavano qualche diffidenza e qualche preoccupazione sia nel campo dei partiti della sinistra storica (PCI e PSI), sia in quello sardista (PSDAZ), ma anche nelle formazioni della nuova sinistra, DP Sarda in primis, da tempo approdata nel campo federalista. I Sindacati confederali (CGIL – CISL – UIL), i più “minacciati” dalla discesa in campo della nuova formazione, la criticarono, prendendo le distanze senza esitazione, ma era alle componenti di sinistra delle stesse che la nascente CSS, si rivolgeva, trovando rispondenza alla propria proposta. Occorreva forse più tempo per negoziare cambi di organizzazione e da queste componenti [leggi correnti interne] arrivavano messaggi di prudenza.
Ma Eliseo, profondo conoscitore degli ambienti politici e sindacali, che pur ascoltava nonostante tutto, non era certo uomo di mediazione e di attesa *: ruppe gli indugi e fondò il nuovo Sindacato. Credeva fermamente nella giustezza dell’analisi politica della fase storica che si viveva e che in Sardegna avrebbe premiato un nuovo soggetto politico-sindacale su basi etniche, che in poco tempo avrebbe catturato i consensi maggioritari dei lavoratori sardi. Come era accaduto in Val d’Aosta e in Alto Adige, ma soprattutto nelle regioni autonomiste della Spagna repubblicana (in primis Catalogna e Paesi Baschi). La storia ci dice che non ebbe ragione in quanto i pur significativi consensi che arrivarono, non riuscirono a scalzare la presenza oligopolista dei Sindacati confederali. La funzione di “cinghia di trasmissione” degli stessi nei confronti dei partiti della sinistra o, in diversa misura per la Cisl, della Democrazia Cristiana, non venne scalfita e il PSd’Az non assunse mai la CSS come “suo” Sindacato di riferimento. Le stesse formazioni dell’estrema sinistra non stabilirono un rapporto privilegiato con la CSS, preferendo riferirsi indistintamente a tutti i Sindacati, compresa la CSS. Vero è che DP Sarda mostrò sempre una certa simpatia per la CSS arrivando a darle i due segretari generali che nel tempo sono succeduti a Eliseo Spiga: nell’ordine Francesco Casula e Giacomo Meloni.
Nonostante tutto la CSS ha continuato ad esistere, con significative presenze tra le categorie dei lavoratori (citiamo la rilevante Federazione dei Postelegrafonici CSS), con un andamento a fisarmonica: molte adesioni nelle fasi di gestione delle vertenze, crollo nel momento di firma (e successivo) dei contratti, laddove il campo era ed ancora è oggi (seppure in misura minore) saldamente occupato dalle sigle sindacali firmatarie dei contratti nazionali.
Tuttavia la CSS ha saputo nel tempo acquisire una rispettabile reputazione nella difesa dell’identità della Sardegna, della cultura e della lingua sarda, nell’intransigente difesa della popolazione sarda, contro l’occupazione militare del territorio sardo, per la Pace. Molto importante l’adesione della CSS al movimento per la conversione della fabbrica di armi della RWM di Domusnovas.
La CSS ha articolato la sua organizzazione nell’intero territorio sardo, pur dovendo rinunciare alla disseminazione di sedi fisiche, considerati i costosi oneri di affitto, salvo la sede centrale di Cagliari, recentemente acquistata e quella di Sassari. Altre realtà importanti di supporto alle attività della CSS sono l’Assotziu Consumadoris Sardigna a protezione dei consumatori sardi e a difesa della conservazione e valorizzazione dell’ambiente e il Centro Studi intitolato all’eroe sardo Giovanni Maria Angioy.
La CSS è poi impegnata a sostenere le rivendicazioni degli agricoltori organizzati nella Confederazione Liberi Agricoltori.
Un altro importante impegno è il sostegno e la tutela degli interessi di categorie considerate marginali e troppo spesso lasciate prive di rappresentanza come quelle dei bancarellari, dei giostrai e simili.
La CSS contro i pregiudizi verso queste categorie ne ha assunto la rappresentanza, restituendo loro la dignità dovuta a tutti i lavoratori.
Concludo confessando di aver certamente dimenticato qualcosa nel descrivere iniziative e attività della CSS, che in grande parte si trovano nell’articolo di Francesco Casula, pubblicato sul blog Libero, su Aladinpensiero e su diversi social.
Le analisi e i giudizi contenuti in questo articolo sono ovviamente personali. Le conclusioni si riassumono in un Grande Grazie ai segretari generali del passato e attuale, agli altri dirigenti, agli iscritti e simpatizzanti per avere fatto vivere e operare per ben 40 anni un’organizzazione al servizio del popolo sardo. Ci attendono tempi difficili, da interpretare in tutti gli aspetti perché non ne veniamo travolti. La Confederazione Sindacale Sarda dovrà sicuramente continuare modificando se stessa per meglio contribuire a perseguire gli interessi dei sardi, con particolare impegno per i lavoratori e i ceti meno abbienti. Fortza paris, nel duplice significato di Avanti insieme e Avanti uguali!
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* Eliseo Spiga (Aosta 1930 – Cagliari 2009)
Così ne parlano i due segretari generali che nell’ordine gli sono succeduti: Francesco Casula e Giacomo Meloni: “Era un uomo forte e generoso, un intellettuale scomodo, lucido nelle sue analisi e profetico nelle sue visioni”. “Con Eliseo scompare un grande combattente, uno degli intellettuali più lucidi e creativi della Sardegna: sanguigno, irregolare e disorganico a Partiti e camarille, renitente e utopistico. Spiga si ribellava, infatti, allo sfacelo e alla società alienata della apparente razionalità capitalista del sistema economico e sociale occidentale… non si conformava e non si arrendeva alle logiche e alle ragioni della modernizzazione tecnicista, al mito dello Stato e del Mercato, al Dio moneta”. Eliseo Spiga aveva sempre investito sull’utopia, realisticamente uomo di potere, per un periodo della sua vita iscritto al PCI e alla Massoneria, dal potere abbandonato ma non abbattuto, sorretto com’era dalle sue convinzioni utopiche rispetto alla difesa e valorizzazione della Sardegna e del popolo sardo.
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Giacomo Meloni, segretario generale in carica della CSS.
Oggi venerdì 17 gennaio 2025
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Il Consiglio regionale decide di non decidere
17 Gennaio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Il Consiglio regionale fa melina, prende tempo. La Commissione consiliare elettorale omette di esaminare il caso Todde e aspetta un ponunciamento della magistratura su un imminente ricorso della Todde. L’impressione è che si vogliano sfruttare le immancabili lungaggini giudiziarie per sfangare la legislatura. Il clima sereno e veloce dei lavori della Commissione consiliare competente […]
——————————-Domani Sabato———-