SARDEGNA
In occasione del 25 aprile ricordiamo Franco Boi
Nella manifestazione del 25 aprile abbiamo sentito tutti l’assenza del compagno e amico Franco Boi, morto di recente. E’ stato ricordato dal palco e la piazza ha risposto con un caloroso e prolungato applauso. Lo ricordiamo con commozione e affetto.
Castello sorcesco: una storia infinita…
Su L’Unione Sarda di oggi Andrea Artizzu riprende la questione del cd “castello sorcesco”, ricuperato dopo una annosa e costosa ristrutturazione, ma rimasto inutilizzato ormai da molti anni. Su questa incredibile vicenda siamo intervenuti più volte su Aladinpensiero, come testimoniano gli articoli sotto linkati. Il problema vero è che Cagliari non dispone di un regolamento sulla cogestione dei beni comuni urbani da parte dei cittadini organizzati nelle associazioni di partecipazione civica. Risolverà la questione la prossima amministrazione? Ce lo auguriamo, intanto lo poniamo come argomento della campagna elettorale per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale di Cagliari. Come ripete senza stancarsi il prof. Ivan Blečić dell’Università di Cagliari: nella nostra città ci sono tanti spazi in cerca di utilizzazione e tante associazioni in cerca di spazi da utilizzare. Si tratta di adottare gli strumenti regolamentari per fare incontrare queste esigenze. Al riguardo sarebbe utile e opportuna una legge regionale per la promozione dell’amministrazione condivisa dei beni comuni (vedasi la legge del Lazio). Ci vuole soprattutto una coerente volontà politica risolutiva della questione.
- Una storia infinita 27/11/2019: https://www.aladinpensiero.it/?p=102385;
- Università e beni comuni: https://www.aladinpensiero.it/?p=102369.
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Parliamo di Cagliari
di Roberto Mirasola*
La città di Cagliari, così come tutte le moderne città europee, ha avuto inevitabilmente degli importanti cambiamenti nella distribuzione delle attività commerciali, siano esse di vicinato o legate alla GDO [Grande distribuzione organizzata]. In particolare, oggi hanno assunto una rilevante importanza le attività di ristorazione presenti nel centro storico che richiamano i tanti giovani dell’hinterland metropolitano e i tanti turisti attirati dalla bellezza della città. Tutto questo ha avuto un impatto urbanistico che ha cambiato anche il volto e la vivibilità della città stessa. Diventa importante trovare un equilibrio tra le esigenze di chi abita la città e di chi invece trae una fonte di reddito dalle attività commerciali.
Appuntamenti
Oggi
Convegno: Sardegna, per un nuovo Statuto speciale. Idee, progetti e possibili processi di autogoverno
18 aprile 2024 – Convegno organizzato dalla Scuola di Cultura Politica “F. Cocco”
Hotel Regina Margherita Cagliari, ore 9.
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Domani
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Pace vo’ cercando…
Cari amici,
Si avvicina il 25 aprile, e non lontane sono ormai anche le elezioni europee. Che legame c’è tra queste due cose? Il legame consiste nel fatto che se non ci fosse stato il 25 aprile, non ci sarebbe nemmeno l’Europa unita e tanto meno il Parlamento europeo. Basta leggere le lettere dei condannati a morte della Resistenza europea. E non ci sarebbe nemmeno la pace che stiamo perdendo, o meglio che abbiamo perduto.
Ma chi mette insieme le cose? C’è un libro, di Salvatore Maira, che racconta come perfino le lotte contadine in Sicilia furono stroncate da chi cancellava il ricordo della Resistenza: è la storia di Ettore Messana che era stato questore fascista di Trieste ma prima aveva installato e diretto la Questura di Lubiana in Slovenia durante l’occupazione italiana, organizzando camere di tortura, espulsioni, internamenti e persecuzioni di ebrei e di altri cittadini sospetti : fu indicato come criminale di guerra dalla Commissione delle Nazioni Unite ma poi riciclato e inviato come Ispettore generale di Polizia in Sicilia, dove ha trescato con la mafia favorendo nei processi i padroni espropriati dei feudi e rapportandosi con la banda Giuliano fino alla strage di Portella della Ginestra. E in questa storia c’è pure l’uccisione di Accursio Miraglia, un sindacalista di Sciacca, a cui è dedicato il romanzo di Salvatore Maira.
E mentre alle elezioni europee i partiti si preparano dilaniandosi tra loro, e perciò allontanando sempre più i cittadini dalla politica e dal voto, considerati ormai come ininfluenti sulla vita quotidiana delle persone, ci sono anche richiami più seri che avvertono come tutto invece può dipendere dalla politica e dall’Europa, perché è da loro che viene la pace o la guerra, come si vede in Ucraina e a Gaza.
Tra questi richiami c’è un libro di mons. Vincenzo Paglia, il presidente dell’Accademia per la vita, scritto in dialogo con Giuliano Amato e Giancarlo Bosetti, in cui si ricorda il sogno di Nicola Cusano, che ai tempi delle Crociate sostenne come da un incontro tra le religioni e le culture potesse scaturire la riconciliazione e la pace. E di mezzo non c’è solo l’incessante perorazione di papa Francesco, c’è anche un bel documento del Consiglio pastorale di Milano, e del suo Arcivescovo Delpini, esplicitamente dedicato alle prossime elezioni europee, per raccomandare alla responsabilità dei cristiani il “sogno d’Europa”, messo alla prova dalle istituzioni e dal Parlamento europeo che dalle elezioni derivano.
Ma chi può rovesciare l’attuale politica europea? Di questo infatti si dovrebbe trattare, dato che l’attuale scelta dell’Europa sembra tutta per la guerra e per le armi, e per un dirottamento di una parte significativa del Prodotto interno lordo (il famoso PIL) verso la spesa per l’industria delle armi, come mostra una delle ultime risoluzioni del Parlamento europeo approvata a schiacciante maggioranza (451 a 97 tra contrari e astenuti) che praticamente dichiara guerra alla Russia e addirittura dettaglia quanto è necessario alla guerra: “sofisticati sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio, come i missili TAURUS, Storm Shadow/SCALP e altri, moderni aerei da combattimento, vari tipi di artiglieria e munizioni (in particolare da 155 mm), droni e armi per contrastarli”.
Tra le iniziative in contrario c’è anche la lista “Pace Terra Dignità” targata La Valle-Santoro, che afferma come “la salvezza può cominciare dall’Europa se riscopre se stessa e, a partire dalla riconciliazione tra la Russia, gli Stati Uniti e l’Occidente si rivolge al mondo per costruire la pace”. C’è però una legge di contrasto alle nuove formazioni politiche, che richiede entro il 25 aprile (data simbolica!) 75.000 firme autenticate (e 1500 in ogni regione) per poter partecipare alle elezioni; ciò che soprattutto in alcune regioni, come la Val d’Aosta e la Sicilia o la Sardegna, è assai difficile da conseguire. Naturalmente chiunque volesse firmare agli appositi banchetti allestiti in molte piazze e città sabato pomeriggio e domenica, farebbe cosa utile. L’indirizzo per eventuali comunicazioni è organizzazione@paceterradignita.it.
Nel sito pubblichiamo le parole del Papa per chiedere negoziati di pace, un articolo di Francesca Mannocchi dalla “Stampa” sulla fame come arma di guerra, e una recensione di Enrico Peyretti sul libro “Gaza delle Genti”.
Con i più cordiali saluti,
Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri
[Raniero La Valle]
Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri
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Cagliari amore mio. Progetto innovativo per la città e il territorio (II).
Cagliari da (ri)scoprire: la foresta urbana
di Carla Deplano
Tra viale Trieste e le linee ferroviarie, a ridosso della laguna di Santa Gilla, si nasconde un’area selvaggia di 14.000 metri quadrati ricoperta da una vegetazione spontanea costituita da alberi di fico e lentisco, orchidee e immensi cespugli di rose, accanto a dei Ficus che si sono fatti largo tra i ruderi inglobandoli in “architetture verdi” con una chioma foltissima estesa 900 metri quadrati che restituisce scorci suggestivi da giungla cambogiana.
Quella che oggi si presenta come una “foresta urbana” nell’Ottocento ospitava lo Stallaggio Meloni: un deposito di carri merci collegato al porto. Negli anni Venti, invece, si giocavano le partite nel primo campo di calcio della squadra cittadina nota come Football Club Cagliari. Dal 1936, nell’area ormai requisita dall’Aeronautica, fu edificata la Caserma Trieste con officine dell’Aviazione Legionaria che funsero di supporto per la dittatura franchista. Dopo la conclusione della Seconda Guerra mondiale la Caserma fu convertita come Alloggio Ufficiali dal Ministero della Difesa, per essere quindi dismessa nel 1968. Dai primi anni Settanta passò alla Regione Autonoma della Sardegna e successivamente al Comune di Cagliari, che la destinò ai Vigili Urbani.
Fa male vedere quest’area – che potrebbe rappresentare un suggestivo polmone verde in una zona molto trafficata – abbandonata al suo destino e in uno stato di grave degrado contrassegnato da un uso improprio dei locali superstiti dopo anni di abusivismo e spaccio di droga. Urgerebbe quantomeno una bonifica.
Due anni fa la Regione aveva manifestato l’intenzione di estendere i propri uffici invadendo con nuovi palazzi l’area, che nel frattempo è stata fortunatamente vincolata e dichiarata bene di interesse culturale dal Mibact per la presenza di memorie storiche e dei singolari esemplari di Ficus Retusa.
Al riguardo, sarebbe auspicabile la concretizzazione del mirabile progetto di recupero e riqualificazione elaborato dalla illuminata collega Beatrice Artizzu, architetto e docente del Liceo Foiso Fois, insieme ai suoi alunni dell’indirizzo di Architettura e Ambiente. Il progetto, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale, prevede il recupero sostenibile delle preesistenze, la messa in sicurezza dei Ficus e la creazione di un Centro culturale, un punto ristoro con infopoint, un orto urbano, bagni pubblici, un labirinto ed un’area giochi con accessi wireless, pannelli solari e fitodepurazione.
L’idea c’è, la volontà politica pure: cosa aspettiamo?
[segue Reportage fotografico a cura di Carla Deplano]
Domenica 31 marzo 2024 Pasqua di Resurrezione
Buona Pasqua di Resurrezione
Di Piero della Francesca.
Dal paradiso dei giusti
La sala della Fondazione di Sardegna strapiena. Grande successo di partecipanti all’incontro in ricordo di Franco Oliverio.
Credenti o non credenti siamo tutti certi che Franco Oliverio dal paradiso dei giusti abbia gradito la giornata di venerdì a lui dedicata. Certo ci avrebbe apostrofato, ridendo a singhiozzo: “le vostre mamme sono sante donne, ma voi siete figli di bagassa; lo sapete bene che io non ho mai amato le celebrazioni, tantomeno quelle funebri dove tutti a prescindere da cosa hanno combinato in vita diventano buoni”. Ma lui in vita di cose buone ne ha fatto davvero tante!
Noi, gli organizzatori dell’evento, in stretto raccordo con la famiglia di Franco, la moglie Francesca De Magistris, i figli Stefano e Andrea, abbiamo seguito quelle che crediamo potessero essere le volontà di Franco. Ma, lo ammettiamo, assumendocene tutta la responsabilità, di avere per certa parte trasgredito, soprattutto rivelando il grande “peccato” di Franco, quello di aver amato tutte le persone – poveri o ricchi, rifiuti umani o figli di papà – che ha curato, assistito, a cui ha dato conforto, più di quanto abbia amato Dio e i suoi comandamenti. Si, proprio come don Lorenzo Milani, che qualcosa di analogo confessò nel suo testamento. Franco purtroppo non ha potuto scriverlo il suo testamento perché non credeva proprio di morire a 62 anni, all’improvviso, lasciando la sua bella famiglia einsieme tante persone private della sua preziosa amicizia, anche semplicemente della sicurezza che comunque lui c’era. Nella toccante narrazione introduttiva, a tratti colma di ironia (quella di Franco), scritta da Gianni Loy e con la magistrale nonché deliziosa interpretazione dell’attrice Cristina Maccioni, noi, gli organizzatori, abbiamo ricordato il “nostro” Franco Oliverio, dall’”abbandono collettivo” (con Mariano Girau e altri) della Congregazione mariana del gesuita padre Maurizio Cravero – che ne aveva forgiato il carattere, con la severità del metodo educativo di Sant’Ignazio da Loyola – fino all’immersione nella problematica vita della periferia più periferica della città, in quel quartiere di Sant’Elia, considerato all’epoca il Bronx cagliaritano. Con pazienza e dedizione infinite a Sant’Elia lui fece il medico, il confessore, l’amico, guadagnandosi il rispetto e l’affetto di tutti, soprattutto dei ragazzi sbandati, quelli a cui quasi nessuno concedeva fiducia. Lui si, anche quando non la meritassero. Noi, gli organizzatori, abbiamo conosciuto Franco Oliverio il politico, quello che senza mai accettare incasellamenti di nessun tipo, portava avanti gli interessi del popolo, da cui non escludeva nessuno. Fu così che quel quartiere anche per l’opera di Franco riuscì ad acquisire una coscienza della propria forza, nel momento in cui trovò la capacità di ribellarsi alle decisioni della borghesia immobiliaristica che voleva impadronirsi di quell’angolo di paradiso, per farne residenze dei ricchi, deportando gli abitanti in altri quartieri.
Carbonia
Carbonia. La legge stralcio e l’annoso fronte antagonista del monopolio Ses, Società elettrica sarda, in Sardegna
24 Marzo 2024
Gianna Lai su Democraziaoggi
Come ogni domenica, dal 1° settembre 2019, un articolo sulla storia di Carbonia.
Nuovi fronti si aprono, a chiusura del 1950, nuove minacce in particolare con “l’emergenza Ses”, proprio ora, alla vigilia della costruzione di una Centrale termoelettrica Smcs, nuova possibile concorrente del monopolio isolano: il sindacato pronto a denunciare, pur limitate le sue possibilità […]
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Per Franco Oliverio
ADORAVAMO LO STESSO DIO
Ricordando Franco Oliverio
Adoravamo lo stesso Dio, ma il suo, quello dei Gesuiti – un Dio blasonato – abitava in via Ospedale; il nostro Dio – quello di una classe di artigiani, di arregatteris, di modesti impiegati, si trovava qualche traversa più in basso, in via Fara. Insomma, con i congregati non avevamo niente da spartire, se non reciproca diffidenza.
Per questo, mai avrei potuto immaginare un incontro ravvicinato, di qualunque tipo, con qualcuno di loro.
Era la Cagliari degli anni ’60. Il nostro era un vicinato povero, ma ordinato. Il nostro quotidiano era la bacheca della Chiesa di S. Anna, ci informava, puntualmente, di quali “cinema” fossero permessi a tutti, quali riservati agli adulti, quali proibiti a pena di peccato mortale. E ci ricordava che chi votava comunista e leggeva la sua stampa non poteva neppure accostarsi ai i sacramenti. …
Insomma. Era tutto chiaro. Chiaro e prevedibile. Fatto salvo l’imprevisto…