SARDEGNA

Oggi venerdì 5 dicembre 2023

img_3442Lucia Chessa – Rossomori – sulle elezioni regionali in Sardegna
5 Gennaio 2024
Lucia Chessa – Rossomori su Democraziaoggi
Pubblichiamo volentieri questo intervento di Lucia Chessa, segrataria nazionale dei Rossomori, perché, nel corso di questa fase preparatoria delle elezioni regionali, è un positivo esempio di coerenza e di schiena dritta.
Essere minoranze non è mai stato facile, ma ci sono periodi in cui è anche più difficile.
Più degenerano le democrazie, più è […]
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Ultimissime dal centro destra. Solinas si piega ma non si spezza e non molla.

genuflessione-al-reAl tavolo del centro destra poco fa c’è stata una votazione per la scelta del candidato presidente. La stragrande maggioranza si è espressa per Paolo Truzzu. Ora tutto sarebbe rimesso alle decisioni dei vertici romani, alla faccia della conclamata autonomia delle forze politiche sarde dalle centrali dei partiti romani!

Renato Soru: ta dolor’e conca

O Renato non farci perdere le elezioni!
img_5945Nelle due prime foto: causa (Renato) e rimedio Sant’Aventino) per il mal di testa.Nella terza foto Alessandra Todde, candidata alla presidenza della Regione Sardegna img_5946img_5213

Oggi martedì 2 dicembre 2024

img_3099 È la pace la precondizione della giustizia, non il contrario
29-12-2023 – di: Francesco Coniglione su Volerelaluna.
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img_3442 Maninchedda, carte alla mano, prova perché Soru vincerà
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(Il sondaggio di Paolo Maninchedda sul presupposto che la destra si presenti divisa)
A.P. Su Democraziaoggi, 2 gennaio 2024.
Sapete che non parlerò mai male di Maninchedda. Con Paolo ho avuto l’occasione di fare la campagna contro Soru al tempo della sua pessima statutaria. Siamo riusciti a mettere sù un bel movimento e a vincere. Per Renato fu l’inizio della fine. Con Paolo […]
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Lettera aperta a Renato Soru

img_3442 Ci scrive Peppino Mura, elettore di Jerzu: “Onorevole Soru, non accresca la confusione: uniti si vince, divisi sicuramente no”
29/12/2023 alle 16:38 su vitobiolchini.it
img_5848Renato Soru
[Sul blog vitobiolchini.it] Il blog è un luogo di discussione, aperto a tutte le voci. Dall’Ogliastra ci arriva questa lettera aperta scritta da Peppino Mura, un elettore di Jerzu. Il dibattito è aperto.
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Lettera aperta all’Onorevole Renato Soru

Esperienze di …sanità

disperazione Aladin[Dal nostro agente in missione speciale] Ho fatto una piccola esperienza al prontosoccorso del SS Trinità di via Ismirrionis. Ieri sera dopo un impegno politico cittadino mi sono recato presso questo presidio. Avevo i sintomi da infarto (così io credevo). Sono stati scrupolosi e professionali. Tutto quello che c’era da accertare lo hanno accertato. Piccolo particolare il mio ingresso è stato alle 20,30 di ieri e le dimissioni alle ore 12,00 odierne. Ho avuto più volte la sensazione di essere stato scordato e abbandonato. Letti e barelle lungo il corridoio in quanto le camere per i degenti erano stracolme. La cosa per me più triste è incomprensibile vedere che l’ottanta per cento dei degenti erano anziani e in prevalenza ultraottantenni (probabilmente in attesa di essere accolti in geriatria). Un girone dantesco.
Ps: Io sto bene. [gm]
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Oggi domenica 24 dicembre 2023 Vigilia di Natale 2023

img_5616img_5605img_3099 Note sulla guerra a Gaza. Ci vuole la pace
24 Dicembre 2023
Biagio Di Grazia su Democraziaoggi

In questi giorni natalizi non possiamo pensare che ad una cosa sola: la pace. Cessare il fuoco in Ucraina, cessare il fuoco a Gaza per porre fine al massacro e alle devastazioni. L’Ucraina non può vincere la guerra contro la Russia, Israele non può avere sicurezza e tranquillità senza riconoscere la statualità al […]
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Oggi domenica 17 dicembre 2023

img_3099 Carbonia. Nella cornice del contesto nazionale: politiche liberiste e Piano di lavoro
17 Dicembre 2023
Gianna Lai su Democraziaoggi.
“Oggi, domenica, nuovo post sulla storia di Carbonia, dal 1° settembre 2019.
Il Piano di lavoro, perché “il sindacato esca dalle strettoie della conflittualità permanente e delinei un modello costruttivo del suo ruolo nella società”, dice lo storico Giovanni De Luna. Secondo la sollecitazione di Riccardo Lombardi, che aveva esortato il movimento sindacale a […]
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Indipendenti(sti) da chi?

img_3442Indipendentisti per Soru: poche opportunità, tanto opportunismo
12/12/2023 alle 08:55. Vito Biolchini su vitobiolchini.it .

“Coalizione” o “Coalitzione”?
Ho sempre avuto un grande rispetto per chi fa politica e che, a costo di grandi sacrifici e tormenti esistenziali, si mette in gioco e si candida alle elezioni. La mia stima cresce se poi chi ci mette la faccia milita in una formazione piccola, che ha poche o nulle possibilità di vittoria. In questo caso, apprezzo soprattutto le motivazioni, la linearità del percorso, la capacità di non mollare. La tenacia. La coerenza.

Oggi sabato 9 dicembre 2023

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img_3442 Graziano Milia presenta Rinascita Sardegna, ma sembra un po’ sfasato
9 Dicembre 2023. A.P. Su Democraziaoggi
Non essendo potuto andare a sentire Graziano Milia di persona, ho visto la presentazione del suo movimento Rinascita Sardegna via web. Confesso di averci capito poco. Non è un nuovo partito (meno male!), non si presenta alle elezioni in concorrenza con Soru e Todde (meno male!), vuole solo dare un contributo di analisi e […]
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Cattolici in Politica

ccf95694-9b45-424f-8e27-a4c7fe9e7815Pubblichiamo il testo dell’intervento di Paolo Matta al Convegno promosso da Demos e altre formazioni politiche di ispirazione cristiana, il 6 dicembre 2023 a La Collina, Serdiana. Presente la candidata della coalizione di centro-sinistra a presidente della Sardegna, Alessandra Todde
img_5534 di Paolo Matta, su Aladinpensiero/Editoriali
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Cattolici in Politica

ccf95694-9b45-424f-8e27-a4c7fe9e7815Pubblichiamo il testo dell’intervento di Paolo Matta al Convegno promosso da Demos e altre formazioni politiche di ispirazione cristiana, il 6 dicembre 2023 a La Collina, Serdiana. Presente la candidata della coalizione di centro-sinistra a presidente della Sardegna, Alessandra Todde
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di Paolo Matta
A tutti noi, in presenza o attraverso il mezzo televisivo, sarà capitato di sicuro di assistere a un concerto.
E di certo, al termine dell’esecuzione, fissare la nostra attenzione al direttore, specie se di fama, al primo violino o al solista, fosse l’oboe o un flauto.
A me, per un’inclinazione naturale, ha sempre suscitato curiosità e simpatia, l’intervento (magari per il tempo di una sola battuta) di strumenti forse anche insignificanti per l’armonia complessiva del brano (penso al minuscolo triangolo) ma che, invece, mantengono intatta tutta la loro dignità e importanza.
Nulla di più vuole essere questo mio intervento nello spartito dell’incontro di oggi: una piccola battuta, spero non stonata o fuori tempo.
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A sessant’anni dal Concilio Vaticano II, moderno spartiacque della teologia e della pastorale ancora, in gran parte, inattuato forse perché mal digerito e non ancora metabolizzato, ci ritroviamo ancora a parlare (e confrontarci) di cattolici e politica, di pensiero e valori cristiani e di azione nella polis. 
Parliamo, proprio alla luce del Vaticano II, di un qualcosa – la politica, appunto – definita dal Magistero pontificio (una di quelle definizioni raramente citate e ricordate) «la forma più alta di carità», sola cifra e metro di giudizio – personale e universale – una volta uscite, dalla scena di questo mondo, la fede e la speranza.
Per un credente, allora, quella alla vita politica resta “vocazione alta” assimilabile in toto a quella al sacerdozio o al matrimonio, alla vita claustrale, alla consacrazione verginale.
Un profeta dei giorni nostri, scomodo e ingombrante come tutti i profeti, don Tonino Bello, (scomparso neanche sessantenne nel 1993, consumato da una devastante forma tumorale) ebbe a scrivere: «Se uno mi chiedesse a bruciapelo di dargli una definizione di politico, non avrei esitazioni e direi: “un operatore di pace”».
Pace intesa come shalòm, non semplice assenza di conflitti, personali o tribali, ma sommatoria e sintesi di giustizia, libertà, dialogo, crescita, uguaglianza, ma soprattutto solidarietà, l’unico imperativo morale che noi credenti chiamiamo anche comunione. Pace come frutto dell’etica del volto, il vivere radicalmente il faccia a faccia con l’altro.
Pace come saper deporre l’io dalla sovranità per far posto all’altro, una deposizione che – più che fatto politico – è prima ancora un fatto di giustizia e alta moralità.
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Se la vocazione è quella di essere operatori di pace, una delle condizioni è quella della protesta, della sana indignazione, è quella della contestazione permanente dell’ideologia, se non se ne vuole fare un idolo, il bisogno di usare del partito ma sapendo andare oltre le indicazioni e le logiche del partito, quando corre il rischio di diventare anch’esso un idolo. Quelle che, sempre il vescovo prossimo beato Tonino Bello chiamava le “sporgenze dell’utopia”.
Un’altra condizione è quella della contempl-attività, scusando il bisticcio dei termini.
Contemplativi in azione.
Donne e uomini che non si lasciano distruggere la vita dalla dimensione faccendiera, non si sperperino nella dissolvenza delle manovre di contenimento o di conquista.
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Viviamo, ne siamo tutti consapevoli, tempi di aridità e di stanchezza.
Prendo lo spunto da alcuni versi di Pierpaolo Pasolini.

«Vi siete assuefatti voi,
servi della giustizia, leve della speranza
al voluto tacere, al calcolato parlare,
al denigrare senza odio,
all’assaltare senza amore,
alla brutalità della prudenza
e all’ipocrisia dell’amore.
Avete, accecati dal fare, servito il popolo
non nel suo cuore ma nella sua bandiera.
Dimentichi che deve, in ogni istituzione, sanguinare perché non torni mito,
e continuo il dolore della creazione»
.

Mai come oggi occorre riandare, con coraggio e radicalità,
alle fonti della vocazione politica, quella evangelica del sale e del lievito. Entrambi, sale e lievito, ben poca cosa, tutti prodotti che si trovano a buon mercato, a straccu barattu senza i quali, però, i cibi non avrebbero sapore, la pasta sarebbe inutilizzabile.
Un tempo ambita e protetta “riserva di caccia” (quando tutti andavano alla ricerca del voto cattolico, da destra e da sinistra) oggi viviamo invece l’epoca
del senza:
una scuola senza studenti,
una sanità senza medici,
una politica senza cittadini,
che rinunciano persino al diritto di voto. 
E possiamo tranquillamente aggiungere anche:
una chiesa senza cristiani,
una famiglia senza figli.

***
Non sembri facile e accidioso catastrofismo: è, al contrario, il quadro di riferimento del documento preparatorio della prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, sul tema – altamente significativo e quanto mai pertinente – “Al cuore della democrazia” in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024, proprio a un mese esatto dall’appuntamento elettorale europeo del 6-9 giugno, decisivo per confermare o meno lo spostamento a destra dell’asse politico continentale.
Sarà, ancora una volta, dopo Cagliari e Taranto (per citare le ultime due edizioni), un grande laboratorio di partecipazione reale che, seppure parta da questi chiari segnali di riflusso al privato, da «una stanchezza che non lascia spazio alla vita comunitaria», da una «rinuncia alla fatica delle relazioni» chiede, pur tuttavia e con forza, «occhi nuovi» per scorgere la novità delle nuove forme di aggregazione e per leggere nel cuore della democrazia.
***
Scriveva Giorgio La Pira: «L’alba del terzo millennio sarà, così come fu l’alba del secondo, il tempo dei mistici e degli artisti».
“L’immaginazione al potere”, scrivevano sui muri della Sorbona gli studenti del ’68. Qualche anno dopo, Paolo VI, oggi santo della Chiesa cattolica, nell’enciclica Octogesima Adveniens affermava: «In nessun’altra epoca l’appello all’immaginazione sociale è così esplicito come nella nostra. Occorre dedicarvi sforzi di inventiva e capitali altrettanto ingenti come quelli impiegati negli armamenti o nelle imprese tecnologiche».

Mi piacerebbe concludere, allora, questa mia testimonianza con due brevissimi riferimenti ad altrettanti macro-temi che, mi pare in posizione mediaticamente marginale, stanno caratterizzando questa stagione pre-elettorale.
Insularità e difesa del creato, temi che si prestano a letture e approfondimenti non solo sociologici e politici ma anche in chiave cristiana.
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Ho seguito, devo ammettere, con tiepido entusiasmo, via via sempre più raffreddatosi, la battaglia per l’inserimento della insularità in Costituzione.
Perché, alla fine, mi è parsa, sempre di più, manovra elitaria, bandiera di pochi (al di là di una farisaica, comoda convergenza dalle larghe intese) dalle scarse o, ancora oggi, nulle ricadute istituzionali e, men che meno, sociali ed economiche.
La Sardegna, terra nobile e antica, può configurarsi oggi – nel cuore del Mediterraneo –come un’autentica “Galilea delle genti”, crocevia di lingue, culture, commerci e scambi proprio come lo era, al tempo di Gesù, la regione fra Cesarea e il lago di Genezareth.
L’insularità può diventare allora – più che leva per sempre più stanche rivendicazioni – un autentico valore aggiunto, sale e lievito evangelici di cui si parlava, nella misura in cui sapremo declinare la disponibilità di territorio e di risorse con un’oculata accoglienza, che sappia mettere insieme emergenze e criticità con il sapere, le nuove economie e le nuove frontiere dell’intelligenza.
Ruolo fondamentale può giocarlo l’Università e tutto il sistema accademico per affermarsi come Ateneo autenticamente mediterraneo, (pensate, un auspicio contenute nelle dichiarazioni programmatiche del sindaco De Magistris risalenti appena al 1985, giusto 40 anni fa), faro sodale e solidale per tutte le terre che si affacciano sul mare nostrum per affrancarlo definitivamente, si spera, da un destino di maresanto, di liquido sarcofago per decine di migliaia di disperati e sfollati.
Questa, mi sembra, possa essere una vera battaglia di valorizzazione della nostra insularità e, forse, una delle chiavi per superare l’attuale spopolamento.
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Altro tema che vede la Chiesa tutta, comunità in cammino dietro il suo pastore, è quello della difesa del creato, contenuta nella trilogia di Papa Francesco, “Laudato Sì’”, “Fratelli tutti” e, ultima, in ordine di tempo, “Laudate Deum”.
Parliamo di una sfida che non è solo dei credenti, ma di tutti gli uomini “di buona volontà”, sfida lanciata all’umanità intera, oramai da otto anni, da un uomo, Papa Francesco, icona vivente di cosa sia la politica per e dei cristiani.
Con buona pace di chi, presbiteri o laici, continua a essere più preoccupato delle forme e del culto, rinchiusi come sono nella loro torre d’avorio di devozioni e consuetudini in cui pensano, sperano, si illudono di circoscrivere la fede nel Risorto.
C’è una limpida correlazione tra san Francesco e Papa Francesco. Ai tempi del poverello d’Assisi la Chiesa era smarrita, diabolicamente invaghita della ricchezza e del potere.
Francesco e Chiara emersero come figure capaci di riportare tutti all’essenza del messaggio cristiano: compassione e comunione con l’uomo e con il creato.
Anche Papa Francesco ha sentito la chiamata a riparare la sua casa. Che, se per Francesco era la chiesetta di San Damiano, per Papa Francesco è una casa decisamente più grande, il globo intero.
E se c’è chi, come il segretario generale dell’ONU António Guterres, parla di “ebollizione globale” e non più di “riscaldamento globale”, anche la Laudate Deum riconosce che «forse, ci stiamo avvicinando a un punto di rottura, di non-ritorno».
Fa persino tenerezza questo papa nonno, la sua caparbietà a non arrendersi, che osa rompere gli schemi e venire in soccorso alla politica che non ha il coraggio di raccontare tutta la storia. Che continua a esortare: riproviamoci, aprite gli occhi!, non c’è più tempo, convertiamoci.
Perché il nostro futuro, il nostro solo futuro, è una questione di conversione, laica o religiosa poco importa, e non di pannelli solari.
Una conversione in cui fede e intelligenza (ma, forse, basterebbe anche il più basilare buon senso) finalmente si incontrano.

Grazie per la vostra pazienza.
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E’ online Rocca n. 24/2023
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Oggi giovedì 7 dicembre 2023

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img_5516img_3442 Aveva ragione Lussu: i mali dei sardi son colpa dei sardi stessi
7 Dicembre 2023
A.P. Su Democraziaoggi

Aveva ragione Emilio Lussu a dire che i responsabili dei mali dei sardi sono i sardi stessi, e tanto era convinto di questo che si è fatto seppellire a Roma. Ma perché dico questo? Semplice, oggi in cui c’è a Roma e a Cagliari un governo di destra con nostalgie fascistoidi, qui si fa di […]
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disperazione AladinCosa succede a destra? Solinas viene mollato?
UMBRIA. Candidata presidente / Il centrodestra sceglie Tesei per fare il bis in Regione
SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Confermate le anticipazioni di Umbria7. Nel summit romano, terminato pochi minuti fa, Fdi si prende Sardegna e Basilicata insieme all’Abruzzo. E Forza Italia tiene il Piemonte. Ora mancano solo gli annunci ufficiali. Su Umbria7.it .
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Verso le elezioni sarde

img_3442 Regionali. Zedda & C. stop ai giochini. Devono decidere da che parte stare
29 Novembre 2023 – A.P. Su Democraziaoggi
Poche chiacchiere! Per battere la destra ci vuole unità. Divisi si perde. Di fronte a questa elementare verità, Zedda & C. hanno assunto una postura strana e anche scomoda in questa tormentata fase iniziale verso le elezioni regionali. Strana perché sono stati partecipi del tavolo del centrosinistra, ma poi se ne sono staccati per seguire […]
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Avanti popolo sardo. Forza paris, uniti e uguali!

Oggi sciopero generale indetto da Cgil e UIL.
ADESSO BASTA. Sciopero Generale!
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