SARDEGNA

Oggi venerdì 12 luglio 2024

img_3099 Il regno d’Italia nasce dal regno di Sardegna?
12 Luglio 2024
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Nei giorni scorsi l’Unione sarda ha diffuso un opuscolo in cui lo storico Francesco Cesare Casula ha illustrato la sua nota tesi secondo cui il Regno d’Italia è nato dal Regno di Sardegna. Ora, da un punto di vista formale la tesi appare ineccepibile. Il processo unitario italiano è stato guidato dal Regno di Sardegna […]
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Diocesi di Cagliari
COMUNICATO STAMPA

Campagna per l’adesione alla proposta di OPG osservatorio per la Giustizia di intitolare a ALDO SCARDELLA, Vittima dell’Errore Giudiziario, l’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Cagliari.

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img_7910. Servizio di Massimiliano Rais.
https://www.videolina.it/articolo/tg/2024/07/10/cagliari_aldo_scardella_l_aula_del_tribunale_con_il_suo_nome-78-1201982.html
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Aladinpensiero appoggia e s’impegna nella campagna per la raccolta delle firme, in collaborazione con il proponente OPG e altre organizzazioni aderenti come l’Associazione Socialista Diritti e Riforme. L’avv. Patrizio Rovelli ci informa che allo stato sono state effettivamente raccolte o prenotate circa 1000 firme, ma l’obbiettivo è ben più ambizioso. A settembre si conta di allestire appositi banchetti in alcune piazze della città. Per ora chi volesse aderire può scaricare il modulo sotto riportato, scannerizzarlo e inviarlo alla mail  opg.giustizia@gmail.com  o anche richiedere tramite la stessa mail, l’invio del modulo compilabile online.
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Il modulo di adesione alla Campagna

Auguri di buon lavoro al Sindaco Massimo Zedda, alla sua Giunta, a tutte e tutti consiglere/i del Consiglio comunale di Cagliari.

img_7885La nuova Giunta del Sindaco Massimo Zedda, cinque donne e quattro uomini.

Giustizia riparativa

patrizio-rovelli-ft2Perché intitolare ad Aldo Scardella l’Aula magna del Palazzo di Giustizia di Cagliari?
di Patrizio Rovelli*

Il nostro obiettivo è avere la certezza che nessuno dimentichi mai la tragica fine di questo giovane. Soprattutto le nuove generazioni e in particolare giudici, avvocati, pubblici ministeri e agenti e ufficiali di polizia giudiziaria che nel 1986 – l’anno in cui il 2 luglio Aldo si tolse la vita da innocente nel carcere di Buoncammino a Cagliari – non erano neppure nati o erano ancora ragazzi.
Va detto che sul tema degli errori giudiziari si gioca oggi una partita importante del futuro della Giustizia nel nostro Paese. L’articolo 24 comma 4 della Costituzione (rimasto in gran parte inattuato) stabilisce, infatti, che la legge deve determinare “le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari”. E il sistema processuale è ancora sprovvisto di una disciplina che consenta agevolmente a chiunque assuma di essere stato condannato ingiustamente con sentenza irrevocabile, di far nuovamente ricorso alla giurisdizione per ottenere il riconoscimento della propria innocenza.
La Giustizia, secondo la Legge Fondamentale, può quindi sbagliare così come l’esperienza dimostra. E possono sbagliare non solo gli inquirenti (i pubblici ministeri e la polizia giudiziaria), ma anche i giudici e naturalmente gli avvocati che tutelano nel processo imputati e persone offese.
La morte di Aldo è stata la conseguenza di uno degli errori giudiziari più evidenti degli ultimi cinquant’anni.
Aldo era innocente tanto che dopo la sua morte i veri autori dell’omicidio di cui era ingiustamente accusato furono arrestati e condannati.
Il sacrificio della Sua vita deve essere sempre ricordato da chiunque quotidianamente varchi la soglia di un Tribunale. Tutti dobbiamo essere consapevoli della delicatezza dei nostri ruoli e delle enormi sofferenze che gli errori giudiziari arrecano a chi li subisce e ai loro cari.
È nostro dovere provare a immaginare una giustizia penale diversa in cui l’analisi della casistica degli errori giudiziari consenta di evitarli, attraverso la riforma di tutti quegli istituti processuali che comunque incidono sulla decisione del giudice.
È certamente importante ribadire che la ragionevole durata del processo è un valore fondamentale. Ma lo è ancora di più il contenuto di verità e giustizia delle decisioni dei tribunali.
​La magistratura, l’avvocatura e soprattutto il Legislatore devono avere consapevolezza, ognuno per la parte di propria competenza, della fondamentale rilevanza di queste tematiche.
Va a questo proposito ricordato che in alcuni recenti interventi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ribadire, a margine del caso Palamara, come sia assolutamente necessaria una “rigenerazione etica e culturale” della magistratura italiana. Lo ha scritto nell’ottobre del 2021 in una lettera inviata al presidente della ANM; e lo ha ribadito all’inizio del 2022 nel discorso tenuto davanti alle Camere riunite in occasione del suo secondo insediamento nella più alta carica dello Stato.
In verità qualche segnale di riflessione è da ultimo venuto anche dalla magistratura che nella sua parte più sensibile ha ricordato e riconosciuto gli errori gravissimi commessi nella vicenda di Enzo Tortora.
Così come pare di poter cogliere un segnale positivo in uno degli ultimi passaggi della Mozione approvata dal 36º congresso nazionale dell’ANM tenutosi a Palermo dal 10 al 12 maggio scorso, nel cui terzultimo capoverso si legge che è auspicio della ANM che la comune cultura di giudici, avvocati e pubblici ministeri possa concorrere a rendere la giustizia “migliore e più giusta”.
Sorprende non poco a tale ultimo proposito che nei tanti progetti di riforma costituzionale presentati dal Governo e dal guardasigilli Nordio, considerato da molti un garantista, non vi sia neppure una proposta che finalmente contempli la piena attuazione dell’articolo 24 comma 4 della Costituzione.
Va in conclusione ricordato il pensiero – oggi più che mai attuale – di Francesco Carnelutti che affermava che dietro ogni sentenza di assoluzione c’è sempre un errore giudiziario. Un errore giudiziario che merita “riparazione”, secondo una corretta interpretazione e attuazione del dettato costituzionale, riconoscendo a chi è stato assolto il diritto al risarcimento per il danno subito all’immagine e al patrimonio economico e affettivo a causa della ingiusta sottoposizione al processo.

*Patrizio Rovelli
Presidente OPG – osservatorio per la Giustizia.
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Articolo apparso come Editoriale su L’Unione Sarda.
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Per opportuna correlazione ripubblichiamo il servizio su Aldo Scardella a 38 anni dalla sua morte.

Accadde 2 luglio di 38 anni fa. Per non dimenticare Aldo Scardella

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/>di Patrizio Rovelli

Il 2 luglio del 1986 nel carcere di Buoncammino moriva Aldo SCARDELLA vittima di un evidente errore giudiziario. Aveva 26 anni ed era accusato di un omicidio che non aveva commesso.
Dopo la sua morte la Procura di Cagliari arrestò gli autori di quel crimine che vennero poi condannati dalla giustizia italiana.
Di lui parlò Enzo Tortora che volle visitare la sua tomba e deporvi dei fiori.
L’Osservatorio per la Giustizia ha deciso di raccogliere le firme per intitolare ad ALDO l’aula più importante del palazzo di giustizia di Cagliari.
Perché nessuno dimentichi mai, varcando l’ingresso del tribunale della nostra città, il sacrificio della vita di questo giovane condannato a diventare un drammatico e dolorosissimo esempio di errore giudiziario.
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aldo-scardella-272024jpgQuesta mattina mi sono sentito sinceramente onorato di accompagnare Cristiano Scardella, fratello di Aldo e l’avv. Patrizio Rovelli, amico di sempre, a rendere omaggio ai Aldo Scardella morto suicida il 2 luglio del 1986 nel carcere di Buoncammino, vittima innocente di un clamoroso errore giudiziario. Con commozione abbiamo accarezzato la foto del giovane Aldo e deposto un mazzo di garofani rossi sulla sua tomba. Aldo merita molto di più dei nostri omaggi e della nostra commozione, seppure importanti perchè sinceri e per lui impegnati, merita di essere ricordato da tutti, compresi gli operatori della giustizia, quella giustizia che a lui è stata barbaramente negata. Ecco perchè la proposta dell’Osservatorio per la Giustizia di intitolare ad ALDO l’aula più importante del palazzo di giustizia di Cagliari, va appoggiata e portata avanti con convinzione e impegno corale fino alla sua accoglienza [fm].
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E’ online Rocca n. 14/2024
15 luglio 2024

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Comune di Cagliari

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Accadde 2 luglio di 38 anni fa. Per non dimenticare Aldo Scardella

enzo-tortora
patrizio-rovelli-ft2di Patrizio Rovelli

Il 2 luglio del 1986 nel carcere di Buoncammino moriva Aldo SCARDELLA vittima di un evidente errore giudiziario. Aveva 26 anni ed era accusato di un omicidio che non aveva commesso.
Dopo la sua morte la Procura di Cagliari arrestò gli autori di quel crimine che vennero poi condannati dalla giustizia italiana.
Di lui parlò Enzo Tortora che volle visitare la sua tomba e deporvi dei fiori.
L’Osservatorio per la Giustizia ha deciso di raccogliere le firme per intitolare ad ALDO l’aula più importante del palazzo di giustizia di Cagliari.
Perché nessuno dimentichi mai, varcando l’ingresso del tribunale della nostra città, il sacrificio della vita di questo giovane condannato a diventare un drammatico e dolorosissimo esempio di errore giudiziario.
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aldo-scardella-272024jpgQuesta mattina mi sono sentito sinceramente onorato di accompagnare Cristiano Scardella, fratello di Aldo e l’avv. Patrizio Rovelli, amico di sempre, a rendere omaggio ai Aldo Scardella morto suicida il 2 luglio del 1986 nel carcere di Buoncammino, vittima innocente di un clamoroso errore giudiziario. Con commozione abbiamo accarezzato la foto del giovane Aldo e deposto un mazzo di garofani rossi sulla sua tomba. Aldo merita molto di più dei nostri omaggi e della nostra commozione, seppure importanti perchè sinceri e per lui impegnati, merita di essere ricordato da tutti, compresi gli operatori della giustizia, quella giustizia che a lui è stata barbaramente negata. Ecco perchè la proposta dell’Osservatorio per la Giustizia di intitolare ad ALDO l’aula più importante del palazzo di giustizia di Cagliari, va appoggiata e portata avanti con convinzione e impegno corale fino alla sua accoglienza [fm].
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Ricordando padre Agostino Pirri, frate francescano OFM

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Per Agostino
di Franco Meloni

Ci saranno anche due commendatori al merito della Repubblica italiana, padre Salvatore Morittu e don Ettore Cannavera, a omaggiare padre Agostino Pirri, frate francescano minore, sacerdote – morto un anno fa a 93 anni – in un “evento laico”, venerdì 28 giugno alle 17,30, alla Fondazione di Sardegna, organizzato dagli Amici di padre Agostino in collaborazione con la Comunità La Collina. Se lo merita, eccome Agostino! Nonostante non amasse troppo le cerimonie, perché solo l’umiltà si addice ai frati e lui di maestosità riconosceva solo img_7742quella delle montagne, ovunque situate e la magnificenza delle città d’arte; in entrambi i luoghi, a costo di sacrifici personali, trascinava i suoi giovani e perfino i suoi confratelli.
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img_7745 Però, prima di tutto e tutti lui amava i suoi allievi, sempre giovani a prescindere dall’età. Sì perché Agostino, come don Milani, li amava, forse più di quanto amasse Dio (e Francesco d’Assisi). Ma Dio, come sosteneva don Lorenzo, non tiene questa contabilità perché sta scritto “tutto quello che avete fatto al vostro prossimo lo avete fatto a me”. E frate Agostino di bene ai fratelli e sorelle che ha incontrato nella sua lunga vita terrena ne ha sparso a piene mani. Tanto è che tutti lo ricordano con gratitudine e affetto, e un gruppo di suoi allievi del Movimento Studenti, del tempo a cavallo degli 60-70, lo ha fedelmente seguito, sempre, seppure con diversa gradazione di intensità:
– massima in quegli anni d’oro della giovinezza, quando la bellezza del crescere insieme si unisce alla solidarietà per i più poveri;
- ridotta, più tardi, quando i legami si allentano e gli anni con i suoi giovani diventati adulti, diventano soprattutto un bel ricordo, con sporadici incontri, magari per celebrare qualche matrimonio o, purtroppo, funerali;
- forte, bella e carica d’affetto, negli anni della sua anzianità e poi vecchiaia.
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Ed è proprio quest’ultimo tempo, non breve (oltre vent’anni ) che vogliamo qui ricordare: lo cercammo e ritrovammo nei Conventi francescani del nord Sardegna (Sassari, Bonorva, Fonni) e finalmente riallacciamo forti rapporti quando ci fu riportato a Cagliari nel img_7735Convento di Santa Rosalia-Santuario di San Salvatore da Horta. Da allora i pomeriggi di quasi ogni mercoledì quando si leggeva insieme un brano del Vangelo che lui commentava con poche sagge parole e poi: “raccontatemi di voi, della vostra vita, delle vostre famiglie, di cose tristi o divertenti… e, vi raccomando, state più vicini al Signore. Ora facciamo una preghiera, vi do la benedizione e andate via… perché ho altri impegni, o… perché voglio vedermi in santa pace una partita di calcio in Tv”. Con nostalgia ricordiamo i festeggiamenti per i compleanni, nei conventi di Santa Rosalia o, img_7739negli ultimi anni, di Sant’Antonio a Quartu. E, ancora, le “andate ad Assisi”:
nel 2014, img_7736 con la storica messa alla Porziuncola, in Santa Maria degli Angeli, dove è nato l’Ordine francescano; nel 2015, con la visita a La Verna, in cui img_7737Francesco ricevette le stimmate e Agostino benché con difficoltà di deambulazione, incurante del pericolo scese, in solitaria, allo img_7741Spicco, luogo assai impervio, per pregare laddove lo faceva Francesco, lui sfuggendo alle attenzioni dei confratelli e Agostino alle nostre. E’ evidente img_7740 come fosse sorretto dallo Spirito! Quanti altri ricordi, in tutti i luoghi dove visse San Francesco: img_7755 San Damiano, Santa Chiara, l’eremo delle carceri… fino img_7738all’ultima trasferta senza spostarci dalla terra sarda, a San Pietro di Sorres.
E così per altro tempo benedetto, fino agli ultimi anni della sua vita, allorché le gambe non lo reggevano più e tuttavia continuava a riceverci in quel di Quartu, in sedia a rotelle.
img_7748Come stai Agostino? Era la prima domanda che ti facevamo. E tu: “Bbene!”. Si, marcando quella B iniziale. “Ah, se non fosse per queste gambe che non mi reggono…”.
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Il 14 maggio dello scorso anno i confratelli ci avvisarono che era stato ricoverato all’ospedale Binaghi per Covid, ma che non era questo male a preoccupare i medici, quanto il fatto che il Covid aveva scatenato tutte le vecchie patologie fino ad allora in progressivo ma lento decorso. Alcuni di noi amici andammo a trovarlo: il Covid era stato domato ma non il resto e aveva inesorabilmente perso conoscenza. Dopo pochi giorni veniva riportato in Convento, come aveva chiesto quand’era lucido, e li serenamente morire il 21 giugno 2023.
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Caro Agostino,
nostro padre Agostino, ti credevamo eterno, anche per la tua missione spirituale così sempre vicina a Nostro Signore. Ma le nostre preghiere e, più sinceramente, il nostro egoismo non sono serviti a trattenerti ancora tra noi, dopo 93 anni di vita in parte preponderante come frate dell’ordine francescano dei minori, in missione permanente. Sei andato in pace con un sorriso, quello che ci accoglieva sempre, anche in questi ultimi anni nel Convento di Sant’Antonio, a Quartu Sant’Elena. Agostino sei stato sempre nel nostro cuore e scusaci se continuando sempre ad amarti, non abbiamo seguito tutti i tuoi consigli. Per colpa nostra, ti dicevo scherzando, non ti hanno fatto Vescovo. Si, perché la Santa Sede che fa i Vescovi aveva così ragionato: “Ma questo Agostino, frate benedetto, quanti seguaci “buoni cristiani” ha formato e quanti infedeli ha convertito? Molti, forse moltissimi, ma pochi, pochissimi, rispetto alle aspettative”. Ma ha formato tanti buon cittadini, rispettosi del bene comune! “Non basta. E poi ha allevato perfino qualche comunista e non tutti i suoi giovani sono rimasti credenti: resti frate minore, semplicemente padre!”. Sospettiamo che il Vaticano abbia indagato anche sulle nostre storie, campeggi e messe comunitarie… E così niente promozioni! Agostino ridiamo insieme, come sempre hai fatto, del resto delle cariche e dell’esteriorità non ti importava un fico secco! E così, severo con te stesso e, seppure non docile di carattere, ma sempre disponibile e immancabilmente sorridente ti pensiamo, ti vediamo, ancora, dacché che sei nella casa del Padre. Piangiamo di nascosto. Ciao Agostino. Sei e sarai una presenza importante tra tutte e tutti noi!

(Franco Meloni)
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Venerdì 28 celebriamo padre Agostino

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Guilcer: dalla nostra inviata (in bicicletta) Carla Deplano

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Non solo mare: in bicicletta tra i novenari del Guilcer
.
di Carla Deplano

Metti un itinerario alternativo al mare, nel cuore della Sardegna selvaggia. Come una delle ciclo-escursioni organizzate dal CAI Club Alpino Italiano della sezione di Oristano. 40 chilometri di sterrata, carrareccia e asfalto tra ulivi millenari e il lago Omodeo come quinta scenografica alla scoperta di architetture preistoriche (nuraghi e domus de janas) e medievali del Comune di Ghilarza.
Le tappe: nuraghe Oschini, novenari della Madonna di Trempu, di San Serafino, di San Giovanni Battista, di San Michele arcangelo.
Il territorio: Guilcièr, distretto amministrativo del regno giudicale d’Arborea con capoluogo la bidda di Guilcièr,
poi img_7721Abbasanta e Sédilo nel Trecento. Accanto all’area comunale di Abbasanta, la curadoria era costituita dal territorio che attualmente comprende i Comuni di Aidomaggiore, Bidonì, Boroneddu, Ghilarza, Norbello, Paulilatino, Sedilo, Soddì, Sorradile, Tadasuni. Nel Medioevo le originarie ville (bidde) surviventi e scomparse rientravano nella Diocesi di Santa Giusta, aggregata all’Archidiocesi di Oristano dal 1503.
I luoghi: cumbessias o muristenes.

Oggi lunedì 17 giugno 2024

img_3099 La manifestazione di Saccargia è solo l’inizio
17 Giugno 2024
A.P. Su Democraziaoggi
La grande mobilitazione di Saccargia non è che un momento del risveglio dei sardi contro una nuova forma di colonizzazione, quella energetica con le pale eoliche e i panelli solari. Importante anche la composizione della manifestazione. Tanto popolo, comitati, associazionj, aministrazioni locali, esperti, artisti. Le forze portanti di un movimento progressista e liberatorio.
La transizione energetica, […]
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Ecco il nuovo Consiglio comunale di Cagliari con Massimo Zedda Sindaco

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[in progress]
I 34 eletti
Secondo i dati provvisori (diventeranno definitivi dopo la proclamazione), il più votato è stato il presidente del consiglio comunale uscente, Edoardo Tocco (FI), già consigliere regionale, rieletto con 1.278 voti. Le donne, al momento sono 13, di cui 10 elette nel Campo largo.

img_7643Ecco la possibile composizione del nuovo Consiglio comunale, che potrebbe variare sia perché alcuni candidati hanno pochissimi voti di scarto tra loro, sia perché qualcuno potrebbe entrare nella nuova giunta di Massimo Zedda, lasciando il posto ai compagni di lista più votati.

Amministrative in Sardegna: Bene il centro sinistra. La Sardegna torna ad essere in controtendenza . Cagliari, Sassari, Alghero, Sinnai a primo acchito al centro-sinistra/campo largo.

img_7523Cagliari: ed è subito sindaco. Massimo Zedda massimo risultato.
Dico la verità: nonostante un certo scetticismo iniziale sulla riproposizione all’elettorato della candidatura di Massimo Zedda, tanto è che gli avrei preferito un altro candidato, come Davide Carta, una volta scelto dal Pd e dalla Coalizione di centro-sinistra/campo largo, non ho avuto alcuna esitazione a dichiarare che l’avrei votato, come effettivamente poi ho fatto sabato scorso.
Dicevo (e scrivevo): “ L’elettorato dimentica, ma fino a un certo punto. E invece ha dimenticato tutti i limiti di Massimo e ne ha ricordato solo le tante cose buone che ha fatto, soprattutto nel confronto con la disastrosa gestione di Paolo Truzzu.
I limiti di Massimo a parer mio sono soprattutto 1) la completa ignoranza delle modalità di partecipazione (siamo il Comune meno dotato dei necessari regolamenti di “cittadinanza attiva” e nulla è stato fatto al riguardo nelle sue amministrazioni). Massimo proprio non ci arriva. Basta considerare il suo pessimo rapporto con l’associazionismo e la sua indifferenza sulla questione degli spazi e dei beni comuni urbani inutilizzati. Per la Scuola popolare di Is Mirrionis, di cui abbiamo chiesto ripetutamente il ripristino dei locali e l’inserimento nell’ITI di Is Mirrionis, l’abbiamo avuto addiritura come avversario! 2) La scarsa capacità di visione per quanto riguarda lo sviluppo della città e il tipo di interventi strategici da promuovere. Insomma corriamo ancora una volta il rischio di avere un Sindaco prevalentemente di ordinaria amministrazione. Anche necessaria ma possiamo e dobbiamo mirare a ben altro, a molto di più. E Massimo? Ora che è stato eletto potrà cambiare? Dico di sì. Dipenderà da lui e dagli alleati della coalizione. E da diverse altre scelte. Sono fiducioso in quanto le forze della coalizione esprimono molti candidati bravi e motivati, che spero possano diventare consiglieri o anche assessori. Vedremo gli esiti delle elezioni, ormai consegnati alle urne. Tanti candidati si sono forgiati tra le fila dell’opposizione dell’ultima consiliatura e sono di qualità, come lo sono anche diversi candidati che si propongono per la prima volta. L’esito elettorale non era scontato per nessuno e Massimo Zedda e’ stato bravo a vincere al primo turno.
Complimenti e Auguri di buon lavoro signor Sindaco e Auguri ai nuovi consiglieri della coalizione vincente e di quella/e perdente/i
Franco Meloni

———————————————————Altri commenti
Gioia e tristezza
10 Giugno 2024
A.P. Su Democraziaoggi.
Gioia e tristezza possono convivere? Certamente! Pensate l’allegria dei cagliaritani per la rielezìone di Massimo Zedda. Rivivranno i giorni esaltanti delle sue due prime sindacature, il suo esemplare esercizio delle funzioni amministrative, la sua propulsione verso nuove forme psrtecipative. Chissà poi se Massimino non si dimetterà per candidarsi al parlamento. Non la sentite anche voi l’assenza […]
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Cagliari lancia la sfida a Massimo Zedda: essere, finalmente, un sindaco di sinistra
di Vito Biolchini
10/06
In un’Italia che resta a destra, Cagliari e la Sardegna infliggono una lezione durissima a Giorgia Meloni. Anche nell’isola Fratelli d’Italia raggiunge sì percentuali rilevanti, ma…
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Sassari
Comunali a Sassari, Mascia è sindaco al primo turno

Vittoria schiacciante per il candidato del Campo largo: secondo Lucchi, Mariotti patisce un distacco enorme con il centrodestra
Mariotti solo terzo: «Il centrodestra non ha avuto il favore degli elettori»
Emanuele Floris Su l’Unione Sarda
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Raimondo Cacciotto festeggia la vittoria: è il nuovo sindaco di Alghero
Su L’Unione Sarda.
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Amministrative, Barbara Pusceddu è la nuova sindaca di Sinnai
Su L’Unione Sarda
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Oggi 10 giugno 2024 lunedì

Il nuovo Sindaco di Cagliari a primo acchito o dobbiamo aspettare il ballottaggio tra quindici giorni?
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A Cagliari potrebbe finire così? Prudenza ragazzi!
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disperazioneEuropee 2024: intanto questo dato negativo:
Affluenza definitiva al 49,69%

Stante ai dati definitivi pubblicati dal Ministero dell’Interno, alle elezioni europee hanno votato complessivamente il 49,69% degli italiani aventi diritto. Nel 2019 il dato era 56,13%. Dunque record di astensioni!

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europa_bandiera_europeaLa sintesi dei risultati in Italia su Il sole 24 h: https://www.ilsole24ore.com/art/elezioni-europee-fdi-cresce-ancora-si-avvicina-pd-fi-alla-lega-affluenza-sotto-50percento-AG2BpDU?refresh_ce=1
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Consigli

img_7545Una bella mostra fotografica del grande e famoso fotografo Robert Capa al “Palazzo di città”, il vecchio Municipio di Cagliari, in piazza Palazzo. Tutto spiegato nel sito dedicato. Pubblichiamo una famosa foto di Capa: Picasso con la sua modella-compagna Francoise Gilot.
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Robert Capa, Picasso e Francoise Gilot, 1948. Stampa ai sali d’argento, 50,86 x 40,69 cm. Collezione Julian Castilla © Robert Capa/ICP/Magnum Photos/Contacto

Cagliari amore mio. Alla scoperta della città (IV)

img_7531Il ferro e le parole: i muri raccontano.
Scoperta a Cagliari una scritta del ventennio in un edificio abbandonato

di Carla Deplano

3daf0c89-d196-4a7c-b179-6f14c3caf0a3Sarà capitato un po’ a tutti di notare la scritta – seppur parziale e molto deteriorata – che campeggia a caratteri cubitali sul lato del Palazzo Onnis Bellegrandi (ex Chapelle) prospettante sulla piazzetta Mafalda di Savoia in Castello. Si tratta di un frammento del discorso tenuto dal balcone di Palazzo Venezia di fronte alla folla riunita per l’occasione con cui Mussolini il 9 maggio 1936 proclamò la nascita dell’impero italiano all’indomani dell’entrata ad Addis Abeba delle truppe di Badoglio. Il testo recita “IL POPOLO ITALIANO HA CREATO IL SUO SANGUE L’IMPERO, LO FECONDERÀ COL SUO LAVORO, LO DIFENDERÀ CONTRO CHIUNQUE CON LE SUE ARMI. MUSSOLINI”.
L’altra scritta d’epoca fascista, meno popolare ma in perfetto stato di conservazione, appare in via Sassari sulla parete di un’unità condominiale sovvenzionata edificata tra il 1925 e 1928 per i lavoratori dipendenti delle Ferrovie dello Stato. Nonostante la destinazione residenziale per una categoria sociale ed economica di medio livello, l’immobile si distingue per l’equilibrio compositivo e il pregio architettonico affidato ai dettagli, come i rivestimenti a punta di diamante, i mascheroni, le semicolonne che incorniciano le luci sormontate da una porzione di paramento murario che nell’insieme richiamano l’architrave del tempio greco e al contempo i bastoni scomposti del fascio littorio. È qui che si legge a chiare lettere profilate in basso rilievo il motto “SAVIEZZA GOVERNA, LAVORO OPERA, GIOIA RICOMPENSA, FEDELTÀ CONSERVA”.
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